..... Era il 1990 ...vado a fare la visita per il servizio
di leva.....fisico a posto: mi fanno abile al servizio
militare.
Chiedo subito di poter far parte delle truppe alpine, con
lo scopo di partecipare ai corsi per maniscalchi che in quel periodo
si svolgevano a Pinerolo.
Da quando
avevo sedici anni seguivo un vecchio maniscalco, così pensai che quell'anno non sarebbe stato buttato e comunque avrei
imparato qualcosa di utile per il mio
lavoro.....ero ignaro però della sorte che mi sarebbe toccata: da qualche mese infatti, avevano congedato i muli dalle truppe
alpine.
Codroipo (UD)...Anno 1991....20 Scaglione
....Giuriato Mauro.....
Inizio il CAR e dopo 30 giorni mi destinano a Tolmezzo
presso la "Caserma Cantore - Gruppo Udine Artiglieria da
montagna".
Già durante il CAR mi
era giunta voce che i muli non c'erano più, ma speravo lo stesso di poter andare a Pinerolo per il corso.
Dopo due giorni che mi trovavo a Tolmezzo mi viene
assegnato l'incarico di servente al pezzo; i caporali ci presentano
l'obice dx 105/14 affermando a gran voce:
"Questa sarà la vostra donna
per i prossimi mesi! Lo monterete e smonterete, ci
dormirete sotto e ci sparerete!!!"
.....Dopo qualche settimana chiedo di poter parlare con il
comandante della Batteria..... mi riceve....... gli chiedo se
posso essere trasferito a Pinerolo per partecipare
al corso per maniscalchi; la risposta mi suona breve....decisa e senza alcun
spiraglio di speranza: "I muli non ci sono più!!! I maniscalchi non ci servono
più!!! E tu spari con l'obice!!!!".
Nei giorni a seguire, incominciai a conoscere la
caserma.....nei momenti liberi, infatti, mi aggiravo
tra le varie baracche, ripostigli e altri posti per me ancora sconosciuti.
Quando.... una sera dopo cena, mentre i miei commilitoni
erano allo spaccio, incominciai a passeggiare
lentamente..........il sole stava tramontando......sullo Sfondo le montagne
che facevano intravedere qualche cima ancora innevata......tutto intorno
un silenzio quasi irreale......e ad un tratto mi ritrovai in luogo un po' isolato: erano le scuderie. Non c'era
nessuno....... entrai e subito mi balzarono
agli occhi lunghe mangiatoie, interminabili anelli di ferro a destra e a
sinistra, un pavimento costituito solo di ciotoli cementati al terreno........guardai verso destra e su una porta vidi
appeso un cartello con su scritto "Mascalcia".
Era irresistibile la voglia di entrare, ma la porta era
chiusa......riuscii ad aprirla ed entrai: la stanza
era buia, ma intravidi due ceppi di legno fissi al pavimento......c'erano
ancora la fucina e in giro qualche tenaglia. .......Poco
più avanti un'altra porta con la scritta
"Magazzino".....aprii anche questa ....di
fronte a me degli scaffali sui quali erano riposti dei chiodi da mulo, le grip
per il ghiaccio, le balze, delle corde ed alcuni martelli da stampa. Quando
uscii da questo luogo, continuai la mia visita e notai che, nella vicina
concimaia c'erano ancora gli escrementi di quei quadrupedi a cui avevano dato definitivamente
"il congedo"; proseguii ancora un po' ed infine entrai in un'altra
scuderia dove trovai mucchi di fieno sparsi qua e là. Si concluse così, quella sera, la
visita a quei luoghi ormai così spogli e silenziosi, ma nel contempo per me
cosi affascinanti e speciali.... Una mattina dì alcuni giorni dopo;
durante l'adunata, si avvicinò il Maresciallo Nardella che cominciò a parlare
con il nostro Capitano; quest'ultimo mi chiama e mi presenta al maresciallo:
era un omone con la barba e uno sguardo rassicurante; costui rivolgendosi a me
pronunciò poche parole: "Così tu vuoi fare il maniscalco?
Ragazzo qui ormai i bei tempi sono finiti.....lo ora sono responsabile delle cucine, ma fino a qualche mese fa ero
responsabile della mascalcia! Con i muli era
tutta un'altra cosa......seguimi!"
Andai con lui.....aprì la porta di un magazzino e davanti ai miei occhi sorpresi si presentarono ancora dei basti, le musette e le corde di
acciaio fissate ancora agli anelli;
"I muli oramai sono solo un lontano ricordo... "
mi ripeteva il maresciallo con un tono di voce dalla quale traspariva una sottile
nostalgia "... Sai ce n'erano di cattivi, ma anche di bravi veramente,
quasi meglio di un Cristiano....". Questa esperienza lasciò dentro di me una certa amarezza e
delusione: tutte le mie speranze si erano arenate e vedevo allontanarsi il mio
sogno...
Alcuni anni dopo riuscii ad entrare nella scuola di
Mascalcia di Grosseto come civile; in quei luoghi era ancora presente
qualche mulo in pensione.....libero di godersi
la vecchiaia, lontano dalle montagne, dai basti, dai pesanti carichi e dagli
alpini che, per gratitudine e riconoscimento, ancora oggi nelle adunate ne
portano qualcuno con sé come se fossero uno di loro e certi che senza non sarebbe la
stessa cosa....!
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