SOMMARIO
Anno V
Numero 2
Ottobre2015
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A cavallo con il binocolo
di Sisto Bisceglia
Il
binocolo è indispensabile per la guida a cavallo. A differenza
dell’escursionista equestre, lo scout deve osservare a lungo il
terreno, lo deve fare con strumento adeguato per non danneggiare le
pupille, utile in avanscoperta per osservare la marcia della compagnia.
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Il
binocolo non è certamente un oggetto indispensabile per
l’attività di escursionismo equestre, ma dopo aver provato
l’emozione di osservare dall’alto, in una giornata limpida,
uno splendido paesaggio di montagna, alla ricerca di nuovi sentieri,
con la speranza di individuare qualche animale selvatico, o
semplicemente soffermandoci a osservare gli animali al pascolo,
incominciamo a non poterne più fare a meno.
Questo oggetto, amplificando uno dei cinque sensi, ci
“avvicina” di più al paesaggio senza alterarne la
quiete.
Quando si tira fuori il binocolo dalle bisacce, la sosta diventa ancora
più piacevole, s’indugia sulla ripartenza e …
l’amico cavallo apprezza! Con il tempo diventa
un’abitudine, e il binocolo deve assolutamente trovare il suo
posto nelle bisacce del
cavallo.
Sì, ma … quale binocolo? E qui il discorso si fa impegnativo.
Senza entrare nei meandri della “binofilia”, materia
complicatissima riservata solo a gente molto competente, bisogna
riuscire a capire qual è l’attrezzo più adatto per
la nostra attività di escursionismo a cavallo.
In commercio si trova di tutto, binocoli fantastici, molto
professionali, dal costo stratosferico, e binocoli economici ma
d'infima qualità. Binocoli con la bussola (da utilizzare
prevalentemente in mare), binocoli stabilizzati, quelli con
l’autofocus, oppure con lo zoom. Centinaia di articoli di
ogni tipo e nazionalità non fanno altro che confondere
maggiormente l’acquirente con sigle, marche e caratteristiche
ottiche il più delle volte astruse.
Recentemente una nota ditta giapponese ha inventato il binocolo
digitale! Visto finora solo nei film di fantascienza,
quest’oggetto è anche in grado di scattare foto e fare
filmati in alta definizione! E’ facilmente intuibile
l’evoluzione che avrà in futuro un’apparecchiatura
del genere. Qualcuno ha già previsto la fine del binocolo
ottico: probabilmente seguirà lo stesso destino dei giradischi
di una volta o delle vecchie macchine fotografiche con la pellicola.
Il progresso non si deve fermare ma ... molte volte ci toglie le emozioni!
Per ora mi chiedo: quanto tempo può durare un oggetto del genere nelle bisacce del mio cavallo?
Avrò le batterie cariche? E durante un trekking in montagna … la presa per il carica batterie dove la trovo?
Scherzi a parte, cerchiamo per il momento di capire quali caratteristiche deve possedere un buon binocolo otticomeccanico
adatto alle nostre escursioni a cavallo:
- Il primo consiglio è di
non
scegliere un ingrandimento oltre 8X, per osservare a lungo senza
stancarsi. Un 8X30 (dove 8 indica di quante volte è ingrandito
(cioè appare più vicino a noi) un oggetto osservato, e 30
è il diametro utile degli obiettivi, cioè le lenti
frontali attraverso le quali passa la luce) è sicuramente
l’ideale per osservazioni naturalistiche. Gli
ingrandimentipiù spinti sono da scartare, se non si vuole
portare anche un
cavalletto che consenta di tenere ferma l’immagine e renda meno
faticosa l’osservazione, così come sono da scartare i
grandi diametri
degli obiettivi, sia per il maggior peso delle lenti che per le
dimensioni del binocolo stesso. Per i trekking la preferenza va ai
binocoli più compatti, senz’altro più adatti a un
uso “itinerante”;
- Bisogna poi distinguere tra binocoli con prismi di Porro e quelli con prismi a tetto:
i
prismi di Porro progettati dal grande ottico Paolo Ignazio Pietro Porro
(18011875), italiano di Pinerolo, sono costituiti da due superfici
ottiche inclinate tra loro di 90°. I binocoli a prisma di Porro hanno
la forma classica con obiettivi ben separati tra loro e gli oculari
posti su un asse diverso;
I prismi a tetto, di più recente
ideazione, svolgono la stessa funzione dei prismi di Porro ma
consentono la progettazione di binocoli con gli oculari allineati agli
obiettivi, e quindi scafi dritti, di minor dimensione e minor peso.
