SOMMARIO
Anno V
Numero 2
Giugno 2013
____________
ARCHIVIO
|
|
SOCCORSO IMMEDIATO
di Elisabetta Bianco
|
Quanto scritto di seguito è un insieme di consigli su come
comportarsi in caso di incidenti o problemi medici che possono
presentarsi.
La loro gestione è molto differente a seconda che chi soccorre
l'infortunato sia una persona con competenze in campo medico
(medico o paramedico) o senza esperienza.
La maggior parte degli infortuni è di lieve gravità e non
necessita di assistenza medica/ospedaliera potendo essere risolta sul
posto senza complicanze successive. Seppur fortunatamente in minoranza,
esistono altre situazioni molto più gravi che necessitano
assistenza specialistica e ricovero ospedaliero sia per la loro diretta
risoluzione sia per la prevenzione delle possibili complicanze ad esse
connesse. In questi casi, spesso, luogo e tempo di soccorso giocano un
ruolo fondamentale: la stessa situazione può essere risolta
senza problemi se il paziente si trova in ospedale e può essere
mortale se il paziente non viene soccorso entro pochi minuti
perchè solo o in un luogo poco accessibile.
Quindi, il primo messaggio che considero fondamentale e di maggiore
importanza, è di prudenza e di consapevolezza che condizioni
caratterizzate dall'isolamento, specialmente in luoghi con cui si ha
poco a che fare (come la montagna per un cittadino) sono legate ad un
rischio intrinseco di incorrere in incidenti difficilmente gestibili e
mortali. Le possibilità di soccorso sul luogo, infatti, sono
estremamente limitate per un medico ed ancora di più per una
persona non esperta in tale campo. Quanto detto non ha lo scopo di
scoraggiare determinate attività; io stessa anni fa come
responsabile scout ho portato per anni ragazzi in montagna in completo
isolamento per giorni (e non ho mai avuto alcun problema prendendo le
dovute precauzioni).
Vuole solo enfatizzare il fatto che esperienze di viaggio in
isolamento debbano essere vissute con coscienza, rispetto per
ciò che si fa e del luogo in cui si è; quando il rispetto
per il luogo in cui si è lascia il posto al senso di conquista e
di potere assoluto dell'uomo sulla natura allora il rischio che si
abbiano incedenti gravi o mortali aumenta in modo esponenziale.
Di seguito riporto alcuni consigli su come comportarsi in caso di
incidenti; quanto scrivo va adattato alla singola situazione, è
un insieme di indicazioni non di regole da seguire in modo ferreo.
Il primo concetto da avere chiaro è che in situazioni di gravi
incidenti l'unica possibilità di salvezza è legata
all'assistenza di terzi. Quindi bisogna attivare il soccorso il prima
possibile.
Bisogna analizzare il luogo in cui ci si trova ed accertarsi che sia
sicuro. Chi soccorre non deve essere a sua volta in pericolo altrimenti
si corre il rischio che invece di un infortunato ce ne siano 2. In caso
di incidenti coinvolgenti più persone è necessario
valutare le risorse disponibili: una persona non si può occupare
contemporaneamente di altre 10. Quella stessa persona ha invece il
compito di attivare i soccorsi e guidarli correttamente; ciò
porta più beneficio che mettersi in condizione di rischio per
aiutare male e per un tempo limitato qualcuno. Freddezza e logica
invece di panico in condizioni critiche fa la differenza tra vita e
morte.
Per chi non ha nozioni in campo medico riporto alcune informazioni
molto semplificate e base riguardo ad anatomia e fisiologia che hanno
lo scopo di far comprendere ed interpretare sintomi legati a condizioni
gravi e il senso di determinate manovre di soccorso.
Consideriamo il corpo umano una macchina autogestita. É una
macchina che si aggiusta e si alimenta autonomamente (come se la nostra
automobile andasse da sola a far benzina) e che, qiando si ferma ha
messo in atto una miriade di soluzioni, magari per anni.
