SOMMARIO
Anno V
Numero 2
Ottobre 2015
____________
ARCHIVIO
|
|
EDITORIALE
di Mauro Ferraris
|
Non
è facile mantenere una linea coerente in questi tempi confusi e
inquinati dal “ fai da te”. Essere precisi nella dottrina
ed elastici nella disciplina può essere 'la' o 'una delle'
chiavi per continuare ad operare insieme all’umiltà dote
indispensabile allo spirito degli animali e dell’uomo.
In questo numero della rivista si parla anche di Ruggero Ubertalli
morto nella mia città: la desolata Torino non molti anni fa.
Ubertalli, morto Generale, quando era Tenente allievo di Caprilli,
aveva puntualizzato due aspetti dell’equitazione naturale.
-La differenza tra equitazione superiore ed equitazione elementare.
-la differenza tra equitazione militare ed equitazione sportiva.
Sempre Ubertalli aveva dedicato attenzione all’addestramento
reclute alle quali bastava conoscere le nozioni elementari
dell’equitazione naturale per poter essere buoni soldati di
cavalleria, queste nozioni consistevano nel rispetto del metodo e
rispetto del cavallo. Il cavallo bene prezioso allora ben più di
ora.
Ubertalli parlava a noi miseri cavalieri della domenica e non alla
fatiscente mondana aristocrazia o alta borghesia, parlava ai cavalieri
che non volevano conquistare premi o cuori femminili (cose da
ufficiali), ma salvare solo la pelle o -nel nostro caso- la semplice
gioia di stare in sella in posti meravigliosi, facendo il meno male
possibile a noi stessi e agli altri.
Molti si chiedono il motivo della simpatia che corre tra i
disperati, libertari, miseri cavalieri dell’alpitrek e
l’equitazione militare. Spero di essere riuscito a spiegarlo
|
|