SOMMARIO

Anno VI
Numero 1
Gennaio 2016

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ARCHIVIO

 

 

 

 

ZEISS, la storica fabbrica di lenti e binocolo, compie 170 anni
di Sisto Bisceglia

Ogni binocolo viene da qui
170anni di storia esatti della Zeiss
L’interesse di coloro che praticano la vita all’aria aperta per le ottiche è grande molto di più di quel che può sembrare, all’inizio degli anni '90 cominciarono ad entrare in occidente binocoli russi con ottima ottica a prezzi irrisori, facendo felici le persone che non potevano permettersi uno swarovski o uno zeiss, la storia curata da Sisto e qui pubblicata ne spiega il perché. L’ottica deve essere nitida e luminosa per coloro che la usano per ore al giorno siano essi soldati, guardaparco o guide a cavallo. Capita spesso ai cavalieri dell’alpitrek di osservare camosci e marmotte, vedere e godere nel vederli giocare in libertà bene e da lontano per non dar loro fastidio, osservare attentamente se la frana ha interrotto il sentiero oppure no.

inizio
Tutto ha inizio a Jena, una bella cittadina costruita nella valle del fiume Saale, nell'allora Confederazione Germanica, sede di una delle migliori Università del mondo, dove il 17 Novembre del 1846, il trentenne ingegnere meccanico Carl Frederich Zeiss, rivelatosi poi un genio dell’Ottica, aprì un’officina e un piccolo magazzino nella Neugasse N° 7.
Nel piccolo laboratorio (circa venti dipendenti) Zeiss svolgeva attività di riparazioni di strumenti fisici e chimici e di vendita di telescopi, attrezzi da disegno, bilance e termometri. Dall'anno seguente iniziò anche a produrre semplici microscopi. A quel tempo, il livello d'interesse mostrato dagli scienziati e dai medici e ricercatori nei microscopi cresceva sempre più perché erano gli unici strumenti che consentivano ingrandimenti tali da soddisfare le loro esigenze.
Grazie alla qualità dei suoi prodotti ben presto la Zeiss divenne fornitore dell'Università di Jena. L'imprenditore, oltre ad essere convinto che dovesse esistere un metodo scientifico rigoroso per determinare gli elementi di base dei sistemi ottici, era maniacalmente attento alla qualità dei suoi prodotti: si racconta che era solito distruggere a martellate i microscopi su cui riscontrasse anche un minimo difetto di fabbricazione.
Già dal 1870 la Zeiss adottò dei macchinari che consentirono la produzione in serie delle apparecchiature. Tale innovazione consentì alla Zeiss di diventare il riferimento nel mercato della ricerca scientifica, grazie alla qualità e alla quantità dei prodotti. Quando il dottor Koch annunciò di aver scoperto il bacillo della tubercolosi, ringraziò pubblicamente la Carl Zeiss per l'aiuto dato alle ricerche.
Carl Zeiss iniziò una proficua e duratura collaborazione con il direttore dell'osservatorio di Jena, Ernst Abbe, classe 1840, al tempo giovane professore di matematica, che nel 1872 entrò in società. I suoi studi sui sistemi ottici consentirono alla Zeiss di sviluppare nuovi modelli matematici per lo sviluppo di obiettivi e lenti di nuova generazione, ottenendo così proprietà ottiche considerevolmente migliori rispetto al passato. Questo know-how “tecnologico” fece guadagnare all’azienda un riconoscimento internazionale. Ma Abbe, uomo dell’Ottocento, credeva che la scienza dovesse essere messa a disposizione di tutti, e quindi non brevettava le nuove scoperte permettendo così alle aziende concorrenti di utilizzarle commercialmente.
Abbe, nel 1879, fu contattato dal giovane chimico Otto Scott, esperto vetraio formatosi prevalentemente nella vetreria del padre, che gli spedì la formula per un nuovo vetro all'ossido di litio, con caratteristiche di purezza e uniformità mai viste fino a quel momento. Tra loro si stabilì una fitta rete epistolare che terminò con il trasferimento di Scott a Jena e la successiva integrazione nella società nel 1882.
Nel 1884, Carl Zeiss, Roderich Zeiss (il figlio di Carl), Ernst Abbe e Otto Schott fondarono la Glastechnische Laboratorium Schott & Genossen (Laboratorio per le tecnologie del vetro di Schott e soci).
Nel dicembre 1885 Carl Zeiss fu colpito da un primo infarto, da cui non si riprese più. Le sue condizioni peggiorarono. Piegato da altri tre infarti consecutivi, morì a Jena il 3 dicembre 1888 all’età di settantadue anni. In quel periodo la Zeiss arrivò a costruire il microscopio numero 10.000, con 250 operai impiegati nella catena produttiva.