Esistono due centri di controllo uno volontario, uno autonomo; sono
localizzati nel cervello e nel midollo osseo. Praticamente noi
volontariamente pensiamo, ci muoviamo e proviamo emozioni; tutte le
attività continue e costanti da nascita a morte (il battito del
cuore, il respiro, l'attività dell'intestino, dei reni, del
fegato) sono gestite in maniera automatica. Tutto sulla base di una
rete di connessione tra il cervello, gli organi e la pelle in modo che
questo sistema di cui noi non ci accorgiamo agisca in base alle
necessità dell'organismo (quando siamo disidratati ci fa venir
sete) ed in base a cosa succede fuori dall'organismo (fa freddo e
spostiamo il sangue lontano dalla pelle per preservare gli organi
vitali; avvertiamo un pericolo e il cuore pompa più sangue, i
polmoni ossigenano di più per scappare). Il sistema volontario
può in parte governare quello autonomo.
Il sistema è ridondante, quando un pezzo si danneggia di solito
esistono meccanismi di scorta. Alcuni organi importantissimi come il
cuore sono autonomi nella loro funzione: il cuore batte anche fuori dal
corpo se si lo si mantiene in vita.
Muoriamo quando si ferma il cervello; il cervello vive grazie
all'ossigeno portato dal sangue, è delicato e resiste pochissimo
senza; gli altri organi, da quelli addominali, ai muscoli, alla pelle
sono molto più resistenti.
Noi siamo predisposti per tutelare in ogni modo il cervello: ogni
azione messa in atto dall'organismo e dai soccorritori in condizioni
critiche serve per garantire apporto di sangue ossigenato al cervello e
prevenirne sue lesioni.
|
Il cervello è protetto dalle ossa della scatola cranica e si continua
nel midollo che è protetto dalle vertebre. I neuroni sono le cellule
che svolgono le funzioni nervose, i loro ordini, sotto forma di segnali
elettrici, sono veicolati dai nervi che passano nella colonna
vertebrale e poi la lasciano a vari livelli per arrivare in periferia.
La distruzione dei neuroni o dei nervi interrompe queste funzioni
(trama midollare porta a paralisi). |
Qualche semplice cenno di anatomia.
Nel torace abbiamo:
–
i polmoni: sono come 2 spugne sottovuoto (grazie ad un sacco chiamato
pleura) che si riempiono di aria e sangue caricandolo di ossigeno
liberandolo di anidride carbonica
–
il cuore: una pompa (un muscolo) a 4 camere, due di ingresso e due di
pompaggio, che riceve il sangue da “sporco” da ossigenare
(venoso), lo fa girare nei polmoni, quindi lo riaccetta e lo spinge in
tutto il corpo attraverso un sistema di tubi, le arterie. Ha
un'attività autonoma sincronizzata assoggettata alle esigenze
dell'organismo; questo grazie ad un sistema elettrico interno che
sincronizza e regola riempimento e svuotamento delle camere (i muscoli
si contraggono mediante stimoli elettrici).
–
I grandi vasi sanguigni e l'esofago che connette bocca e stomaco
Nell'addome sono presenti
–
gli organi della digestione: stomaco-intestino; fegato a destra (un
filtro che depura e lavora le varie sostanze assorbite dall'intestino o
i prodotti di scarto del metabolisono). É per questo ricco di
sangue); la milza a sinistra (anch'essa ricca di sangue)
–
i reni nella parte posteriore, i surreni (ghiandole che producono
svariati ormoni)
–
grosse arterie e vene di connessione tra periferia e centro
–
la vescica, ovaie e utero (nelle donne)
Gambe e braccia sono fatte di ossa rivestite da muscoli con all'interno
nervo-vena-arteria. Esistono degli altri vasi, i linfatici che
raccolgono acqua e sostanze dai tessuti e le portano nelle vene.
Nel collo passano trachea (dalla bocca-naso ai polmoni), esofago, arterie e vene giugulari di connessione con il cervello.
Il torace è protetto da costole. L'addome non ha ossa.
TRAUMI:
Il trauma è uno dei più facili incidenti nei quali si possa incorrere andando a cavallo.
Il trauma può essere per caduta da cavallo, si può
prendere un calcio, si può sbattere contro rocce o alberi.
