SOMMARIO

Anno V
Numero 2
Giugno 2013

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ARCHIVIO

 

 

 

 

a cavallo su montagne di frontiera
VALLE STRETTA E MITO DELL’OVEST

di paola giacomini

Bardonecchia è il comune più occidentale d'Italia. E' un paese di confine, oltre le montagne c'è la Francia. Si trova in una conca in fondo alla Valsusa, ed è come il palmo di una mano nelle cui dita scorre l'acqua di Rochemolles, del Frejus, della Rho e della Dora di Valle Stretta, lungo il pollice scende la Dora che se ne va fino a Torino.
Dal 1947 la Valle Stretta è diventata territorio francese ma la cappella che protegge le Granges dove finisce la strada carrozzabile, è ancora intitolata a San Giacomo con il suo nome in italiano. Ogni anno il 25 luglio le persone si riuniscono lì per partecipare a questo onomastico.

Ogni anno lo stesso giorno è festa a Santiago de Compostela e molti pellegrini concentrano i loro arrivi alla cattedrale in quest'occasione.

Zoccoli di cavalli che galoppano veloci sull’erba grassa.
Il fuoco acceso nel tipì.
Un bisonte che cade nella fuga colpito dalla freccia dell’abile cacciatore
Piume d’aquila piene di coraggio che avvicinano lo Spirito al terreno.
villaggio

 Far west: lontano ovest, oltre la frontiera. La frontiera è il fiume Missouri che divide l’Est dall’Ovest, il civile dal selvaggio, il passato dal futuro.
Sulla corrente del fiume navigano gli uni e gli altri e avvengono scambi.
Tanti anni fa: indiani cavalli castori e avventura. Un sogno di riscossa per chi non ha mai avuto una speranza e per chi l’ha perduta.

 Santiago de Compostela: oltre questo limite la terra diventa oceano. Anche il sole ogni giorno sparisce lì dopo il suo quotidiano giro sull’Europa.
Ogni giorno: meta di pellegrinaggio di persone che cercano un modo per avvicinarsi al Mistero.

 In fondo a Valle Stretta, Rocca Bernauda alta 3225 metri sul livello del mare e accessibile per vie al di fuori della portata del comune escursionista: la cima più occidentale d’Italia. Quando l’ultimo raggio è sparito dalla sua cima, il sole se n’è andato in Francia fino al giorno dopo.

tipìm cavalloPer i Sioux che vivevano liberi al di là del fiume Missouri l’ordine che metteva in chiaro qualità, rapporti e ruoli era ben definito.
Audacia forza d’animo generosità e saggezza: gli uomini.
Audacia sincerità generosità e fecondità: le donne.
L’ideale che diventa reale nel momento in cui gli individui che lo immaginano cominciano a viverlo.
Le regole della vita selvaggia sono rigide e dure e non possono funzionare se imposte dall’alto. Solo il desiderio del singolo di dare il meglio di sé per la sicurezza di tutti può averne ragione.

 Il Cammino verso Finisterre è uno per chi lo percorre.
I cammini verso Finisterre sono innumerevoli come le persone che li hanno percorsi.
Qualcuno è partito da vicino, qualcuno è partito da lontano e qualcuno per arrivarci ha dovuto attraversare Paesi dove si parlavano lingue diverse. Il linguaggio è la differenza più evidente tra mondi vicini.
C’è, o forse non c’è ma viene da sé, un codice universale che accomuna tutti quelli che vanno verso la stessa meta. L’altro, pellegrino come te, lo riconosci anche se è fermo.
Ti accorgi di essere una goccia in un fiume spinto da una corrente potente che scavalca colline e montagne e che non ha significato in sé ma in tutto il movimento verso Ovest che porta laggiù.