laboratorio

Nel mese di maggio dell’anno successivo, Ernst Abbe fondò la Carl Zeiss Stiftung, (Fondazione Carl Zeiss), con sede a Dresda, il cui statuto puntò allo sviluppo della ricerca scientifica e alla tutela dei diritti del lavoratore. Agli operai furono garantiti
un massimo di otto ore lavorative e condizioni migliori rispetto alla media del periodo. Nel 1891 la Fondazione Zeiss divenne l'unica proprietaria delle imprese Zeiss, Carl Zeiss e Scott und Genasse (“Scott e soci” di cui era socio anche il figlio di Carl Zeiss).
Nell’anno 1900 la Fondazione Carl Zeiss contava 1.070 operai con un mercato rivolto solo all’Europa, poiché l’America imponeva dazi sulle merci importate nel nuovo continente.  Per questo motivo, alcuni prodotti furono concessi in licenza a fabbriche estere, come la "Bausch and Lombi" di Rochester, New York.
Agli inizi del novecento la Fondazione Carl Zeiss decise di iniziare una politica di assorbimento di altre industrie. A causa delle difficoltà del primo dopoguerra, infatti, la maggioranza delle industrie ottiche tedesche versava in pessime condizioni finanziarie, e di ciò approfittò la Fondazione, grazie alla sua consolidata presenza sul mercato e a un robusto capitale in materiali e conoscenze. Nel frattempo, nel 1905, all’età di sessantacinque anni, morì Ernst Abbe.
Nel 1937 la Fondazione Carl Zeiss aveva interessi commerciali e stabilimenti sparsi in più di ventinove nazioni nel mondo. Dal '33 la produzione dell’Azienda sviluppo gli strumenti d’osservazione militari. Produsse con successo binocoli con ottiche grandangolari per uso militare, sistemi ottici resistenti alla pressione per gli U-Boot, binocoli a periscopio per il puntamento dei carri armati. Inoltre macchine fotografiche Zeiss furono montate sulle V2 per operazioni di telerilevamento delle coste inglesi.
Negli anni Quaranta, oltre al 100% della Carl Zeiss di Jena e della Schott, la Fondazione Carl Zeiss deteneva il 70% delle azioni della Zeiss Ikon, l'80% di quelle della società Gauthier, il 30% della Deckel e il 70% della Hensoldt, un'importante fabbrica di binocoli di Wetzlar.
Durante la seconda guerra mondiale, le capacità produttive della Zeiss furono concentrate esclusivamente per gli usi militari, abbandonando quasi completamente le ricerche in ambito ottico non finalizzate alle forniture per l’esercito. Ovviamente, già dal 1943, gli stabilimenti della Carl Zeiss di Jena divennero un obiettivo primario nella strategia di bombardamento aereo portata avanti dagli Alleati.
E’ importante, a questo punto, inquadrare il particolare contesto storico e analizzare gli eventi che hanno poi determinato il futuro della Fondazione Zeiss e l’evoluzione dell’Industria Ottica a livello mondiale. Bisogna premettere, infatti, che, con la fine della guerra (aprile 1945), la Germania fu divisa quattro zone, una sotto il controllo sovietico e tre sotto il controllo degli Alleati (rispettivamente inglese, francese e statunitense).

