SOMMARIO

Anno VI
Numero 2
Settembre 2014

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ARCHIVIO

 

 

 La grande cavalcata dell '83

I protagonisti, uomini e cavalli, che hanno portato felicemente a termine una impresa eccezionale con mezzi semplici, una seria preparazione e un

perfetto affiatamento tra loro

di Mauro Ferraris

turesFare scavalcare in un sol colpo tutta la catena delle Alpi a cinque cavalli non è una cosa difficile ma neanche estremamente facile. L'idea dell’Alpitrek è entrata piano nelle nostre teste e quando si è trattata di realizzarla nella sua completezza si è dovuto risolvere qualche problema. Il più importante dei quali è stato quello di mettere insieme cinque cavalli e quattro persone che potessero fisicamente portare a termine l’azione vera e propria. Infatti l’Alpitrek non consisteva solo nella "cavalcata delle Alpi" ma comprendeva anche una serie di studi sull'allenamento e l'alimentazione prima e durante il trekking con periodiche visite veterinarie ai soggetti in situazioni di sforzo. Inoltre parecchie persone ed enti hanno dato il loro contributo lungo il percorso rendendo possibile così la felice conclusione di questa impresa dopo 42 giorni di marcia ininterrotta da Ventimiglia a Venezia.

 Così questa storia, iniziata in una notte d'inverno  in una casa sepolta nella neve delle montagne del Piemonte, incomincia a prendere corpo piano piano. Potevamo contare su Gregorio Luciano Quintilio baio sardo già vecchio del mestiere, Ofelia italiana anche lei con 2 trekking alpini sulle spalle, portati brillantemente a termine.

C'erano da trovare altri tre cavalli idonei per questo viaggio.  Con l’aiuto di alcuni amici si sono trovati tre buoni cavalli nell'odierno bailame del mondo equestre

Metolda, Mercurio e Barbara, quest'ultima cavalla allevata a Vievola dall'amico Giampiero Del Mastro ed è servita da appoggio, considerando che nel corso del trekking ci sarebbe potuto capitare qualche incidente, viste le oggettive difficoltà presentate dal terreno. Trovati i cavalli ecco i cavalieri: quattro disperati  legati da profonda e vecchia conoscenza, ognuno sapeva le doti e i difetti dell'altro perfettamente, tutti autonomi e rispettosi degli spazi altrui.

protagonisti

Per parlarci chiaro passare 60 giorni e notti - calcolati anche i giorni spesi per gli spostamenti - insieme senza difficoltà e già una gran cosa ai giorni nostri.

 Dormire all'aperto o nei fienili, comunque sempre nei sacchi a pelo, mangiare quello che si trova dove si trova, fare il caffè sul fuoco a legna sono aspetti che possono anche non piacere a tutti; a noi queste cose hanno aiutato in quanto volevamo consumarle fino in fondo per sprofondare e immergersi insieme ai nostri cavalli nell'ambiente che amavamo e attraversavamo. La MONTAGNA questo punto si avevano i cavalli, c'erano i cavalieri; tutti seguivamo alla lettera le disposizioni  per preparare nel migliore dei modi i nostri quadrupedi. Avevo fiutato la neve, ero certo di trovarla sui colli in quota; così a Pinerolo la scuola di Mascalcia militare aveva messo ai nostri cavalli ferri speciali muniti di ramponi svitabili facendoli leggermente più' spessi e dandocene alcuni di scorta. Il maresciallo Blasio - l'artista costruttore di questi ferri - l'abbiamo ringraziato molte volte lungo il sentiero (anche se lui non lo sa!). Io, mentre succedevano queste cose, tenevo i contatti con Enti, persone, Imprese private ed Esercito. Per fortuna non abbiamo avuto la presunzione di riuscire a fare tutto da soli. pian dei mortiSe non avessimo prima curato e poi avuto questi rapporti a quest'ora saremmo fermi nella Valle di Ceresole ad aspettare lo sciogliersi della neve sul Colle del Nivolet. Questo Colle l'abbiamo passato nuotando nei tre metri di neve che lo ricopriva perché il Parco ha dato tutto il suo appoggio con le guardie coordinate dall'ispettore sanitario Vittorio Peracino. Notevole cura è stata data alla diffusione delle notizie riguardanti lo svolgimento dell'impresa tramite i quotidiani. Questo perché le persone che ci avrebbero incontrato lungo la via sapessero chi eravamo e cosa facevamo. Quindi adesso avevamo cinque magnifici cavalli, quattro cavalieri, l'A.I.G.B.A. (Associazione Italiana Giardini Botanici Alpini), il Parco del Gran Paradiso e l'appoggio del IV Corpo d'armata Alpino, avuto grazie all'interessamento del colonnello Di Staso, Capo dell'ufficio Stampa della Regione militare Nord-Ovest. Più tutte le persone che attraverso la stampa sapevano e seguivano con simpatia Alpitrek 83.