finisterra

 Oltre la frontiera ci sono persone che respirano e pensano come noi ma il confine esiste e la distanza causa delle differenze.
La Terra di Nessuno che mescola due mondi diversi ha in sé l’irresistibile fascino di immaginare una legge che funziona per entrambi i mondi.
La Valle Stretta è in territorio francese ma la maggior parte dei proprietari sono italiani e il traffico gravita soprattutto su Bardonecchia. Superando la vecchia sbarra della frontiera e guardandosi intorno, sembra di essere in Italia ma non è così. È un territorio ibrido, le cime meridionali sono in una nazione e quelle settentrionali in un’altra. Oltre i colli comincia davvero la Francia ma lì ci sono tracce di una e leggi dell’altra.

konfine cielo

 Spazio fiumi mari d’erba montagne splendenti, la costante immensità del territorio su cui cavalcano i sioux diventa ospitale grazie al tipì che dà rifugio, calore, riparo da pioggia e vento, mobilità per inseguire pascoli migliori e mandrie di bisonti, per radunarsi con le altre bande e sparpagliarsi per sfuggire il nemico.

 Paesaggi sconosciuti appena sfiorati e ricordati in una confusione di Prima e Dopo scorrono ai lati del Cammino, la cadenza è il passo, il mattino è con il sole alle spalle e il pomeriggio con il sole in faccia. Il bagaglio è minimo per marciare leggeri. Per il pellegrino c’è ospitalità in molte chiese e oratori e in Spagna, dove il traffico è più intenso, esistono strutture accoglienti dove può trovare ristoro e riparo. Il pellegrino a cavallo che vuole vivere il cammino in società con lui dorme fuori sotto un telo o senza telo. Ci rimette la compagnia ma ci guadagna le stelle.

porta

 Proprio a Valle Stretta vivevamo in un tipì cucinando sul fuoco, lavandoci nel torrente e sellando al mattino per andare Lassù.
Si giocava alla frontiera oltre un confine reale, vicino a cavalli veri. Si giocava sul serio a scoprire l’ Avventura.
Il posto era sotto la Rocca Bernauda, Occidente d’Italia, il sogno era Santiago de Compostela, al Fondo del Mondo, la finzione era il Far West, il limite dell’Avventura.

zokkoli

La diffusione del cavallo tra le tribù nomadi delle Grandi Praterie conferì loro un’autonomia di movimento prima sconosciuta divenendo nelle loro mani uno strumento di caccia e di guerra di cui seppero servirsi in maniera impareggiabile. Le tribù nomadi hanno potuto raggiungere posti che prima erano lontanissimi e portare con sé nei loro spostamenti molto più materiale: tende più grandi e scorte di viveri. L’incontro con il cavallo ha davvero cambiato le loro vite.

Il pellegrino ha lasciato la sua casa e dipende dall’ospitalità che incontra sul suo cammino. Andando a Santiago a cavallo ho vissuto in posti sempre più lontani come se fossi a casa. La ripetitività della successione di gesti di ogni mattina era condizionata dalla presenza del cavallo ed era la stessa di sempre. Procedere in sella diventa un modo per volare rimanendo collegati al terreno senza toccare con i piedi per terra. Il fieno che mangia ogni mattina e ogni sera è reale, quando stringi il sottopancia cambia davvero il respiro, l’acqua del torrente rinfresca le zampe a fine giornata. Da quando l’uomo lo ha addomesticato queste cose succedono così e si vedono, quello che il cavallo è davvero è Invisibile.

invisibile

Di fronte alle cime di confine pensi alla Terra di Nessuno. Sali in sella e te la trovi addosso. In quel momento sei tu e sei tutti quelli che sono saliti in sella prima di te perché se non ci fossero stati il cavallo si sarebbe estinto tanti secoli fa. Sei tu e sei loro. Cavaliere della Tavola Rotonda, pony express e soldato di fronte al nemico in un Istante che non ti appartiene ma che puoi sentire.

Il limite tra noto e ignoto non è più il Missouri. I Sioux vivono in baracche di lamiera e non vanno più a cavallo per salvarsi la pelle.
Tutto sembra tranquillo adesso.
L’Avventura è una fantasia di chi vuole andarsela a cercare. Inseguire il sole che cade nell’oceano assomiglia a inseguire il Tramonto di qualcosa di molto più grande sapendo che quando tornerà da Est molte cose saranno cambiate anche se il mondo è lo stesso
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