SOMMARIO
Anno VI
Numero 1
Gennaio 2016
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ARCHIVIO
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EDITORIALE
di Mauro Ferraris
RISPETTO
il 4 agosto del 2007 eravamo sul bordo del primo dei
laghi Margherita appena sopra il rifugio del Thabor che è poco sopra il
colle di Valle Stretta uno dei posti belli della terra.
Alcuni cavalli erano impastoiati altri legati a delle rocce, alcuni liberi, tutti erano tranquilli, anche noi.
Non
amo particolarmente i cani, sono per i gatti, ma andrea Natalia e Talli
avevano portato due pastori australiani molto bravi simpatici e
soprattutto bene educati.
Avere cani male educati è un vero disastro
uccidono le marmotte rubano si allargano è soprattutto ci fanno odiare
dai pastori quando inseguono il bestiame al pascolo, per questo i cani
non li vogliamo.
Ma i cani di andrea stavano sempre vicino ai
posteriori dei cavalli pronti a eseguire gli ordini ricevuti come bravi
soldati in più difendevano il campo e andavano a prendere i cavalli
quando si doveva sellare.
Bene proprio mentre inghiottivamo un
frugale boccone sui laghi ne stavo accarezzando insolitamente ( per
me) uno, quello di Talli credo.
Il cane stava immobile a godersi le carezze quando Andrea mi racconta questa storia:
I cow
boys lavorano sempre a cavallo e i cani aiutano molto
il loro
lavoro. avevo notato ( racconta Andrea) che quando eravamo
in sosta ad esempio per colazione davano scappellotti ai
cani non loro se si
avvicinavano.
Il motivo l'avevo capito tempo dopo, rispettavano il
padrone del cane e non volevano confondere e complicare il rapporto che
quest'ultimo aveva con il suo "padrone".
Ok, non solo avevo capito ma
condividevo il pensiero, avevo smesso di accarezzare il cane che più
felice ancora di prima aveva ripreso la sua strada a metà tra gioco e
lavoro come la mia.
ps:
Andrea lavora ogni anno con i cow boys nel nevada e nell'hidao conosce
è apprezza il loro lavoro e le loro abitudini.
pps:
quando una persona si avvicina al mio cavallo e lo tratta come fosse
suo gli faccio capire che il rispetto è una delle cose più importanti e
che non si sbaglia mai quando si sta al proprio posto e ringrazio
andrea per avermelo ricordato ai laghi margherita in una bella fresca
giornata d'agosto.
nota: il termine padrone usato non è
corretto ma è il più vicino alla situazione simbiotica che si viene a
creare tra esseri uguali che hanno ruoli diversi
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Domenicadiecigennaioduemilasedici
Oggi parlando con Andrea mi è tornato in mente questo suo racconto del lontano 2007
Alcune persone ( forse molte) non sanno con chiarezza chi sono e
conseguentemente quale è il loro posto, esse più o meno
volontariamente si allargano esattamente come i cani dei cow boys
descritti nel suo precedente racconto
Già i Greci sapevano che la saggezza consiste nel conoscere i propri limiti, conoscerli bene e non oltrepassarli, ma
Ormai è passato molto tempo e nessuno o pochi lo ricordano
Se
Lo ricordassero si starebbe meglio
La legge della jungla è giusta e feroce come la vita e rimette
sempre nell’unico posto che ti spetta per quello che sei non per
quello che credi di essere ( senza esserlo)
A volte la legge è benevola dà solo un buffetto o
uno spintone per rimandarti al tuo posto quando decidi di”
allargarti”.
Andrea ed io sappiamo quale è il nostro posto e cerchiamo di starvi dentro spesso riuscendovi pure.
A buon intenditor.
Ma
Ci sono ancora buoni intenditor?
Ps
Un’altra cosa mi ha insegnato Andrea:
quando fai un nodo piano destro su sinistro, sinistro su destro.
Importantissimo quando quelli come me non l’azzeccavano mai (il nodo piano)
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