Il trauma può essere in un singolo punto del corpo o in punti
diversi. Può associarsi a lacerazione della cute o a lesioni
profonde; può comportare fratture ossee composte (allineate) o
scomposte.
Da tenere a mente che fratture di vertebre possono associarsi a danno
del midollo con lesioni permanenti o morte per lesione dei centri di
controllo delle funzioni vitali (vertebre cervicali); costole
fratturate possono diventare taglienti e bucare la pleura riempiendola
di aria e schiacciando il polmone con conseguente soffocamento
(pneumotorace iperteso).
Inoltre fratture e traumi possono determinare sanguinamenti (emorragie)
e successivo collasso o morte . Ciò accade sia per rottura di
arterie o vene grosse, sia per rottura di organi pieni di sangue (la
milza, il fegato, il cuore). Sanguinamenti nel cervello sono
pericolosissimi perchè la scatola cranica è rigida e la
massa di sangue lo schiaccia lesionandolo.
Dopo un trauma
Per prima cosa valutare lo stato di coscienza del soggetto:
Se non risponde NON muoverlo, ATTIVARE IL SOCCORSO.
Immobilizzare il collo mettendosi dietro la testa del soggetto e
mantenendo la testa con le due mani a livello delle orecchie in asse
con con il corpo. Se non esperti non eseguire altre manovre.
Se il soggetto non respira va considerato in arresto. Essendo questa
condizione mortale è più grave delle possibili lesioni
legate al trauma: per tale ragione è lecito, in attesa del
soccorso, iniziare il massaggio cardiaco. Se il soggetto è
supino solo in corso di arresto respiratorio va girato per eseguire il
massaggio cardiaco: per girarlo tenere in asse il testo con il corpo
(in più persone, contemporaneamente come mostrato in figura).
|
Ricordare che in ogni altra situazione l'infortunato NON VA MOSSO! |
|
In caso di corpi estranei infilzati non rimuoverli. In caso di
sanguinamento massivo da arti (specie zampillante) appoggiare un panno
pulito sulla ferita e schiacciare; non mettere lacci a monte o valle. |
Se è sveglio ed orientato
chiedere se è dove ha dolore. Capire la gravità di un
trauma, specialmente per chi non è uno specialista è
estremamente difficile. Non sempre esiste correlazione tra dolore,
intensità del trauma e gravità. Alle volte la
mobilizzazione comporta ulteriori lesioni che possono comportare danni
permanenti. Non esistono consigli per gestire autonomamente in
sicurezza la situazione.
Per questa ragione ogni trauma va gestito con assistenza medica senza che l'infortunato si muova.
In caso ciò non sia possibile o l'infortunato sia costretto a
spostarsi (si trova da solo, isolato, senza possibilità di
chiedere aiuto) deve essere conscio di correre un rischio.
Di seguito riporto comunque per conoscenza la descrizione di alcuni sintomi altamente suggestivi di gravi e pericolose lesioni: ripeto non permettono di decidere in autonomia di spostare l'infortunato in sicurezza!
Trauma intenso a livello dorsale o cervicale
comporta immobilizzazione del capo come descritto per il soggetto
incosciente. La presenza di partestesie (cioè formicolii) agli
arti o l'incapacità di muovere le dita sono espressione di
lesioni midollari: mobilizzare senza esperienza e presidi appositi
è del tutto controproducente, il rischio è di aggravare
le lesioni (le conseguenze sono permanenti!). In caso di lesione
midollare il tempo di soccorso è importantissimo: i danni
nervosi non recuperano più dopo che le cellule sono morte!
Torace e addome.
Possono essere presenti fratture costali (che alle volte si
percepiscono toccando). In tal caso muoversi mette a rischio di
pneumotorace. Per quanto riguarda lesioni addominali a livello di milza
e fegato tener presente che possono manifestarsi con dolore a distanza:
un intenso dolore addominale a distanza dopo un trauma può
essere espressione di rottura di milza o fegato e sanguinamento
massivo, mortale se non corretto chirurgicamente in breve tempo.
Anche il trauma cranico può non manifestare sintomi all'inizio.
