SOMMARIO

Anno V
Numero 2
Giugno 2013

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ARCHIVIO

 

 

 

 

itinerari
di Arianna Corradi

ANELLO DELLA GUGLIA ROSSA

L'accampamento è tranquillo, il rumore della corrente che spinge l'acqua contro le rocce è come un canto lieve che si alza contro le pareti rocciose. I cavalli sono tranquilli e le tende con i loro fuochi accesi all'interno sembrano lampade cinesi appoggiate in un solco delle alpi.
Il sole non arriva presto a scaldare con i suoi raggi il fondo delle gole. Alle sei del mattino i cavalli bevono l'acqua fresca del torrente e mangiano, prima il fieno, poi la pietanza. Un filo di fumo esce dai flap dei tipì: segno che il caffè è sul fuoco. La fiamma tiene fuori l'umidità aggressiva portata dall'oscurità.
Alle sette la compagnia si incammina a piedi, passa davanti alla Cappella dedicata a san Giacomo che è il patrono, il Santo protettore di questa piccola valle. Vicino c'è una fontana, i cavalli bevono e si verifica l'equipaggiamento.
Si sale in sella dopo aver stretto il sottopancia e via, si sale per un sentiero a zig zag che prende quota all'interno di un bosco di pini misto a larici, la luce è la stessa delle cattedrali. quando il bosco finisce si entra nei pascoli e quindi al lago situato al col di Thures (2189 m s.l.m.).
granges da guglia
 Lasciamo il sentiero che porta nella valle della Clarèe, ci teniamo a sinistra, arrampicandoci sul collo della Guglia Rossa. Il sentiero diventa ardito scavalcando il costone che divide il col di Thures dal col della Scala.
La Guglia Rossa era un posto di osservazione e nel suo fianco italiano sono rimasti parecchi bunker. Noi approfittiamo del vecchio sentiero militare che sapientemente scende verso la vecchia frontiera attraverso una magnifica foresta solcata ancora in vari tratti dal filo spinato, lasciato lassù dal 1940.
Altri zig zag, questa volta in discesa, poi un lungo traverso porta a Notre Dame de Bonne Rencontre, qui prendiamo a sinistra per splendidi pianori, la strada che arriva da Neviche e và verso Bardonecchia. Arrivati al col della Scala, pestiamo asfalto per qualche metro fino al primo tornante dove parte un vecchio sentiero militare che porta a Pian del Colle, l'imboccatura del sentiero è nascosta da una frana.
Al fondo passiamo accanto alle rovine dove era situato il vecchio paese di Melezet, distrutto da un incendio nel Seicento e ricostruito più a valle. Ritroviamo di nuovo la strada e voltiamo di nuovo a sinistra, risalendo la valle Stretta per tornare all'accampamento.
I cavalli bevono mentre fanno un pediluvio ristoratore nell'acqua gelida del torrente, le selle restano ancora in groppa con il sottopancia allentato per una buona mezz'ora prima di essere tolte, poi vengono portati al pascolo.
I cavalieri si tolgono gli scarponi, bevono tazze fumanti di timo serpillo raccolto sulle rocce posate a due passi. I cavalli tengono basse le teste mentre brucano nella fresca brezza che tiene lontane le mosche dalle loro groppe possenti.
Il sole ritira i suoi raggi oltre le montagne, i camosci spuntano a brucare nelle cenge, i fuochi vengono riaccesi, i loro occhi lucenti rischiarano il buio e legano intorno al loro cerchio gli uomini
nevaio 1

nevaio 2

Sono frequenti i nevai in quota, ma i cavalli sono abituati a superarli, in estate inoltrata la neve è sempre dura, anche nelle ore più calde, se i nevai sono ripidi occorre, per superarli, fare un sentiero con la pala, sono invece pericolosi i bordi, per superarli dobbiamo fare la massima attenzione e tirare fuori le astuzie del vecchio scout.

