IL BASTO
Ancora
ai nostri tempi è un piacere farsi un giro con un cavallo da trasporto
imbastato al seguito, sia che montiamo a cavallo, sia che lo conduciamo
semplicemente a piedi. La marcia diventa molto impegnativa, non è una cosa facile,
ma ne trarremo degli indiscutibili vantaggi, oltre al senso dell’epico, c’è
anche una ragione pratica: eviteremo di sovraccaricare troppo il cavallo che
montiamo, potremo portare più equipaggiamento ingombrante, ma non inutile,
fissandolo bene sul basto. Se siamo a piedi, possiamo appendere gli zaini e
tutto il resto al basto. Inoltre un cavallo da trasporto offre un’autonomia di
diversi giorni anche per un piccolo gruppo di amici, senza dover per forza
avere mezzi di appoggio o passare nei paesi che abbiamo deciso di lasciarci
alle spalle.
BASTO AMERICANO
Il sawbuck è il classico basto storico
americano. Il suo nome significa cavalletto, infatti è estremamente sobrio,
semplice ed essenziale. Ha origini antiche e importanti, sembra che fosse usato
già dalle truppe di Genghis Khan per trasportare il loro equipaggiamento
durante la conquista dell’impero. Anche in Medio Oriente si utilizzava una
sella simile per cavalcare i cammelli. Il primo uomo che abbia avuto la
necessità di trasportare qualcosa sul dorso di un animale da soma deve aver
pensato ad uno strumento del genere.
Il sawbuck contribuì in
modo determinante alla conquista dell’Ovest americano. Fu il basto dei trappers
e degli esploratori che si avventurarono nei territori selvaggi della Frontiera,
trasportando pellicce o mercanzie varie per il commercio con gli Indiani. Negli
anni che seguirono la spedizione di Lewis e Clark (1804 – 1806) che aprì le
porte dell’ Ovest, divenne il basto più utilizzato nel Nordamerica. Tutti ne
possedevano uno, se avevano la necessità di viaggiare per più giorni sulle
montagne e caricare materiale. Russell e Remington, famosi artisti americani di
fine ‘800, hanno rappresentato molte volte il sawbuck nelle loro opere,
rendendolo epico. Gli Indiani delle Pianure e dell’Altopiano costruivano una
specie di sawbuck adoperando le corna del cervo o dell’alce.
Il sawbuck è semplicemente
costituito da quattro pezzi di legno incrociati, due davanti e due dietro, a
forma di X, fissati su barre laterali anch’esse di legno, come quelle delle
selle. Di solito ha due sottopancia, ma ci sono anche versioni con un solo
anello per parte. Le assette incrociate del cavalletto sono massicce, costruite
con legno duro, come la quercia, le barre invece sono sottili, in genere
tavolette di pioppo sagomate. Le estremità sporgenti dell’incrocio permettono
di appendere i borsoni da viaggio, i cosiddetti panniers. La braga posteriore è sempre usata, perché il basto ha la
tendenza a scivolare invariabilmente un po’ in avanti.
Il sawbuck viene ancora
largamente impiegato ai giorni nostri, è il basto ideale per il trekking,
perché è piccolo e leggero, permette di caricare agevolmente borsoni, tende e
ogni genere di attrezzatura, tralasciando l’inutile. Insieme al Decker è il
basto più usato dai cowboys e dai packers
per portare rifornimenti ai cowcamps quando devono attraversare zone impervie
prive di piste agibili ad altri mezzi più moderni. Quando i fuoristrada sono
costretti a fermarsi, i cavalli possono avanzare ancora senza sforzo.
Una volta l’animale da
soma più diffuso era il mulo, forse più economico del cavallo, se ne allevavano
mandrie enormi ed erano muli bellissimi. Oggi, di solito, si preferisce
imbastare i cavalli, peraltro non meno robusti dei muli. Ai nostri tempi è
sicuramente più facile procurarsi dei tranquilli cavalli da trasporto piuttosto
che dei buoni muli. Nonostante tutto, il classico mulo imbastato a dovere
rappresenta ancora il simbolo del pack-trip nell’immaginario collettivo di
tutti gli appassionati.
Il sawbuck è stato il
basto d’ordinanza dell’esercito degli Stati Uniti durante le guerre indiane e
per molti anni ancora dopo. Le truppe alleate, sbarcate in Europa alla fine
della Seconda Guerra Mondiale, portarono con sé una gran quantità di selle e
basti della cavalleria, forse modelli antiquati non più in uso. In Francia
sembra che si possano ancora trovare vecchie selle Mc Clellan e basti sawbuck
perfetti per le esigenze del trekking a cavallo.
Il generale George Crook
fu un vero estimatore del mulo, i suoi soldati dicevano che fosse un esperto di
muli. Nessun altro leader militare impegnò tanto tempo a perfezionare la
struttura del carico che doveva essere adattato all’animale. Pensava che una
vittoria o una sconfitta dipendessero dal sistema di trasporto dell’occorrente,
perché gli uomini possono avanzare e combattere solo se hanno cibo e munizioni.