Quando si ha un sanguinamento cerebrale i disturbi sono legati alla
compressione del cervello e questa può intervenire dopo alcune
ore (entro 24 ore). Un forte mal di testa, vomito improvviso a getto
sono espressione di questo e richiedono assistenza immediata.
Quindi: dopo un trauma importante se si è in una zona isolata,
anche se non sembrano essere presenti sintomi, bisogna attivare il
soccorso senza spostare l'infortunato Sarà il 118 casomai a
suggerire di muoversi. Se si decide a proprio rischio di muoversi
comunque dirigersi presso un luogo in cui sia possibile operare
una valutazione medica, non proseguire nel percorso.
|
Fratture di ossa lunghe o lussazioni vanno manipolate il meno
possibile. L'arto va immobilizzato con due stecche fissate con una
benda o un oggetto analogo lasciando libera almeno una porzione
ricordando che fasciature complete e strette sono pericolose perchè
comportano necrosi (morte) del tessuto. L'arto non va mobilizzato. Il
soggetto va soccorso sul luogo se possibile o trasportato in ospedale. |
Antidolorifici come la tachipirina ad alta dose (1 g
-massimo 3-4 al giorno in una persona sana e non allergica) possono
essere utili. Evitare alcolici specie se in condizioni di freddo o di
ferite. L'alcol seda ma vasodilata e fa disperdere calore.
Va tenuto sempre a mente che va preservato il cervello e chi lo
mantiene vitale: va mantenuta costante la temperatura interna, la
vasocostrizione periferica è uno dei meccanismi più
efficaci in quanto il sangue veicola calore.
Quindi ogni infortunato, specie se immobilizzato o con emorragie, va tenuto caldo, coperto.
Le ferite sono fonte di infezione. Le infezioni disseminate
nell'organismo (sepsi) possono essere mortali se non trattate
prontamente con antibiotici (e il trattamento alle volte risulta
inefficace).
Quindi vanno evitate! Il rischio di sepsi aumenta a seconda
dell'estensione e della profondità delle ferite: ferite
superficiali in un soggetto giovane e sano non sono pericolose; ferite
profonde, sporche, estese vanno pulite, disinfettate e valutate in
ambiente medico.
Se non possibile un soccorso a breve le raccomandazioni sono di pulire
il più possibile; un lieve gemizio di sangue dal tessuto
pulisce; disinfettante, acqua ossigenata, soluzioni alcoliche o acqua
pulita vanno bene. Tenere la ferita coperta con tessuti puliti (se a
disposizione, garze o cerotti sterili). Non fare bendaggi stretti. In
caso di ferite estese, maleodoronati, di presenza di pus o febbre
può essere utile usare dell'antibiotico che va comunque assunto
su prescrizione medica mentre ci si reca presso un presidio medico.
Una malattia gravissima legata a lesioni profonde specie in ambienti
con cavalli è il tetano: è in bacillo che si riproduce
nell'intestino del cavallo resiste nella polvere/terra come spora e
cresce nei tessuti con poco ossigeno (come le ferite profonde);
proliferando produce una tossina pericolosissima. Si evita rendendosi
immuni con il vaccino (una vaccinazione dura 10 anni almeno); stupido
non farla, soprattutto per chi va a cavallo.
USTIONI:
in caso di lievi ustioni con cute integra applicare ghiaccio o acqua
fredda. Non bucare la cute se presenti bolle perchè può
infettarsi. Tenere coperta la zona.
In caso di lesioni o bruciature estese (> 20% superficie corporea)
è necessario soccorso: la pelle è un rivestimento
protettivo, non fa disperdere il liquidi, protegge da infezioni. Quando
queste funzioni vanno perse interviene disidratazione, ipotermia e
sepsi che possono portare a morte.
Le zone ustionate vanno coperte con tessuti puliti, vestiti attaccati
alla pelle non vanno rimossi, se disponibile ed indicato da medico,
dell'antibiotico può essere utile; far arrivare l'infortunato in
ospedale nel minor tempo possibile.
COLPO DI CALORE:
E' dannoso il raffreddamento ma anche l'eccessivo riscaldamento.
