Non siamo noi a dire che, sia nelle salite che nelle discese, il cavallo tende a spostare il suo baricentro
sugli anteriori per conservare il suo equilibrio nella pendenza. La
posizione del cavaliere può ostacolare o agevolare la spinta del
posteriore. Un animale generoso e allenato riesce comunque a trovare -a
proprie spese- il modo di procedere contrastando, oltre alla pendenza,
anche lo sbilanciamento dovuto alle più varie opinioni degli
istruttori di ogni maneggio. La scuola di equitazione naturale era
giunta a una conclusione semplice (quasi) che trovava nell'assetto la
soluzione più comoda sia per il cavallo che per il cavaliere
(cavaliere che ha il desiderio di rispettare il metodo).
L’ASSETTO
è la posizione corretta che il cavaliere assume quando è
in sella. Questo portamento è riassunto nei seguenti principi:
– testa alta e mai rigida
– sguardo in avanti e alla propria altezza
– spalle appena aperte – petto in fuori
– busto lievemente inclinato in avanti
– reni spinte in avanti
– braccia naturalmente cadenti
– gomiti aderenti al corpo e leggermente piegati
– polsi arrotondati
– mano chiusa ed elastica
– sedere al centro della sella con leggerezza
– ginocchia aderenti ferme ed elastiche
– gambe naturalmente cadenti
– tallone in basso
– suole leggermente in fuori
– piede nella staffa lievemente oltre la pianta
Tutto senza rigidezza.
In questa foto notiamo l’approssimativo assetto del cavaliere, l’abbandono del metodo è evidente:
- assenza totale del contatto
- assenza totale del dialogo della mano
- assenza totale dell’azione della gamba
L’assetto
è fondamentale nell’equitazione naturale, non è
facile mantenerlo soprattutto quando il terreno è aspro.
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