Crook conosceva i risultati raggiunti in altri paesi del mondo e, prima di
iniziare le sue campagne, volle che i trasporti dell’esercito raggiungessero il
più alto grado di efficienza. Ogni elemento doveva rappresentare il meglio, i
muli dovevano essere selezionati e adatti al loro compito. Ogni mulo doveva
essere nutrito e strigliato a dovere, il basto doveva essere adatto alla sua
schiena. Crook si interessò personalmente dei particolari e trascorse molto
tempo con gli addetti alla cura dei muli. La sua organizzazione dei trasporti
risultò la migliore dell’esercito. Ogni gruppo era composto da quaranta muli e
ciascuna unità aveva un responsabile e dieci aiutanti. I muli di Crook erano
più robusti, portavano di più, stavano meglio e resistevano bene sulle piste
impraticabili dell’Arizona.
Nel corso del tempo sono
stati elaborati molti modi per legare il carico più voluminoso adoperando solo
una lunga corda e un sottopancia da carico, il metodo più famoso,
probabilmente, è il Diamond Hitch.
Secondo Joe Back, autore
del famoso libro del 1959 “Horses,
Hitches and Rocky Trails”, il sawbuck pack saddle è il miglior basto del
mondo. Certo, come in tutte le cose, molto dipende dalla qualità di
costruzione, ma un buon sawbuck, fatto a regola d’arte ci assicura di poter
trasportare praticamente qualsiasi cosa.
Così almeno la pensavano gli esperti packers
americani del XIX sec., ma nei primi anni del ‘900, un altro modello di basto
stava per offuscare l’intramontabile fama del sawbuck, il Decker Pack Saddle. Il
primo ad utilizzarne un prototipo fu un Indiano Arapaho dell’ Idaho, terra di
montagne, un certo Mac Daniels. I fratelli Decker, cercatori d’oro e minatori,
rielaborarono questo tipo di basto, usandolo per anni e lo brevettarono con il
loro nome. La copertura tipica di questo modello è chiamata ancora “half breed”, cioè mezzosangue. Nella
loro epoca i fratelli Decker divennero famosi come i migliori packers del
Montana riuscendo a trasportare centinaia di chili di equipaggiamento su
territori privi di piste e con terreni insidiosi. Questo non fece altro che
dimostrare la robustezza e versatilità del basto Decker contro le avversità
della natura selvaggia. La forma del Decker, così come la conosciamo oggi, fu
perfezionata ulteriormente nel 1906 da Oliver Robinette, un sellaio dell’
Idaho, che ne migliorò l’ aspetto costruttivo e tecnico. Il Decker è costituito
da barre di legno su cui sono fissati due archetti di metallo (possono avere
varie forme), come delle maniglie, per agganciare i borsoni. Sopra è ricoperto
da un grande rettangolo di tela spessa bordata di pelle (half breed). Di solito
ha un solo sottopancia centrale. In collaborazione coi fratelli Decker,
titolari del brevetto, Robinette avviò una grandiosa produzione in serie di
questo tipo di basto, riscuotendo subito un notevole successo. I clienti
abituali erano allevatori di pecore e trasportatori della zona che avevano la
necessità di spostarsi sulle montagne e richiedevano la massima resistenza per
le loro some. Quello che decretò definitivamente la superiorità del Decker Pack
Saddle fu l’ adozione da parte del Corpo Forestale degli Stati Uniti, che ne
ordinò una quantità industriale. Per un uso più pesante il classico sawbuck non
bastava più, doveva entrare in azione il Decker. Dal 1930 il basto Decker viene
usato dal Servizio Antincendi Boschivi degli Stati Uniti, con basi operative
dislocate nei territori a rischio, con annessi allevamento e addestramento
specifico di cavalli e muli. Fino al 1960 una legge del governo americano
proibiva di trasportare alcolici su cavalli da soma, era consentito solo coi
muli.
Il basto Decker è sicuramente più robusto del
sawbuck, in circostanze estreme, infatti, come riferiscono alcuni packers, se
un mulo lo pesta o ci si corica sopra il Decker non si rompe. Anche l’ half
breed, la copertura di tela, è un vantaggio, perché protegge l’ animale dallo
sfregamento eccessivo del carico e lo ammortizza. Possiede inoltre un ingegnoso
sistema che permette di spostare il sottopancia più avanti o più indietro per
adattarlo meglio alla conformazione di ogni singolo cavallo o mulo. In generale
negli stati sulla costa ovest, più legati alle tradizioni, si continua ad
utilizzare con orgoglio lo storico sawbuck, mentre verso le grandi pianure si
preferisce il Decker. Il sawbuck è più leggero (7-8 kg), ma può portare meno
peso (da 50 a
80 kg),
il Decker è più pesante (14-15
Kg), ma può caricare più di 100 kg. Si racconta di
cavalli abituati a trasportare sempre lo stesso peso, che si fermano se vengono
caricati di più. Naturalmente bisogna sempre cercare di distribuire il peso
equamente da una parte e dall’ altra. Oggi, forse, il sawbuck è riservato più
per un uso amatoriale, mentre il Decker è più professionale, ciononostante per
gli appassionati di storia, il sawbuck conserva comunque il suo fascino
intramontabile.
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