Temperature esterne eccessive ed esposizione protratta a sole possono
comportare collasso o danno cerebrale. Il corpo al caldo cerca di
abbassare la temperatura raffreddando il sangue: lo porta al livello
cutaneo vasoldilatando le arterie e raffredda la pelle mediante
evaporazione del sudore, lo fa circolare più velocemente per
raffreddarlo prima. Questo porta ad abbassamento di pressione per
disidratazione e calo delle resistenze periferiche. Quando la pressione
del sangue non è sufficiente a farlo arrivare al cervello (la
testa è sopra il cuore) questo non riceve ossigeno e va in
blackout: il soggetto perde conoscienza.
Di solito la cosa si risolve non appena il cervello si trova in basso
(cadendo) e riprende sangue. Questo è lo stesso meccanismo alla
base della maggior parte degli svenimenti legati ad emozioni intense,
dolore, ortostatismo protratto: a terra con le gambe alzate uno si
riprende.
Nei casi più gravi l'organismo non riesce a raffreddare il
sangue, la cute diventa rossa e asciutta, la temperatura sale oltre i
41 °C, compaiono mal di testa, debolezza, stato di confusione o
incoscienza.
Il soggetto va messo in un luogo fresco, ventilato, idratato con
bevande fredde (acqua – sali minerali se disponibili). Se la
temperatura rimane alta o persiste uno stato di confusione o peggio di
incoscienza è necessario soccorso medico.
MORSI - PUNTURE:
E' importante conoscere la fauna della zona in cui si è, sapere
se ci sono insetti, ragni o serpenti velenosi e come riconoscerli; se
non li si conosce tenerli se morti o fotografarli può essere
utile. In Italia la maggior parte degli insetti non è velenosa
per cui le loro punture possono essere dolorose ma non necessitano di
assistenza medica. Rossore e prurito diffuso al corpo, gonfiore di
faccia e lingua, difficoltà a respirare sono espressione di
reazione allergica e sono pericolosi per il rischio di morte asfissia:
richiedono assistenza medica immediata e terapia con antistaminico e
cortisone se disponibili. Chiunque può avere reazioni
allergiche, chi già lo sa deve prestare più attenzione e
dotarsi di farmaci per il primo soccorso.
In generale malessere diffuso, difficoltà respiratorie, di movimento, di coscienza richiedono soccorso immediato.
Non in Italia ma all'estero febbri, alterazioni della coscienza,
dimagrimento possono essere causate da insetti (es. malaria...):
proteggersi dalle punture, eseguire la profilassi dove consigliata,
farsi valutare da medici del luogo.
Esistono però da noi le zecche, abbondano nell'erba alta, tra
gli animali, nel fieno: la loro puntura non è velenosa ma
veicolano malattie infettive gravi come il morbo di Lyme.
Una nota riguardante i morsi da vipera:
EVITARLI: le vipere non attaccano, scappano, mordono solo per difesa.
Quindi evitare di esporsi con zone del corpo vulnerabili (mani,
caviglie nude) in zone in cui possano essere presenti o non visibili
vipere (rocce – cespugli, erba alta). Il morso è
caratterizzato da uno o due buchi distanziati da circa 1 cm (i serpenti
non velenosi lasciano i segni di una fila di denti)
Quando morsi, il veleno è iniettato localmente, si assorbe
attraverso i vasi linfatici che lo immettono in circolo; a quel punto
si diffonde nel corpo e può diventare pericoloso. Le misure da
adottare servono ad evirate questo processo e confinare il veleno alla
zona del morso mentre ci si reca in ospedale:
–
stare fermi e calmi, dolore e movimento fanno circolare più
velocemente il sangue e diffondono il veleno.
–
far fuoriuscire un po' di sangue per eliminare più veleno
possibile: la vipera buca la pelle per inoculare il veleno, bastano i
suoi buchi per farlo uscire, altri tagli non servono a nulla, fanno
male, sono da evitare.
–
Non usare alcol in quanto esso aumenta la potenza del veleno (meglio
acqua e ghiaccio). Togliere anelli, bracciali che possono stringere in
caso di gonfiore. Succhiar via il veleno sembra eroico ma mette solo a
rischio di intossicazione di malattie trasmesse da sangue (epatiti,
HIV) il soccorritore e non funziona.
