SOMMARIO

Anno VI
Numero 2
 Giugno 2014

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ARCHIVIO

 

 

 

 

Il basto americano
di Omar Luzietti

IL BASTO 

 Ancora ai nostri tempi è un piacere farsi un giro con un cavallo da trasporto imbastato al seguito, sia che montiamo a cavallo, sia che lo conduciamo semplicemente a piedi. La marcia diventa molto impegnativa, non è una cosa facile, ma ne trarremo degli indiscutibili vantaggi, oltre al senso dell’epico, c’è anche una ragione pratica: eviteremo di sovraccaricare troppo il cavallo che montiamo, potremo portare più equipaggiamento ingombrante, ma non inutile, fissandolo bene sul basto. Se siamo a piedi, possiamo appendere gli zaini e tutto il resto al basto. Inoltre un cavallo da trasporto offre un’autonomia di diversi giorni anche per un piccolo gruppo di amici, senza dover per forza avere mezzi di appoggio o passare nei paesi che abbiamo deciso di lasciarci alle spalle.

  BASTO AMERICANO

 sawbuck

 Il sawbuck è il classico basto storico americano. Il suo nome significa cavalletto, infatti è estremamente sobrio, semplice ed essenziale. Ha origini antiche e importanti, sembra che fosse usato già dalle truppe di Genghis Khan per trasportare il loro equipaggiamento durante la conquista dell’impero. Anche in Medio Oriente si utilizzava una sella simile per cavalcare i cammelli. Il primo uomo che abbia avuto la necessità di trasportare qualcosa sul dorso di un animale da soma deve aver pensato ad uno strumento del genere.

Il sawbuck contribuì in modo determinante alla conquista dell’Ovest americano. Fu il basto dei trappers e degli esploratori che si avventurarono nei territori selvaggi della Frontiera, trasportando pellicce o mercanzie varie per il commercio con gli Indiani. Negli anni che seguirono la spedizione di Lewis e Clark (1804 – 1806) che aprì le porte dell’ Ovest, divenne il basto più utilizzato nel Nordamerica. Tutti ne possedevano uno, se avevano la necessità di viaggiare per più giorni sulle montagne e caricare materiale. Russell e Remington, famosi artisti americani di fine ‘800, hanno rappresentato molte volte il sawbuck nelle loro opere, rendendolo epico. Gli Indiani delle Pianure e dell’Altopiano costruivano una specie di sawbuck adoperando le corna del cervo o dell’alce.

Il sawbuck è semplicemente costituito da quattro pezzi di legno incrociati, due davanti e due dietro, a forma di X, fissati su barre laterali anch’esse di legno, come quelle delle selle. Di solito ha due sottopancia, ma ci sono anche versioni con un solo anello per parte. Le assette incrociate del cavalletto sono massicce, costruite con legno duro, come la quercia, le barre invece sono sottili, in genere tavolette di pioppo sagomate. Le estremità sporgenti dell’incrocio permettono di appendere i borsoni da viaggio, i cosiddetti panniers. La braga posteriore è sempre usata, perché il basto ha la tendenza a scivolare invariabilmente un po’ in avanti.

Il sawbuck viene ancora largamente impiegato ai giorni nostri, è il basto ideale per il trekking, perché è piccolo e leggero, permette di caricare agevolmente borsoni, tende e ogni genere di attrezzatura, tralasciando l’inutile. Insieme al Decker è il basto più usato dai cowboys e dai packers per portare rifornimenti ai cowcamps quando devono attraversare zone impervie prive di piste agibili ad altri mezzi più moderni. Quando i fuoristrada sono costretti a fermarsi, i cavalli possono avanzare ancora senza sforzo.

Una volta l’animale da soma più diffuso era il mulo, forse più economico del cavallo, se ne allevavano mandrie enormi ed erano muli bellissimi. Oggi, di solito, si preferisce imbastare i cavalli, peraltro non meno robusti dei muli. Ai nostri tempi è sicuramente più facile procurarsi dei tranquilli cavalli da trasporto piuttosto che dei buoni muli. Nonostante tutto, il classico mulo imbastato a dovere rappresenta ancora il simbolo del pack-trip nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati.

Il sawbuck è stato il basto d’ordinanza dell’esercito degli Stati Uniti durante le guerre indiane e per molti anni ancora dopo. Le truppe alleate, sbarcate in Europa alla fine della Seconda Guerra Mondiale, portarono con sé una gran quantità di selle e basti della cavalleria, forse modelli antiquati non più in uso. In Francia sembra che si possano ancora trovare vecchie selle Mc Clellan e basti sawbuck perfetti per le esigenze del trekking a cavallo.

