SOMMARIO
Anno V
Numero 3
Novembre 2013
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ARCHIVIO
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L'ultima volta
di Mauro Ferraris
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L’ultima
volta che i muli soldato sono usciti per il campo invernale, sono
passati nella nostra scuderia a Giaveno, li avevo raggiunti in un
rifugio sperduto della val Chisone (quella che porta al Sestriere) e mi
ero aggregato nella marcia che, attraverso il colle Pralabà e
Ceresera, portava in Val Sangone (la nostra). Di neve ce n’era,
ma non dappertutto, torrenti e ruscelli erano ghiacciati, e
l’attraversarli pericoloso. Un mulo è rotolato con il
basto carico giù per il dorso della montagna, i conducenti si
sono lanciati con lui per soccorrerlo, dopo averlo raggiunto gli hanno
tolto il carico, constatando che era miracolosamente incolume, ma un
uomo si era slogato la spalla.
Era la mitica 7ª Batteria, Gruppo A. mon. Pinerolo, Brigata Alpina
Taurinense, era la nostra artiglieria da montagna. I muli erano trenta,
gli artiglieri un centinaio. Il comandante, tenente Cocozza: un
ufficiale in gamba, umano e rispettato. La naja era una buona naja,
quasi tutti ragazzi della provincia di Torino, ben addestrati.
L’obice 105/14 si smonta in undici pezzi più i proiettili,
ogni mulo ha un suo incarico preciso, quelli che portano i carichi
centrali sono i più solidi, devono portare la testata del
cannone, la più difficile; quelli laterali portano qualche kilo
in meno, come ad esempio le ruote dell’obice.
Ogni mulo ha un conducente e un servente, nei sentieri impervi il
conducente gli cammina davanti, nelle strade più larghe gli sta
a fianco, ovviamente sulla sinistra; il servente sempre dietro, pronto
a intervenire in caso di necessità. Quando, dopo lo
scavalcamento, inizia la discesa, la progressione diventa delicata, il
servente lega una corda all’occhiello posteriore del basto,
tenendo l’altra estremità in mano, l’operazione
serve ad evitare che il basto scivoli in avanti, fiaccando il mulo.
Questa operazione si chiama “ritenuta”, ed è
faticosa ma importante, inoltre occorre ricordare che gli artiglieri
marciano completamente equipaggiati, quindi con il F.A.L.
(l’arma) e zaino completamente affardellato.
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