mauro

 

Percorso

Partiti da Ventimiglia il 25 giugno, siamo arrivati al colle del Nivolet il 10 luglio passando sulle Alpi Occi­dentali in 16 giorni di marcia inin­terrotta pestando neve ogni volta che si superavano i 2000 metri di quota, incontrando anche neve di valanga pericolosa da superare nei canaloni sui 1500 metri. Abbiamo attraversato o risalito le valli Nervia, Roya, Gesso, Stura, Arma, Grana, Maira, Varaila, Po, Pellice, Germanasca, Chisone, San­gone, Susa, le tre valli di Lanzo e quella dell'Orco divorando ad una media di 550 m. di dislivello l'ora i relativi colli della Melosa 2012 m., del Sabbione 2328 m., dell'Arpione 1761 m., d'Esischie 2447 m., di Sampeyre 2284 m., del Cervttlo 2251 m., della Gianna 2525 m., del Giuliano 2451 m., Clapier 2000 m., della Roussa 2035 m., Braida 1000 m., del Colombardo 1898 m., Paschiet 2435 m., del Trione 2535 m. e della Crocetta 2641 m., del Nivolet 2600 m.

Dal colle del Nivolet siamo arrivati al Passo dello Stelvio il 24 luglio impiegando 14 giorni per attraver­sare le Alpi Centrali sotto un caldo disperato, torrido, toccando e attraversando

la Val Savaranche, d'Ao­sta, d'Ayas, di Gressoney, Sesia, Bregaglia, Bernina e la Val di Den­tro passando dai colli des Joux, Ranzola, dell'ospizio Sottile, Maloya, Bernina e della Viola. Le Alpi Orientali e Dolomitiche le abbiamo superate in dodici giorni arrivando a Venezia alle 17 del 5 Agosto scendendo: la Val Venosta attraversando la Val Sarentino, Pusteria. Badia, Boite e quella del Piave e del Cadore attraverso il Kreujouch, la Stoffhutte, Vurjoch e Fodara Vedla.

Equipaggiamento generale

Due trattori e due rimorchi Van Mada Serie Scout. Razione K - ave­na e musette messe a disposizione dal IV Corpo d'Armata Alpino.

Equipaggiamento cavallo

Coperta militare sottosella di pura lana - feltro speciale - machete -sella Stubbenda Trekking, tipo Scout - bisaccia - impermeabile da cavallo - cavezza - longhina

Equipaggiamento per il cavaliere

Sacco a pelo - impermeabile - ga­mella - cappello - maglione - bor­raccio - viveri.

nota

Sono passati quarant’anni ( poco più) da questa vecchia storia, storia incredibile e miracolosa nel suo essere, la prima nel diporto equestre civile nel dopoguerra, si era giovani con buoni quadrupedi tutti ben allenati  uomini compresi, vista oggi da lontano è stata una grande impresa sul piano tecnico e umano, quest’ultimo finita l’azione si è dileguato, i componenti non hanno più avuto contatti tra loro, personalmente ho mantenuto rapporti con tutte le persone incontrate nell’arco alpino, viste un solo momento ,una sola notte ma ricordate nel tempo.

gregorio e mauroGregorio il mio cavallo è morto nel 93 tra le mie braccia per un tumore alla mascella in clinica universitaria, eravamo soli anche se molta gente studenti e professori erano presenti, ma non era gente amica, con lui spariva qualcosa di grosso che la gente normale non afferra, quest’animale mi aveva salvato più d'una volta, ma non potevano capirlo nemmeno le persone a quell’epoca più o meno vicine, ora sarebbe ben diverso, ora l’ak è una banda di veri fratelli vi è stata una rigida selezione naturale che ha allontanato i soggetti umani legati al potere e all’apparenza, il vento freddo a volte gelido ha spazzato via impuri miasmi creando le premesse delle imprese di arianna e paola: conseguenza di questa qui sopra raccontata.