fine 800

Dresda, la città sede della Fondazione Zeiss e della Zeiss Ikon, si trovava nella zona d’influenza sovietica, cosi come Jena, la sede della Carl Zeiss (dove erano prodotti gli obiettivi), si trovava anch’essa nella zona sovietica. L’evento che ha determinato la successiva evoluzione storica è che mentre Dresda fu occupata dai sovietici, Jena lo fu dagli statunitensi, che solo dopo tre mesi la consegnarono alle truppe dell’Unione Sovietica.
Quando il colonnello Goddard, nell'aprile del 1945, entrò in Jena a capo delle truppe americane, scoprì subito che i bombardamenti alleati, finalizzati alla distruzione degli stabilimenti Carl Zeiss, avevano provocato danni notevoli ma non devastanti, al punto che le fabbriche erano ancora operative.
La prima preoccupazione degli americani, quindi, fu quella di spostare velocemente il maggior numero di scienziati e attrezzature possibili nella zona di competenza delle forze alleate. Le motivazioni ufficiali furono quelle di dover rinforzare l’industria militare, poiché era ancora in corso la guerra col Giappone. Molti, invece, continuano a pensare che gli americani si preoccuparono solamente di sottrarre cervelli e macchinari al futuro nemico, l’Unione Sovietica.
Il colonnello statunitense Zemke selezionò circa ottanta persone, tra ricercatori e tecnici della Carl Zeiss, più una quarantina di dirigenti delle vetrerie Schott. Queste persone, insieme alle loro famiglie, furono invitate a trasferirsi all'ovest. Furono portati via anche progetti e molti macchinari. Molti altri dipendenti Zeiss rifiutarono tale richiesta e decisero di rimanere dov'erano. In ogni caso, il trasferimento a ovest degli scienziati della Carl Zeiss rese possibile la rinascita successiva dell'industria ottica tedesca.
Quasi contemporaneamente, nel maggio del 1945 i sovietici entrarono a Dresda, e due mesi dopo, nel luglio, gli statunitensi restituirono loro la città di Jena.
A questo punto, dunque, i sovietici si ritrovarono in possesso di tutto ciò che restava della Fondazione Zeiss e degli
stabilimenti di Jena, ad eccezione dei tecnici e delle attrezzature trasferite all'ovest dagli americani.
Anche la Hensoldt, che era sotto il pieno controllo della Fondazione Zeiss ancora prima dell’inizio della guerra, avendo sede a Wetzlar (quindi all’Ovest), fu a questa “scippata” e data in consegna alla Zeiss Ovest … che si trovò così in mano così la tecnologia dei binocoli con prismi a tetto …
Ufficialmente, la Fondazione Zeiss rinacque il 23 febbraio del 1949 a Oberkochen, vicino Stoccarda, ma come sede di produzione era già attiva, sempre a Stoccarda, la vecchia fabbrica della Contessa-Nettel, scampata ai bombardamenti aerei. Già dal marzo 1947, comunque, per gli obiettivi fu utilizzato un nuovo marchio, Zeiss Opton. In tre anni la neonata Fondazione si riorganizzò e crebbe fino a impiegare 800 dipendenti.
Se a ovest la Zeiss fu rimessa in piedi, sempre grazie ai "cervelli" trafugati da Jena e ai massicci investimenti statunitensi (Piano Marshall), a est, la SMAD (Sowjetische Militäradministration in Deutschland, Amministrazione militare sovietica in Germania) iniziò a trasferire a Kiev i macchinari per la produzione di fotocamere, e a Krasnogorsk, vicino Mosca, quelli per la produzione di obiettivi.
Tutto il know how (tecnici, progetti, attrezzature,  ecc…) fu trasferito in Unione Sovietica. Dopo la fine della guerra, l’URSS iniziò la competizione con gli USA per la supremazia mondiale con l’inevitabile avvento della guerra fredda. Nella conseguente corsa agli armamenti, l’industria ottica sovietica ebbe un grande sviluppo rapportato alla sua vertiginosa espansione.
Nell’ex URSS, c’erano centinaia di stabilimenti sparsi nelle varie repubbliche (Russia, Ucraina, Bielorussia, ecc., fino alla lontana Siberia), senza contare quelli nei paesi satelliti.
In realtà, tutto o quasi quello che accadde in quegli anni è poco noto, e soprattutto poco documentato. Ma, se ufficialmente l'unico legame tra la Zeiss dell'est e quella dell'ovest era la fornitura di obiettivi della prima alla seconda, sicuramente esistevano ancora molti legami più o meno noti tra le due società.
Da una parte, la guerra fredda portò al boicottaggio, in occidente, dei prodotti venuti dall'oriente; dall'altra, la Zeiss di Stoccarda cominciò a essere autonoma nella produzione di obiettivi, potendosi così svincolare dalle forniture di Jena. Iniziò anche una vera e propria competizione tra le due Zeiss, cercando l'una di mantenere alto il prestigio delle proprie origini e l'altra, quella dell’ovest, la supremazia sul mercato con progetti sempre più innovativi e avanzati.
