SOMMARIO
Anno V
Numero 3
Novembre 2013
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ARCHIVIO
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EDITORIALE
di Mauro Ferraris
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Parlare
della vita militare in quest’epoca di violenza sotterranea dove
la dea dell’ipocrisia conquista con apparente facilità il
mondo intero è oggettivamente difficile, star fuori dal
conformismo senza essere lapidati è ancor più difficile,
capire quel che succedeva all’interno di una caserma ai
tempi della leva anche. Per noi poveracci poteva essere una terribile
opportunità, uscire dal bar che ci avrebbe ospitato la vita
intera per l’inutile grandioso in tempo di pace, inimmaginabile
in tempo di guerra
Ma
Creava una solidarietà umana tra fratelli di naja differente da
qualsiasi altro rapporto di lavoro, di scuola o del famigerato
tempo libero, le classi sociali più elevate scoprivano la
bontà delle altre e le doti di pazienza e forse anche di
rassegnazione di queste ultime, alcuni scoprirono pure che non era
giusto che quest’ultime producessero con il sacrificio il loro
benessere, lo capirono stando a contatto
La buona boghesia progressista provava e prova senso di
superiorità per cose demenziali, essa le critica, le snobba ed
ha pure ragione, peccato che propone situazioni di violenza maggiore
anche se camuffate di false parole.
Sembra incredibile ma molti montanari delle nostre valli, grazie alla naja hanno visto il mare
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