Le
due configurazioni offrono vantaggi e svantaggi. Il primo, grazie alla
maggiore distanza tra le due lenti frontali, consente una maggiore
tridimensionalità dell'immagine, inoltre a parità di costo possiede una
resa ottica certamente migliore con un più ampio campo visivo.
Un
binocolo con prismi a tetto, invece, a parità di diametro delle lenti
offre un corpo più compatto e leggero, una maggiore rapidità di messa a
fuoco, anche di oggetti alla minima distanza. I binocoli con prismi a
tetto sono in genere anche quelli dal prezzo più alto, per il complesso
schema ottico e per le precisissime tolleranze richieste, e
rappresentano di solito il top della gamma.
- Il binocolo per l’utilizzo equestre deve essere robusto, consentire una
presa comoda e stabile, e deve poter sopportare condizioni ambientali
difficili.
I binocoli più resistenti hanno caratteristiche
meccaniche essenziali, per prevenire l’usura dei meccanismi, e vengono
anche concepiti per resistere a forti escursioni termiche. Un binocolo
meccanicamente complesso è più soggetto alle rotture.
Il
rivestimento di gomma, quando presente, rende il binocolo completamente
impermeabile sia agli spruzzi sia alle cadute in acqua, oltre a
renderlo antiurto, caratteristica molto importante per l’uso che ne
dobbiamo fare. Nell’attività di trekking a cavallo tutto
l’equipaggiamento e i materiali sono messi a dura prova e si usurano
molto velocemente.
- Anche per non evocare figure di fantozziana memoria, il binocolo va
trasportato nelle bisacce, possibilmente protetto nella sua custodia, e
all’occorrenza lo portiamo al collo, ma dopo qualche minuto il peso
incomincia a farsi sentire. Oltre che dal nostro collo il peso deve
essere sostenuto anche dalle braccia che devono sollevare e mantenere
fermo questo peso all’altezza degli occhi per lungo tempo. La
leggerezza, quindi, è un’altra caratteristica da non sottovalutare.
Alcuni
binocoli si impugnano in maniera molto istintiva e sono ben stabili,
altri, per qualche misterioso motivo di distribuzione del peso, sono
sbilanciati e difficili da tenere fermi.
Qualche volta mi capita
di usare il binocolo stando in sella con il cavallo fermo, anche con
una sola mano, ma solo per qualche attimo, per cercare un sentiero non
conosciuto o per seguire qualche animale. E’ in quelle occasioni che
apprezzo di più un binocolo compatto, leggero e bilanciato.
- In ultimo, è ovvio che tutti desidereremmo il miglior binocolo in
assoluto, ma, conto in banca permettendo, quasi sempre dobbiamo
accontentarci di quanto le nostre finanze ci permettono.
In base
alle caratteristiche sopra citate, considerando innanzitutto il
rapporto qualità/prezzo, ritengo che i binocoli più adatti
all’escursionismo equestre siano i binocoli militari. Senza contare che
questi oggetti hanno una loro storia, una loro personalità, e forse
anche … una loro anima!
Nel campo dei binocoli, le innovazioni
tecnologiche sono scaturire quasi totalmente dalle realizzazioni
militari, settore dove la ricerca è sempre ai massimi livelli. Il
periodo più prolifico è stato negli anni trenta, tra la Prima e la
Seconda Guerra Mondiale, dove le case costruttrici hanno prodotto
strumenti ottici che riescono a stupire ancora oggi.
