SOMMARIO
Anno VI
Numero 1
Gennaio 2016
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ARCHIVIO
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Ritorno al futuro
di Rudolf Nocker
Questa storia parla di Rudolf, consulente tecnico EA7 di Giorgio Armani
nonché guida escursionistica e maestro di sci della Val Gardena, e
Soraya, una cavallina „Quarter -Trotter - Araba di 10 anni.
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Da
anni sognavo di farmi un giro a cavallo, inteso come esperienza
di viaggio. La cosa buffa era che non avevo ancora un cavallo, o
meglio, 20 anni fa ne avevo due, ma alla nascita dei miei figli ho
deciso di venderli ...
La passione per i cavalli però mi è rimasta dentro. Mi
lasciavo trasportare dalla lettura di libri e film su viandanti a
cavallo e sognavo ad occhi aperti di vivere anch’io una
simile esperienza.
Il mio sogno si é ulteriormente rafforzato dopo aver conosciuto
Mauro Ferraris, pioniere ed esperto cavaliere di equitazione alpina, e
il suo gruppo Alpitrek. Mi sono unito a loro in un paio di
occasioni. Il loro modo di vivere la libertá e la natura mi ha
molto colpito e coinvolto, mettendo sempre in primo luogo il rispetto
per il cavallo.
Due anni fa ho raccontato ad un’amico, gestore di un maneggio al mt. Pana in Val Gardena, delle mie gite a cavallo.
Lui non ha esitato un attimo a farmi vedere una cavallina
„Quarter-Trotter-Araba“ che nessuno voleva poiché
era stata urtata al garretto posteriore destro da un’auto.
L’ho vista, l’ho provata, ed è stata mia. Soraya,
una cavallina dal carattere buono, con voglia di andare e priva
di vizi. Solo a tratti leggermente agitata a causa di precedenti
esperienze.
Per tutta l’estate ci siamo avventurati, io e lei, su per i
monti, forcelle, sentieri esposti, vecchie mulattiere. Era rinato in me
il sogno di allora: viaggiare col cavallo.
L‘estate, l’autunno, l’inverno trascorsi allenandoci
e conoscendoci sempre meglio, costruendo una fiducia reciproca,
fondamentale per affrontare un viaggio.
Ormai eravamo pronti, ma dove andare?
In primavera del 2014 ho pensato di fare una gita sulle montagne
dell’ Alto Adige. Alcuni amici mi hanno proposto:
„perché non la Patagonia, Mongolia o comunque in paesi
piú ...“
I loro suggerimenti mi hanno lasciato un pò sorpreso. Avendo
infatti girato il mondo e visto bei posti, non ho mai
riscontrato un concentrato di bellezza, storia, cultura come lo
troviamo nelle nostre belle Dolomiti.
Cosi pensando e ripensando al viaggio da organizzare e confidandomi con
alcuni amici esperti, sono venuto a conoscenza che proprio nel 2014
ricorreva il 5° anno della Fondazione DOLOMITI UNESCO.
Questo ha fatto sì che ho elaborato un progetto per rendere
onore a questo patrimonio, cambiando quindi la mia idea iniziale.
Ho chiamato questo progetto RITORNO AL FURURO.
Desideravo visitare e collegare tutti i 9 comprensori delle DOLOMITI
UNESCO. Calcolando il tempo di percorrenza e i km dell‘ intero
tragitto), che avevo in mente, mi sono reso subito conto che
l’impresa non era cosa da poco. Ma l’entusiasmo era
talmente grande che non mi son lasciato turbare più di tanto.
734 km in 37 giorni prevalentemente in quota e/o su vecchie mulattiere,
toccando varie sedi dei parchi naturali delle DOLOMITI UNESCO dove
venivano organizzati incontri con autorità, scolaresche,
responsabili del turismo nonché tutti quelli che volessero
partecipare a scambi di idee sulla salvaguardia delle DOLOMITI UNESCO.
Questa è stata la mia motivazione più profonda per vivere questa avventura.
Volevo conoscere innanzitutto questi bei posti (io avevo visitato solo
quelli delle mie zone), per capire meglio il mio passato, ovvero la
storia, la cultura e l‘arte della gente del posto. Mi incuriosiva
il modo in cui si vive tutt’oggi su queste montagne cosi belle,
affascinanti, uniche e allo stesso tempo così difficili e piene
di sofferenza con tradizioni popolari all’insegna della lentezza
e della semplicità.