–
Lacci stretti non vanno bene perchè bloccano solo il ritorno
venoso, creano dolore e danno dell'arto, non bloccano il ritorno
linfatico che è la via di assorbimento del veleno. Bisogna fare
un bendaggio non eccessivamente stretto, uniforme che parta dal morso e
risalga fino alla radice dell'arto. Nel bendare porre la parte iniziale
della benda obliqua e avvolgere l'arto in modo che i bordi della benda
siano tra loro paralleli e si sovrappongano appena.
Portarsi una benda lunga e larga in zone popolate da vipere è
ragionevole.
–
Il siero non è consigliato, spesso dà reazioni
anafilattiche mortali, va conservato al freddo e non riduce la
mortalità. Si somministra solo in ospedale e solo in casi
selezionati.
DIARREA/VOMITO:
Ha varie cause tra cui infezioni virali o batteriche o da tossine
(presenti in cibi di origine animale andati a male o in acque
contaminate). Solitamente si risolve in 24-48 ore. E' importante
idratazione adeguata con supporto di sali minerali che vanno persi con
la diarrea e alimentazione non appena possibile. Se non si risolve
entro 48 ore meglio eseguire una valutazione medica.
CENNI DI RIANIMAZIONE - BLS (= “Basic Life Support):
Un soggetto può essere incosciente e non risvegliabile per vari
motivi: svenimento da abbassamento di pressione (e si risolve subito da
sdraiato), coma in cui respiro e attività cardiaca possono
esserere presenti (come dopo crisi epilettiche o nell'ipoglicemia),
oppure no. L'arresto cardiocircolatorio e respiratorio è
una condizione gravissima che porta a morte certa entro pochissimi
minuti.
L'unica speranza di sopravvivere è legata a soccorso immediato e
supporto del circolo. La causa di un arresto può essere legata
ad un blocco nella respirazione (per ostruzione meccanica delle vie
aeree o per danno neurologico), blocco del cuore (per tilt del sistema
elettrico, per danno esteso del muscolo come nell'infarto).
Le misure da adottare sono diversificate a seconda che il soccorritore sia medico-paramedico o no.
In
ogni caso le misure adottate sul posto sono efficaci per un breve
periodo: servono solo come supporto in attesa del soccorso altrimenti
ritardano unicamente di qualche minuto la morte.
Quindi se una persona non è cosciente, non è risvegliabile e non respira la prima cosa da fare è ATTIVARE IL SOCCORSO.
Dopo aver attivato il soccorso medico bisogna iniziare il massaggio
cardiaco: questa manovra ha lo scopo di sostituire l'attività
del cuore e far arrivare sangue al cervello. E' la più importante (ventilare lo è meno perchè c'è una scorta di ossigeno nel sangue sufficiente per i primi minuti).
Le raccomandazioni internazionali semplificano al massimo le azioni da
svolgere per un soccorritore non medico in modo da non perdere tempo in
azioni magari non svolte adeguatamente:
1. soggetto a terra: se luogo sicuro avvicinarsi e chiamarlo
2.
se non risponde vedere se respira: SE NON RESPIRA lo si considera in arresto → → →
3. iniziare il MASSAGGIO CARDIACO:
mettersi sul lato del paziente, al livello del torace, con le braccia
dritte perpendicolari allo sterno (cioè l'osso nel centro del
torace) e iniziare delle compressioni: per essere efficaci devono
essere regolari (100 in un minuto) e forti (abbassare il torace di
almeno 5 cm) seguite da rilasciamento completo. Schiacciando si
spreme il cuore, rilaciando lo si fa riempire. Un massagio ben eseguito
è vitale ma stancante, è fondamentale alternarsi tra
soccorritori.
|
100 VOLTE/MINUTO
5 cm PROFONDITA' |
|
|
4.
Se si è in più soccorritori e se ne ha
possibilità,
estendere la testa per liberare le viee aeree (se non traumatizzato) e
ventilare (respirazioni con presidi) allo scopo di insufflare aria nei
polmoni in modo da distendere la gabbia toracica. Questa manovra non
deve far perdere tempo ed è secondaria rispetto al massaggio che va
interrotto il meno possibile. Se fatta lo schema è: 30 massaggi e 2
insufflazioni.