Quelli che
più facilmente si trovano in commercio a buon prezzo, naturalmente solo
usati, sono di progettazione dell’Europa dell’Est, costruiti prima
della fine della cortina di ferro: Germania Est, Cecoslovacchia,
Romania, Russia. Sono tutti discendenti dei famosi Zeiss Jena, le
fabbriche che rimasero in mano ai Russi dopo la divisione della
Germania.
Quelli
dell’ esercito rosso sono buoni anche loro avendo ottiche
tedesche ( le fabbriche erano nella Germania est) il costo è
più che conveniente
Più rari, e anche un po’ più costosi, sono alcuni famosi
modelli dell’esercito tedesco (Hensoldt, la divisione militare della
Zeiss) e dell’esercito svizzero (Kern, acquisita poi dalla Leica).
Anche l’Inghilterra, l’America, il Giappone e la Cina hanno prodotto
degli ottimi binocoli per i loro eserciti ma in questo caso la ricerca
diventa più complicata perché meno conosciuti e meno diffusi.
Ci
sono, poi, da tenere in dovuta considerazione i cosiddetti binocoli
militari recenti. Se originali, sono binocoli di ottima qualità,
prodotti senza economia e con caratteristiche di robustezza e qualità
ottica spinte ai massimi livelli.
Hensoldt:
questi binocoli sono favolosi, sono costruiti in Germania per
l’esercito francese, i binocoli militari hanno ottiche splendide,
sono robusti, fatti per osservare a lungo senza distruggere
l’occhio, e soprattutto costano pochissimo in relazione alla
qualità ma sono difficili da comprare, a volte ve ne sono in
vendita in rete.
Solitamente rivestiti di gomma,
questi binocoli sono assolutamente impermeabili, non temono né la
pioggia, né la caduta nella pozzanghera, una bella risciacquata li
riporta allo stato originale.
Mi è capitato di leggere che tra le
specifiche militari da superare, in genere, c'è anche un test che
prevede diverse cadute da piccole altezze, da superare senza danni.
I
binocoli militari sono per la maggior parte forniti di messa a fuoco
separata sugli oculari, un sistema che non tutti apprezzano, anche se
ha grossi vantaggi in termini di profondità di campo a fuoco. Questa
soluzione, oltre a consentire la correzione delle diottrie per singolo
occhio, garantisce una maggiore impermeabilità e neutralizza tutti i
problemi dovuti all’usura del sistema di scorrimento della messa a
fuoco centrale. Per il nostro utilizzo di escursionisti, se usiamo
binocoli con ingrandimento fino a 8X, il problema non sussiste perché
non abbiamo bisogno di “focheggiare” a breve distanza. Una volta
regolato il fuoco a oltre 50/100 metri il binocolo è sempre a fuoco e
pronto all’uso.
Alcuni binocoli militari più recenti sono anche
dotati di filtro anti- laser. Questi filtri, concepiti durante il
periodo della guerra fredda, allorquando furono sviluppati i primi
sistemi di puntamento laser, hanno il compito di bloccare la frequenza
della
luce emessa appunto dal laser. Pur consentendo una perfetta
visione generale, a volte questi filtri aggiungono una qualche
componente dominante. Si tratta comunque di differenze che non
inficiano il normale uso che dobbiamo fare di questi binocoli.
D’altronde, le ottiche militari non possono essere concepite per
rendere una visione abbagliante dei colori perché, per le lunghe
osservazioni, è preferibile una tonalità leggermente più calda, mai
bianchissima, che non affatichi gli occhi.
- Altra caratteristica, non sempre accettata, è il reticolo
distanziometrico che, concepito per calcolare con rapidità la distanza
di un bersaglio, è quantomeno superfluo per le osservazioni
naturalistiche. Se non troppo invasivo, però, non arreca fastidio e
qualche volta può tornare utile per calcolare le distanze in montagna,
durante i nostri trekking, anche solo per divertimento.