Nel 1951, dopo varie battaglie legali, la Fondazione Carl Zeiss riacquistò l'esclusiva del marchio Carl Zeiss; dunque il marchio Zeiss Opton scomparve, anche se fu utilizzato fino agli anni '80 per indicare i prodotti esportati all'est. Nel 1953, infine, la Fondazione Carl Zeiss cambiò nome, che divenne definitivamente Carl Zeiss.
Nel 1954 iniziò un altro procedimento giudiziario con il quale la Zeiss di Stoccarda rivendicava l'utilizzo esclusivo dei marchi Zeiss Ikon, Carl Zeiss e di altri marchi collegati, registrati prima della guerra. Tale azione legale si concluse solo il 30 giugno del 1961, quando la corte di giustizia federale di Carlsruhe sentenziò che era la Zeiss occidentale ad avere il diritto esclusivo all'uso di quei marchi. Per motivi legati a questo contenzioso alcuni prodotti costruiti a Jena, furono siglati con il nome “Carl Zeiss Jena”, ma solo per alcuni mercati, e talvolta il marchio è stato sintetizzato in "CZ Jena" o semplicemente in "Jena", fino a diventare "aus Jena" e infine "Jenoptik". E così, dopo oltre cento anni, la storica fabbrica di Jena non ha potuto più fregiarsi col suo vero e prestigioso nome, ma si è dovuta nascondere dietro il nome anonimo di "aus Jena" che significa semplicemente Da Jena-proveniente da Jena.
Da un punto di vista generale, negli anni Sessanta la Carl Zeiss occidentale godeva di ottima salute. Il suo primato in materia di ottica non era in discussione e la sua politica di assorbimento di altre industrie era proseguita. Col passare degli anni un numero sempre crescente di produttori di strumenti ottici è divenuto parte dell'imponente complesso industriale di Stoccarda. Nel 1956, addirittura, la Carl Zeiss aveva acquisito il controllo della gloriosa concorrente Voigtlander, e dieci anni dopo l'avrebbe assorbita del tutto.
Come si può già aver intuito, invece, l'evoluzione della Zeiss orientale fu assai sofferta, a causa delle ingerenze statali nell'economia: nel 1953 la porzione della Carl Zeiss Jena rimasta sotto il controllo della Germania Est, che aveva comunque mantenuto una propria autonomia e operato quindi come business unit indipendente, fu associata alla VEB Carl Zeiss Jena. Si tratta di una tipica industria di stato, dal momento che l’acronimo VEB anteposto alla denominazione delle aziende tedesco-orientali sta per Volkseigener Betrieb, impresa di proprietà del popolo, cioè dello stato.
Con la caduta del muro di Berlino, la disgregazione dell’Unione Sovietica e lo sgretolamento della cortina di ferro, è iniziato, ad opera dei polacchi, un intenso commercio di prodotti dell’est Europa con una significativa presenza di prodotti ottici in particolare quelli ex sovietici. Ovviamente molti prodotti erano derivati da quelli militari e non poteva essere diversamente, visto che tutta la ricerca era indirizzata prevalentemente in quel settore.
Negli anni novanta, sulle bancarelle dei polacchi che venivano in Italia con vecchi pullman stipati all’inverosimile, con la scusa di andare a Roma a vedere il Papa polacco, c’era, fra le tante cose, una quantità e varietà di binocoli russi e polacchi mai vista prima in occidente; di alcuni nemmeno se ne conosceva l’esistenza. Oltre alla presenza di obiettivi, macchine fotografiche, telescopi, ecc…, spesso si trovavano anche ottiche prettamente militari tipo: mirini per fucile, telemetri, e una gran varietà di visori notturni. Il tutto a prezzi irrisori. Ancora oggi è possibile acquistare sui siti internet ottimi binocoli russi, tutti discendenti dei famosi Zeiss Jena, a prezzi molto inferiori rispetto agli analoghi costruiti nello stesso periodo nell’occidente.
Tutti i costruttori di binocoli devono qualcosa alla Carl Zeiss Jena. La Nikon giapponese, all’inizio, ha imparato a fare i binocoli dai tecnici Carl Zeiss Jena fatti venire (a pagamento) dalla Germania. L’americana Baush & Lomb pure e così pure i francesi e gli inglesi.
In tutti i casi, nel 1991 le due società tornarono a essere unite dopo quarantacinque anni di separazione. La sede principale è rimasta a Oberkochen. Negli anni seguenti, la Carl Zeiss ha aperto due stabilimenti in Ungheria, ha partecipato a una joint venture in Bielorussia e ha aperto nuove sedi affiliate nell’Europa orientale.
Nel 1995 Carl Zeiss, Oberkochen, ha acquistato le azioni mantenute da Jenoptik GmbH di Carl Zeiss Jena GmbH, quello che era rimasto della gloriosa Carl Zeiss di Jena, diventando l’unica proprietaria.
Quest’anno la Carl Zeiss celebra il suo 170° anniversario. L’azienda rappresenta ancora oggi un punto di riferimento nel campo della ricerca, progettazione e produzione ottica a livello mondiale.
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