SOMMARIO

Anno VI
Numero 2
Settembre 2014

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ARCHIVIO

 

 

 

 

POSTA

Cara martina le tue parole non solo confortano, ma sono le uniche soddisfazioni che amiamo, esse (le parole) non inducono a migliorare (sarebbe banale,ma continuare, con le nostre miserie di piemontesi incalliti. Un gran grazie ve lo dobbiamo, ci avete insegnato parecchie cose, alcune delle quali allargano il pensiero, a volte ristretto dall'abitudine, personalmente spero di rivederti per assorbire ancora la tua umanità.
-MF-

RIFLESSIONI di un bipede – Alpitrek 17-21 maggio 2013

Chiudo gli occhi e torno lì come un fulmine, presente come le gocce d’acqua che rinfrescano il viso che sbuca dai vestiti impermeabili, con gli occhi curiosi alla ricerca di immagini da fissare nella mente, montagne, neve, vallate, erba, alberi, uccelli, ruscelli, cavalli…
Metto i piedi sull’erba fresca, un breve sguardo all’ambiente ed ai nuovi compagni di viaggio e… mi sento a casa. Il corpo si abitua con piacere alla luce, all’altitudine, all’ossigeno.

Le azioni dei presenti avvengono come guidate da un regista che ha precedentemente impartito precise direttive, tra noi tutti, comprese le tre guide sconosciute il rivoluzionario e l’addetto al logistico, si compie una grande magia.
Siamo coordinati, come ballerini occupiamo lo spazio non a caso, uno spazio vasto e accogliente, le montagne ci abbracciano.
La fatica del lungo viaggio scompare e tutte le resistenze fatte fino a quel momento trovano giustificazione: ora so che qui, in questo posto, succederà qualcosa di importante, qui è l’inizio, un nuovo inizio.
La natura è dirompente; c’è lei con i nostri amici cavalli e poi noi.
L’aria è leggera, i rumori sono solo i necessari, i colori sono vivi e definiti, la terra spinge sotto i piedi.

Nel giro di poco ognuno sa già perfettamente cosa fare, come muoversi, dove dormire, come mangiare…c’è tanta gioia che nessuno si è probabilmente posto il quesito: ma chi sono i miei compagni di avventura? Io non li conosco quasi, sì veniamo da Roma ma, per lo più, tra noi non ci conosciamo quasi per niente…inaspettatamente ci conosciamo e ci riconosciamo, parte del tutto.
E’ tutto naturale, reale, sentito con l’anima risvegliata.

Madre Natura ci ha fatto un regalo grandissimo, ci ha donato armonia, forse perché abbiamo saputo ascoltarla nel silenzio del nostro cuore.
Sotto le stesse stelle, la stessa pioggia, con la stessa fame e lo stesso freddo, come fratelli e sorelle…senza troppe parole ci intendiamo, cogliamo l’uno i segnali inviati dall’altro, sguardi, sorrisi, lacrime, onde impercettibili che si amplificano passando attraverso ognuno dei presenti.
Ciascuno partecipa. Dal più grande al più piccolo, dal più rumoroso al più silenzioso, dal più allegro al più serio, dal più timoroso al più coraggioso, dallo più scalmanato al più calmo, ciascuno se stesso con gli altri. In cerchio.

 La mia bussola ha ripreso a funzionare, mi sono polarizzata nuovamente in un ambiente generoso che è lì pronto a tendere una mano a chi, con un po’ di coraggio, decide di rischiare, di mettersi in gioco, ma proprio in gioco: bisogna divertirsi e sorridere per poter godere della vita.
La gioia, l’amore, la disponibilità, l’accettazione ci rendono più valorosi.
Anche i nomi mi affascinano, cilindro, borracce, ghette, bisacce…parole dal sapore di avventura e di coraggio, coraggio di vivere lì o in altri posti del mondo, parole che mi nutrono di energia pura, pulita, che guarisce.

 Rischi non ne abbiamo corsi ma, almeno io, corro il rischio di non tornare più indietro!
Grazie a tutti ed in particolare a Serafina che ha sostenuto il peso del mio corpo e del mio fardello, ora un po’ alleggerito, e che mi ha donato un importante momento di riflessione.

 Martina