ANELLO DEI RE MAGI

Primo giorno

Si parte dal paese di Melezet, pochi Km sopra la cittadina di Bardonecchia. Si lasciano i trailer vicino alla Tana del Lupo nell’ampio e comodo piazzale da dove partono le seggiovie. Da qui comincia una sterrata che evita l’asfalto tenendosi sulla destra orografica della Dora fino a Pian del Colle. Si attraversa il ponte sulla destra e siamo sulla strada maestra che porta all’acqua bleu della diga delle Sette Fontane, si sale lasciando sulla destra il col della Scala, si evitano i tornanti seguendo il vecchio sentiero che porta ai pianori che si estendono tra la parete dei Militi e lo sfasciume di pietre che cascano dalla torre Germana, per arrivare alle Grange della Valle, un borgo a 1750 m s.l.m., dove ci sono due rifugi.
Prendiamo un caffè.
La strada continua e finisce a pian della Fonderia. Si deve continuare sulla destra senza prendere la strada sulla sinistra che porta alla vecchia miniera. Il sentiero supera il torrente su una robusta passerella ( far passare i cavalli uno alla volta) e continua a salire superando un tratto sassoso ripido, ardito e impegnativo, i cavalli devono essere addestrati e con il piede sicuro. Avviamento alla mano ( il cavaliere non è in sella). Il sentiero continua tra superbi scenari fino al colle erboso di Valle Stretta a 2445 m s.l.m. Dal colle si prende un sentiero ben segnato e si arriva al rifugio del Tabor ( 2525 m s.l.m.), l’ultimo tratto rigorosamente a piedi perché i cavalli devono arrivare asciutti.
I cavalli trovano una sistemazione nei pressi del rifugio che può ospitare i cavalieri, la o le guide resteranno invece a dormire con i cavalli per vegliare con loro.
Il lago Margherita è pochi metri sopra il rifugio ed è magnifico.

Secondo giorno

Si parte la mattina con le vette delle montagne del Delfinato dritte negli occhi, tra nevai e prati verdi fioriti, il rumore dell’acqua e il sapore dei ghiacciai verso il colle della Raplanetta. Per arrivarci, dobbiamo tenere la destra senza scendere troppo, da questo colle si prende a destra scendendo. Il sentiero d’alta montagna comincia. E’ un percorso fuori dalle direttrici usuali, ed è poco frequentato in questo tratto. In fondo al versante francese si intravede la strada che porta a Modane.
Il colle della Rho è alto 2562 m s.l.m., si vede bene controluce. Noi saliamo in direzione seguendo un sentiero ripido ma non pericoloso. E’ facile trovare nevai, anche in agosto inoltrato, cavalli e cavalieri devono saper affrontare la neve, il fondo del sentiero non è brutto.
Dal colle si scende verso la caserma, ovviamente defilata sotto una crosta rocciosa. Poco sotto la caserma, sulla sinistra, parte la vecchia strada militare che attraverso una galleria, sempre costituita da Genio e ripristinata l’anno scorso, porta alle Grange della Rho, posate tra pascoli verdi e rigogliosi tipici di queste valli. Da questo villaggio alpino si può raggiungere il Borgo Vecchio di Bardonecchia per una strada in terra battuta carrareccia.
Chi ha fretta può seguire la vecchia mulattiera militare dalla caserma sotto il colle della Rho che scende direttamente al villaggio della Rho e da qui proseguire, sempre sulla vecchia strada, fino a Bardonecchia, tagliando i numerosi tornanti formati dalla strada carrozzabile.
Da Borgo Vecchio si imbocca, appena dopo il ponte per le Tre Croci, il sentiero sulla sinistra che segue il canale e che arriva a Les Arnauds e quindi a Melezet dove abbiamo lasciato i trailer.

Conclusione


E’ un anello squisitamente alpino, ovviamente cavalli e cavalieri devono essere esperti, o avere una guida con loro. In caso di cattivo tempo la temperatura può cambiare soprattutto sui colli e può scendere drasticamente sotto lo zero anche nei mesi estivi, e ovviamente l’equipaggiamento deve essere adeguato, il pericolo maggiore sono i fulmini.
Le marmotte popolano queste praterie ed è facile incontrare camosci, soprattutto sulle cenge dei Re Magi che sono sempre vicini sulla destra.Sui Re Magi vola l’aquila realeche nidifica nei paraggi e ci sono delle pernici bianche, anche se sono più difficili da vedere.
Il popolo selvatico: unico gentile padrone di queste alte terre, non ha paura dei cavalli che non sono predatori e gli uomini che sono con loro non costituiscono pericolo. Possiamo guardare negli occhi i branchi di camosci e il gioco dei cuccioli di marmotta, più in basso i caprioli e, al tramonto, il tasso e il maestoso cervo.
Se avete con voi un cane, il popolo selvaggio scompare , inseguito dagli scomposti latrati dei cani cittadini.