Cosa intendete per rancio militare
Silvano Turin
Risposta:
Prima mi tutto mi scuso per quella che potrebbe essere “non chiarezza”
ma i responsabili dell’ak sono vecchi e ai loro tempi la leva era
obbligatoria ( quella militare)
Nelle esercitazioni ogni soldato
aveva la gavetta( e posate ) nel proprio equipaggiamento con la quale
consumava il desinare che più o meno caldo arrivava generalmente
puntuale verso le 12
Nell’alpitrek s’intende che la polenta ( o
altro) è preparata dalla corvè ( in genere ottima e abbondante) e le
persone se la sbrigano senza servizio . questo negli stage.
Nelle
esercitazioni o nelle randonnèe ogni cavaliere è autonomo per quanto
riguarda i viveri propri, quindi ha nella sella non solo i viveri ma i
fornellini per cucinarli
Tutto questo viene spiegato e raggiunto per gradi
-stage
-esercitazione con logistico
-randonnèe in apnea ( senza logistico)
Ricordiamo che l’alpitrek è una scuola di equitazione alpina che ha
lavorato nel passato in stretta collaborazione con l’Assessorato alla
Montagna della Regione Piemonte per la formazione NON dei quadri di
Turismo Equestre MA per i quadri professionali delle Guide a Cavallo, la
differenza è sostanziale più o meno uguale a quella che c’è tra turismo
e alpinismo
Per ulteriori dovute precisazioni restiamo a disposizione ringraziando Silvano per averci dato l’occasione
Barbarahofman
Ps
Le k sono razioni da combattimento e vengono usate solo nei raid
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D'inverno
i cavalli hanno freddo? E' necessario chiuderli in box? Occorre
modificare alimentazione? Come si fa ad evitare danni al rientro da
un'uscita quando il cavallo con il pelo invernale è molto sudato?
A
partire dall'equinozio il mantello dei cavalli cambia e comincia a
crescere il pelo invernale che continua a crescere fino al solstizio
per difenderli dal freddo.
Ogni cavallo ha un punto di equilibrio termico diverso a seconda di
- crescita del pelo invernale;
- diversa distribuzione di grasso.
Fino a -7°C il senso del freddo di un animale con un buon mantello invernale è limitato.
Aumenta o diminuisce a seconda dell'età (puledri e anziani ne
risentono di più) e del grasso. Un cavallo magro, oltre a
doversi dal freddo, deve integrare le sue mancanze.
In condizioni normali, intorno ai quattro gradi sotto zero, aumenta il fabbisogno di energia.
Con il calare della temperatura aumentano le esigenze per la conservazione delle condizioni ottimali.
Acqua
Il fabbisogno normale d'estate è di 40-50l/d, il 60-70% arriva
dall'erba. D'inverno il cavallo beve meno perché fa freddo,
anche in scuderia. Per aumentare l'idratazione le soluzioni possono
essere:
- somministrarla più tiepida (complicato);
- somministrare sale nel mangime, altrimenti spontaneamente lo cerca
meno (in linea generale, una dose adeguata è un cucchiaio al
giorno);
- evitare l'acqua di disgelo, neve e ghiaccio non sostituiscono l'acqua.
Cibo
Chi beve meno, conviene aumentare la dose di fieno che quella di concentrati.
Cura del piede
Non ha freddo ai piedi, l'unghia cresce meno, ma non cambia la vascolarizzazione. D'inverno diventa più secco, si incastrano ghiaccio e bocce di neve pressata.
Il fango è la condizione peggiore, se ci sono accumuli di feci
sul terreno, l'acidità e la riserva di microbi possono far
aumentare il rischio di infezioni al piede.
Coperta
A meno che non venga tosato, fino al 22 dicembre cresce il pelo invernale. Mettendo la coperta a novembre, il cavallo non riesce a coprirsi di un buon pelo invernale.
Se piove tanto o il cavallo è molto sporco, il pelo non isola bene e il senso di freddo aumenta.
Stalla
D'inverno, molti aumentano le ore all'interno di cavalli abituati al
pascolo. Non conviene perchè risentono di più della
polvere che può portare allergie.
Polmoniti da freddo nei cavalli non esistono. Agli umani basta che i
batteri raggiungano la faringe, i cavalli hanno un altro modo di
respirare.
Tosatura
A seconda del lavoro a cui sono destinati, può essere necessaria
la tosatura. Cavalli sottoposti giornalmente ad allenamenti molto
concentrati sia come richieste che come tempi, e passano tutto l'anno
in box, necessitano della tosatura.
Cavalli non tosati
Il cavallo da trekking normalmente non viene tosato. E' buona cura
cercare di raggiungere il punto di arrivo con i cavalli il più
possibile asciutti, rallentando l'andatura negli ultimi due chilometri
ed eventualmente effettuando l'ultimo tratto a piedi. Quando ciò
non bastasse, conviene coprirli finché non asciugano per evitare
che si infreddoliscano.
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Guardando altre realtà e confrontandole con l'
Alpitrek, noto che Alpitrek e uguale solo a se stessa , diffonde una
cultura sua e, essendo nata in territorio italiano, Ak è una
realtà italiana e una cultura italiana.
Paolo Gonella
Prendo
spunto dalla considerazione di Paolo per sottolineare che
effettivamente le radici equestri dell’ak sono profondamente
italiane quindi internazionali in quanto il "metodo” italiano
è stato adottato nei primi anni del 900 dal mondo intero:
dall’america al giappone.
analizzando i riferimenti dell’ak vediamo Caprilli, il grande
Ubertalli, Lami, ma anche Tasunko Vikto, vediamo mescolate regole
dell’esercito regolare con quelle della guerriglia, ve ne sono
altre ma sarebbe tedioso nominarle tutte, vediamo squadroni perfetti di
cavalleria e anche colonne di nomadi che si spostano più o meno
serenamente.
Contraddizioni solo apparenti
L’ak è leggero ( sa essere anche pesante ma non
volentieri) ma soprattutto prende tutto ciò che ritiene utile e
BELLO senza preoccuparsi troppo da che parte arrivi
L’amico ( ora) Charlie aveva qualche tempo fa detto:vado per
verificare se l’immagine che l’ak dà corrisponde a
quello che fa aggiungendo : se corrisponde anche solo del30% sono
già contento e conclude: mi son reso conto che corrisponde.
l’eliminazione tra forma e sostanza è lo stile dell’alpitrek
quindi appare ciò che è, solo quello
la confusione che si può avvertire dall’esterno dipende
dall’assorbimento reale da parte dell’ak di queste diverse
realtà, ripeto prese dai più svariati angoli della terra
e del Tempo
cosa non troppo facile da capire ( anche per noi) i nostri rapporti
sono trasversali, non settari quindi difficili soprattutto
nell’odierna realtà
ma
quello che è fuori discussione è l’ideale della cavalleria,
un buon cavaliere olimpionico, tecnicamente perfetto ma pessimo ma
privo di virtù umane ( ve ne sono molti) non solo non viene
rispettato ma tenuto lontano per non contaminare la "purezza
"dell’ambiente cui aneliamo.
All’arroganza del potere preferiamo l’umiltà, alla presunzione la lealtà
La " forza” spirituale ( non morale) dell’ak è nell’assenza del privilegio
Mf. |