Il viaggio vuole anche essere un’occasione per vivere e
sperimentare le DOLOMITI UNESCO attraverso la più antica e
sostenibile forma di mobilità, quella del cammino a piedi in
compagnia di un fidato amico: il cavallo.
Abbiamo iniziato il viaggio dal Brenta per poi passare al Bletterbach,
al Latemar-Catenaccio-Sciliar, alle Puez-Odle, al
Fanes-Senes-Braies-Tre Cime, alle Dolimiti Friulane e le Dolomiti
Bellunesi, alle Pale di S.Martino, alla Marmolada, al mt. Pelmo-Croda
da Lago per finire a Cortina.
Vi racconto come è stato il primo giorno anche per rendere l’idea della nostra avventura ...
Siamo arrivati a Caderzone il 12.09. nel pomeriggio. Gentilmente siamo
stati ospitati da Sandro Mosca, che subito ci ha messo a nostro agio.
Ero a dir poco emozionato, anche perché non conoscevo
quello cui andavamo incontro. Avevo portato troppa roba con me ancora
da smistare e da scegliere per il viaggio... Va precisato che non avevo
mai fatto un viaggio cosi lungo col cavallo. L’idea era quella di
partire con il necessario per Soraya e per me, senza fare rifornimenti
oltre che per il nostro mangiare.
All’indomani sveglia presto. Ho preparato Soraya alla giornata
con fieno e mangime, ordinando l’assetto da viaggio. Puntuale
è arrivato Simone con il suo cavallo Coffe Bean, che mi ha
seguito per i primi 5 giorni.
Siamo partiti alla volta di Strembo, sede del Parco Naturale Adamello-
Brenta dove siamo stati accolti cordialmente dagli
amministratori. Abbiamo ripreso subito la nostra avventura verso
Bucenago per poi salire verso la malga Plan. Dopo aver passato un
pendio molto ripido entrando nel bosco, fronteggiamo la prima
difficoltà: percorso interrotto a causa di alberi abbatuti.
Decidiamo pertanto di ritornare fino alla malga Plan. Al ritorno
però ecco il nostro primo ostacolo: un „ponte“
costituito da 3 tronchi attaccati l’uno all‘ altro con una
„siepe“. Soraya scivola improvvisamente, mi travolge,
urtiamo la siepe e cadiamo nei cespugli. Riusciamo a rialzarci, grazie
a Dio, con qualche graffio per Soraya nonché una botta alle
costole per me.
E tutto questo dopo sole due ore di marcia! Ammetto che ero molto
turbato anche perché avevamo ancora 700 km e 36 giorni davanti a
noi con passaggi altrettanto difficili.
Col senno del poi posso affermare che questo episodio è stato di
grande lezione per tutto il resto del viaggio anche perché sono
stato molto più guardingo.
Una volta arrivati alla malga Movlina, veniamo accolti dal amico di
Simone > Lorenzo, che gestisce con Alessandro l’alpeggio con
mucche, capre, ed altri animali. Mangiamo i loro prodotti caserecci e
vino a volontà ...
Con una tale accoglienza mi è difficile pensare di riprendere il
cammino, ma pensando al lungo tragitto che ci attende, a malincuore
salutiamo Lorenzo e Alessandro e ripartiamo.
Arriviamo sul passo d’Agola , seguito dall‘ omonimo lago,
per poi risalire verso la Bassa Valfrasinella. Prima di arrivarci
dobbiamo attraversare un’altro ponte strettissimo. Questa volta
Simone è costretto a precedermi con Coffe Bean, essendo Soraya
ancora agitata dalla caduta precedente. Passiamo il ponte indenni e
risaliamo la montagna per arrivare al rif. Graffer. Nel fratempo
è diventato buio e io sono al limite delle mie forze. Anche
Soraya patisce la giornata difficile, iniziata alle 6 di mattina e
adesso sono le 22 ...
Veniamo accolti da Luis gestore insieme a Roberto Manni – nota
guida di spedizioni Himalyane e non solo. Ci coccolano con delle
pietanze squisitissime, ma non reggiamo a lungo.
Doccia e poi a letto, domani si riparte per una nuova avventura ...
Chi volesse rivivere il nostro viaggio può seguirci sulla pagina
Facebook: DOLOMITI UNESCO WALK o contattarmi per ulteriori informazioni
> rudolfn@tin.it o cellulare > 320 725 1040
Rudolf e Soraya
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