Come fare? E’ molto semplice:
-
Il “reticolo millesimale” o “lastrina diastimometrica” si avvale della
“regola del sito” in base alla quale 1 millesimo è l’angolo con il
quale un oggetto largo/alto 1 metro è inquadrato alla distanza di un
chilometro;
- Il reticolo solitamente è suddiviso in 100 millesimi
d’artiglieria (angolo giro 360°), 50 millesimi a sinistra e 50
millesimi a destra del centro, oppure 50 millesimi in alto e 50
millesimi in basso. Alcuni reticoli si fermano a 40 millesimi per lato,
altri hanno la parte verticale più corta, tutto in relazione all’uso
previsto per il binocolo.
- Ogni linea corrisponde a 5 millesimi,
quindi abbiamo: 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35, 40, 45, 50 millesimi da un
lato e dall’altro del centro.
- Inquadrando precisamente l’oggetto
tra le linee, con una semplice proporzione si può ottenere una stima
molto precisa della distanza. Infatti, tralasciando le complicate
regole della trigonometria, alla fanteria, Arma meno acculturata della
dotta Artiglieria, veniva spiegato sbrigativamente che: la dimensione
dell’oggetto in metri, diviso l’ampiezza dell’oggetto in millesimi =
distanza in chilometri; e quindi guardando i balconi di un palazzo,
stimando che tra un piano e l'altro ci sono circa 3,2 metri, se tale
altezza rientra in 5 millesimi (una linea), basta fare 3,2:5=0,64
chilometri (x 1.000 = 640 metri).
Altro esempio: se conosciamo le
dimensioni di un’auto (es. 4 metri) e la inquadriamo in mezza linea
(2,5 millesimi), vuol dire che l'auto dovrebbe essere a (4:2,5x1000=
1.600) un chilometro e 600 metri da noi.
Ancora: una persona è
mediamente alta 1,75 mt., se la traguardiamo tra 5 linee (25
millesimi), costui dovrebbe essere a 1,75:25x1000= 70 metri, così come
un campanile alto 30 metri inquadrato in tre linee dovrebbe essere
distante 2 chilometri, in due linee 3 chilometri e in una linea 6
chilometri.
E’ ovvio che il grado di approssimazione è
direttamente proporzionale alla stima delle dimensioni dell'oggetto
remoto. Se sbaglio di un 10% le dimensioni dell'oggetto traguardato,
sbaglierò del 10% la distanza.
In montagna, di solito, prendo come
riferimento le persone lontane, le mucche al pascolo, i rifugi, i
tralicci, le abitazioni e qualsiasi altra cosa di cui posso stimare la
dimensione. Con un po’ di esercizio e un po’ di fantasia diventa molto
facile calcolare le distanze. Inoltre, conoscendo già la distanza,
invertendo il calcolo si può stabilire la grandezza dell’oggetto.
Il
Binocolo non faceva parte della dotazione del soldato semplice ma di
quella degli Ufficiali o Sottufficiali (un po’ più istruiti). Un
Ufficiale Osservatore doveva essere in grado di stabilire la propria
posizione, determinandola con la bussola, e con il binocolo stabilire
la propria distanza dalle postazioni nemiche. Una volta comunicati via
radio i dati all’Artiglieria, quest’ultima, con una semplice
triangolazione effettuata sulle cartine topografiche, era in grado di
stabilire le coordinate dell’obiettivo e aprire il fuoco anche
dall’altro lato di una montagna, senza vedere il bersaglio. Ora invece
… ci sono i satelliti!
Qualcuno ha scritto che “un binocolo senza reticolo è solo un oggetto che serve a ingrandire le immagini”.
Ci
sono parecchi estimatori e collezionisti di binocoli militari. Sono
oggetti che conservano le loro caratteristiche e il loro fascino nel
tempo. Anche se il futuro ci riserva " visori digitalizzati", ci sarà
sempre qualcuno che impugnerà con emozione uno strumento che resterà
nella storia dell'uomo e dell'ottica.
Per terminare, un buon
binocolo militare senza farci spendere grosse cifre è in grado di
regalarci belle emozioni e può seguirci in tutte le nostre escursioni a
cavallo, diventando un elemento fisso della nostra attrezzatura.
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