Tutto ciò in attesa dei soccorsi che, ripeto, sono l'unica possibilità di salvezza.
In una situazione di emergenza gestita da più persone uno
(quello più esperto o in contatto telefonico con il soccorso)
coordina, gli altri eseguono: troppi cervelli e discussioni fanno
perdere tempo e sono controproducenti.
Va inoltre considerato che massaggiare, specialmente se fatto senza
esperienza, espone l'infortunato a rischio di traumi ulteriori
(fratture costali, lesioni di organi addominali o toracici). Non
massaggiare equivale tuttavia a morte certa quindi è buon senso
accettare questo rischio.
E' possibile partecipare a corsi di addestramento BLS appositamente disegnati per chi non è medico.
FARMACI E PRESIDI:
Girare a cavallo comporta economia nel bagaglio e non consente di
portare pesi o oggetti ingombranti. Da quanto spiegato fino ad ora
tuttavia dovrebbe essere chiaro che non servono molte cose: situazioni
gravi non possono essere gestite sul luogo, situazioni lievi non
necessitano di assistenza.
I consigli che riporto di seguito sono personali, basati su buonsenso.
Per quanto riguarda la parola “terapie e farmaci” ho due considerazioni.
La prima è che farmaco non vuol dire sostanza artificiale, molte
sostanze presenti in natura (erbe e piante) hanno proprietà
farmacologiche: vanno usate solo se conosciute perchè, come i
farmaci in compresse, possono avere effetti collaterali anche gravi e
possono intossicare.
La medicina omeopatica non prevede l'uso diretto di sostanze con azione
farmacologica: spesso i composti contengono invece sostanze attive. Ci
sono condizioni in cui i farmaci servono (ad esempio gli antibiotici) e
condizioni in cui servono meno: l'omeopatia non deve trovare spazio nel
primo caso. Ad ognuno resta la libertà poi di credere e gestirsi
nel modo che ritenga più opportuno.
Ognuno deve conoscere prima il proprio stato di salute e provvedere a
portare farmaci o presidi differenti necessari a trattare problemi
specifici; l'ideale è personalizzare la cosa su consiglio
medico. Chi è affetto da patologie croniche deve aver con
sé la terapia necessaria (sospendere terapie porta guai) e
informarsi prima su come gestire eventuali problemi, su cosa poter
assumere e cosa no, informando i compagni di viaggio su
come comportarsi in caso di necessità.
Molte persone sono allergiche a farmaci, specialmente ad antibiotici:
bisogna sapere in questi casi cosa poter assumere e cosa evitare
perchè lo shock anafilattico può essere mortale. Il
medico fornisce queste informazioni.
Bisogna conoscere il posto in cui si va ed eventuali malattie endemiche.
Soggetti sani possono assumere in autonomia, senza valutazione medica,
farmaci antidolorifici, antinfiammatori o antipirettici (es. aspirina,
tachipirina, FANS). Tenere a mente che aspirina ed alcuni FANS bloccano
le piastrine e peggiorano i sanguinamenti in caso di ferite. Consiglio
di portar con sé della tachipirina: può svolgere a
dosaggi diversi più azioni, antifebbrile a dose bassa,
antidolorifico a dose di 1-2 g.
L'utilizzo di cortisonici, antistaminici, antibiotici va limitato a persone adeguatamente istruite da medici.
Bende larghe e pulite e qualche cerotto occupano poco spazio e possono servire.
Basarsi sul concetto che molti oggetti possono essere usati per tante
funzioni: la cintura o i finimenti del cavallo possono servire da
laccio per costruire una barella o per immobilizzare arti insieme a
legni trovati in giro; le giacche, le coperte dei cavalli, le coperte
termiche possono riparare da freddo essere la base per barelle. Foulard
o sciarpe possono coprire dal freddo e riparare dal sole ma anche
bendare.
Cellulare o sistemi di soccorso: permettono di chiamare il soccorso, possono essere salvavita (tel 118 oppure 112)
|
|