SOMMARIO

Anno VI
Numero 2
Settembre 2014

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ARCHIVIO

 

 

Inizia con questo studio di Nicola Zotti, una serie di  tre articoli sulla cavalleria, pochi ai giorni nostri conoscono il metodo del movimento delle truppe montate, ampio spazio sarà dato all’osservazione della cavalleria degli Stati Uniti durante le guerre indiane, situazioni che possono servire anche nei viaggi e trekking a cavallo di un certo tipo. Avere anche una pallida idea di quello che succedeva prima di noi può evitare facili considerazioni errate.

La mobilità strategica della cavalleria
di  Nicola Zotti

Il cavallo è un animale delicato. I manuali militari dall'"Ipparca" in poi
lo ripetono costantemente. Eppure è capace di prestazioni straordinarie, che
dipendono in larga misura dall'affiatamento uomo-animale, da un
addestramento costante e rigoroso che li trasforma in un'entità unica.

La più precisa tabella di marcia che ho a disposizione è quella che segue,
riportata nella sezione 1-B: Capacità di marcia della cavalleria,
dei"Tactical Principles and Logistics for Cavalry", The Cavalry School, US
Army 1934.

cavalleria carovana


"La capacità di marcia della cavalleria varia grandemente a seconda delle
condizioni. Quelli che seguono sono standard notevoli e praticabili in
condizioni favorevoli. Questi standard dovrebbero essere utilizzati
nell'addestrameno teorico e pratico.
* Senza limitazioni di una situazione tattica, o temperature estreme,
in terreno normale, su buone strade, con sufficiente foraggio, e uomini e
cavalli addestrati, la cavalleria può marciare ad una velocità di 6-6,5
miglia (Km. 9,7-10,5 per un miglio uguale a 1,609344 km.) all'ora, per una
distanza di 35 miglia (Km. 56,3) al giorno, con un giorno di riposo alla
settimana, per un periodo di tempo sufficiente a qualsiasi normale missione
di cavalleria.
* Se la situazione tattica lo richiede, la cavalleria può marciare, in
favorevoli condizioni di terreno e di tempo:

distanza
in miglia (Km.)
6 (9,7) 10 (16,1) 16 (25,7) 21 (33,8) 28 (45,1) 35 (56,3)
ore 30' 1 2 3 4 5
miglia/ora medie
(indicate)
12 10 8 7 7 7
km/ora medi 
(calcolati)
19,31 16,09 12.87 11,27 11,27 11,27
distanza
in miglia (Km.)
50 (80,5) 60 (96,6) 75 (120,7) 100 (160,9) 150 (241,4) 200 (321,9)
ore 8 10 15 24 48 72
miglia/ora medie
(indicate)
6 1/4 6 5 4 1/6 3 1/8 2 3/4
km/ora medi 
(calcolati)
10,06 9,66 8,05 6,71 5,03 4,47

Ho riportato la tabella così come è scritta e ritengo necessiti qualche
spiegazione. L'unità di riferimento non è specificata ma si tratta
sicuramente di un'unità minore, una truppa o uno squadrone, che vengono
indicate più avanti come le unità di riferimento per la marcia. Insomma
appena qualche centinaio di uomini al massimo senza grandi apparati
logistici al seguito. SI parla quindi di una colonna di non più di 500
metri, perfettemente controllabile da un comandante: un'altra condizione
ideale da aggiungere alle altre precedentemente indicate dal manuale.

I tempi indicati sono dunque i migliori possibili per la distanza
complessiva percorsa ovvero: in mezz'ora in addestramento l'unità può essere
portata a percorrere circa 10 km. a una velocità di quasi 20 km all'ora,
ecc.

Per percorsi di varie ore va considerato che erano previste pause di alcuni
minuti ogni ora per ricostruire i reparti e far rifiatare uomini e cavalli.

ll Manuale pone grande importanza nell'insegnare ai cavalli a marciare al
passo alla velocità regolare di 4 miglia (Km. 6,5) all'ora, e 8 e 9 miglia
(Km.13 e Km. 14,5) al trotto: solo a questa velocità è possibile marciare
per più giorni consecutivi.

In realtà la cavalleria è capace di prestazioni anche superiori a quelle
citate nella tabella. Qualche esempio riportato disordinatamente potrà dare
un'idea delle possibilità della cavalleria.

Giulio Cesare, ad esempio, nella campagna contro Vercingetorige nel 52 a. C.
compì un balzo di 400 Km. in 4 giorni in Inverno e tra montagne innevate.
Un'impresa simile a quella compiuta dal 5th US Cavalry nella campagna
dell'inverno 1858-59 contro gli indiani Buffalo Hump tra le nevi delle
Wichita Mountains. Un susseguirsi di marce forzate tra le quali spicca
quella di circa 150 Km. in 36 ore, corredata da annesso combattimento
sostenuto con cariche alla sciabola.

Con il caldo il discorso non cambia: oltre 150 Km in 36 ore vennero percorsi
da un'unità di artiglieria a cavallo nativa nel 1818 in India. E una
prestazione anche superiore è stata compiuta dalla Mounted Police di Città
del Capo nel 1907, quando cavalcò per 140 Km. in 24 ore per catturare il
capo ribelle Morenga.

I cavalli antichi non erano meno capaci di quelli moderni: Dione nel 357 a.
C. condusse la sua cavalleria in una notte a coprire 125 km, quando dovette
impedire lo sbarco del suo nemico Eraclide a Siracusa.

brigade

La resistenza dei cavalieri era naturalmente superiore a quella dei cavalli.
Catone il Vecchio prima corse da Brindisi a Taranto (60 Km.) in mezza
giornata, e poi da Taranto a Roma (480 Km.) in altri 4 giorni, con una media
complessiva di 120 Km. al giorno: i cavalli vennero cambiati, ma lo sforzo
fisico del cavaliere rimane notevole.

Questa impresa è stata superata nel 1902 nella corsa Bruxelles-Ostenda dal
cavallo Courageaux, montato dal luogotenente Madamet, che coprì 132 Km. in
meno di 7 ore.

In quanto a sforzo fisico, tuttavia, mi riesce difficile immaginare che
qualcuno possa superare quello compiuto da un confratello di san Francesco,
Giovanni da Pian del Carpine
<http://www.warfare.it/documenti/giovanni_pian_carpine.html> , nel 1245-6.
Sessantacinquenne portò un'ambasceria papale al Khan dei mongoli
percorrendo, solo in una tappa del suo viaggio, circa 4800 chilometri in 106
giorni.

Le prestazioni delle cavallerie nomadi non sono comparabili, più che altro
per la scarsa verificabilità delle fonti. Solo a titolo esemplificativo si
racconta, ad esempio, che un messaggero mongolo percorse con il suo pony
oltre 950 Km. in 16 giorni, alla media di 60 Km. al giorno, mentre
l'esercito poteva marciare anche a 160 Km. al giorno cambiando più monte,
costringendo per brevi periodi i cavalli quasi a digiunare.

I mongoli, infatti, come altre cavallerie dell'antichità, usavano più monte,
fino a 10 in media, il che spiega la necessità di vasti pascoli per il
transito degli eserciti
<http://www.warfare.it/storie/logistica_medioevale_foraggio.html> .

Più modestamente, altre cavallerie, ad esempio i numidi, andavano in guerra
con 2 cavalli. Questo genere di truppa era chiamata "anfibbi": con due b, mi
raccomando.