Il generale George Crook fu un vero estimatore del mulo, i suoi soldati dicevano che fosse un esperto di muli. Nessun altro leader militare impegnò tanto tempo a perfezionare la struttura del carico che doveva essere adattato all’animale. Pensava che una vittoria o una sconfitta dipendessero dal sistema di trasporto dell’occorrente, perché gli uomini possono avanzare e combattere solo se hanno cibo e munizioni. Crook conosceva i risultati raggiunti in altri paesi del mondo e, prima di iniziare le sue campagne, volle che i trasporti dell’esercito raggiungessero il più alto grado di efficienza. Ogni elemento doveva rappresentare il meglio, i muli dovevano essere selezionati e adatti al loro compito. Ogni mulo doveva essere nutrito e strigliato a dovere, il basto doveva essere adatto alla sua schiena. Crook si interessò personalmente dei particolari e trascorse molto tempo con gli addetti alla cura dei muli. La sua organizzazione dei trasporti risultò la migliore dell’esercito. Ogni gruppo era composto da quaranta muli e ciascuna unità aveva un responsabile e dieci aiutanti. I muli di Crook erano più robusti, portavano di più, stavano meglio e resistevano bene sulle piste impraticabili dell’Arizona. 

Nel corso del tempo sono stati elaborati molti modi per legare il carico più voluminoso adoperando solo una lunga corda e un sottopancia da carico, il metodo più famoso, probabilmente, è il Diamond Hitch.

Secondo Joe Back, autore del famoso libro del 1959 “Horses, Hitches and Rocky Trails”, il sawbuck pack saddle è il miglior basto del mondo. Certo, come in tutte le cose, molto dipende dalla qualità di costruzione, ma un buon sawbuck, fatto a regola d’arte ci assicura di poter trasportare praticamente qualsiasi cosa.

decker

 Così almeno la pensavano gli esperti packers americani del XIX sec., ma nei primi anni del ‘900, un altro modello di basto stava per offuscare l’intramontabile fama del sawbuck, il Decker Pack Saddle. Il primo ad utilizzarne un prototipo fu un Indiano Arapaho dell’ Idaho, terra di montagne, un certo Mac Daniels. I fratelli Decker, cercatori d’oro e minatori, rielaborarono questo tipo di basto, usandolo per anni e lo brevettarono con il loro nome. La copertura tipica di questo modello è chiamata ancora “half breed”, cioè mezzosangue. Nella loro epoca i fratelli Decker divennero famosi come i migliori packers del Montana riuscendo a trasportare centinaia di chili di equipaggiamento su territori privi di piste e con terreni insidiosi. Questo non fece altro che dimostrare la robustezza e versatilità del basto Decker contro le avversità della natura selvaggia. La forma del Decker, così come la conosciamo oggi, fu perfezionata ulteriormente nel 1906 da Oliver Robinette, un sellaio dell’ Idaho, che ne migliorò l’ aspetto costruttivo e tecnico. Il Decker è costituito da barre di legno su cui sono fissati due archetti di metallo (possono avere varie forme), come delle maniglie, per agganciare i borsoni. Sopra è ricoperto da un grande rettangolo di tela spessa bordata di pelle (half breed). Di solito ha un solo sottopancia centrale. In collaborazione coi fratelli Decker, titolari del brevetto, Robinette avviò una grandiosa produzione in serie di questo tipo di basto, riscuotendo subito un notevole successo. I clienti abituali erano allevatori di pecore e trasportatori della zona che avevano la necessità di spostarsi sulle montagne e richiedevano la massima resistenza per le loro some. Quello che decretò definitivamente la superiorità del Decker Pack Saddle fu l’ adozione da parte del Corpo Forestale degli Stati Uniti, che ne ordinò una quantità industriale. Per un uso più pesante il classico sawbuck non bastava più, doveva entrare in azione il Decker. Dal 1930 il basto Decker viene usato dal Servizio Antincendi Boschivi degli Stati Uniti, con basi operative dislocate nei territori a rischio, con annessi allevamento e addestramento specifico di cavalli e muli. Fino al 1960 una legge del governo americano proibiva di trasportare alcolici su cavalli da soma, era consentito solo coi muli.

 Il basto Decker è sicuramente più robusto del sawbuck, in circostanze estreme, infatti, come riferiscono alcuni packers, se un mulo lo pesta o ci si corica sopra il Decker non si rompe. Anche l’ half breed, la copertura di tela, è un vantaggio, perché protegge l’ animale dallo sfregamento eccessivo del carico e lo ammortizza. Possiede inoltre un ingegnoso sistema che permette di spostare il sottopancia più avanti o più indietro per adattarlo meglio alla conformazione di ogni singolo cavallo o mulo. In generale negli stati sulla costa ovest, più legati alle tradizioni, si continua ad utilizzare con orgoglio lo storico sawbuck, mentre verso le grandi pianure si preferisce il Decker. Il sawbuck è più leggero (7-8 kg), ma può portare meno peso (da 50 a 80 kg), il Decker è più pesante (14-15 Kg), ma può caricare più di 100 kg. Si racconta di cavalli abituati a trasportare sempre lo stesso peso, che si fermano se vengono caricati di più. Naturalmente bisogna sempre cercare di distribuire il peso equamente da una parte e dall’ altra. Oggi, forse, il sawbuck è riservato più per un uso amatoriale, mentre il Decker è più professionale, ciononostante per gli appassionati di storia, il sawbuck conserva comunque il suo fascino intramontabile.

panniers