SOMMARIO
Anno VI
Numero 2
Ottobre 2016
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Lettera
scritta da Guido Guidi alias Sisto Bisceglia che quest’anno con
l’amico Salvatore Capasso hanno percorso un tratto dell'antico
Tratturo.
ps:
G.G. è la migliore guida del Matese, chi in Lui s’abbandona felice arriva alla meta
'E vanno pel tratturo antico al piano … '
(Gabriele D’Annunzio)
“Prima che l’avanzare dell’età ce lo
impedisca, o peggio, prima che possa capitare qualcosa a uno di noi
due, sarebbe bello, almeno una volta, fare insieme un trekking con i
cavalli …. Mi devi promettere che ci pensi!“. Queste sono
state le parole del mio coetaneo Salvatore, in una calda mattinata
d’inizio luglio.
Superato un primo attimo di stupore per l’insolita richiesta da
parte di persona che non ha esperienza di cavalli, e dopo aver eseguito
alcuni rituali scaramantici per le parole pronunciate dallo stesso
Salvatore, d’impulso ho risposto con la prima cosa ovvia che mi
è venuta in mente: “E’ fattibile solo se riusciamo a
procurarci … un cavallo!”.
Lui aveva già una mezza idea del percorso. Non si trattava di
una semplice escursione da terminare in giornata, ma di un vero e
proprio viaggio, sui tratturi della transumanza, da concludere in tre
giorni.
Da molto tempo accarezzavo l’idea di percorrere i Regi Tratturi
con il cavallo. In passato, in occasione di qualche raduno, ne ho
percorsi piccoli tratti e mi sono reso conto che sono lo scenario
ideale per l’escursionismo a cavallo, a stretto contatto con la
natura, ricco di fondamentali testimonianze di quella che era la vita
pastorale dei secoli passati. Purtroppo mi è mancata sempre
l’occasione o forse aspettavo il momento più opportuno.
La sera stessa e nei giorni successivi, ho iniziato ad analizzare con
più calma la fattibilità del progetto che, in prima
battuta, mi era sembrato improbabile.
Conosco molto bene le qualità “escursionistiche” di
Salvatore. Certo non è un problema per lui marciare su percorsi
di montagna. Ha pratica di escursioni e di trekking a piedi e anche di
viaggi in bicicletta. Inoltre ha già tutto il necessario,
compresa l'attrezzatura per gli eventuali bivacchi.
Riflettendoci bene, forse rimaneva la persona più adatta con cui
condividere questa esperienza, e poi … c’è sempre
quel sano pizzico di follia che ci accomuna.
Alla mancanza di pratica con i cavalli da parte del mio compagno potevo
facilmente sopperire, in fondo si trattava di gestire solo due cavalli
ma … dovevo scegliere un soggetto adatto.
Negli ultimi mesi alle mie escursioni di fine settimana ha sempre
partecipato una cavalla di 11/12 anni, di nome Luna. La cavalla,
meticcia, con un carattere docile e tranquillo, è molto robusta
ed ha un piede sicuro sui terreni impervi. L’ho vista salire
sulle cime del Matese, dietro il mio cavallo, senza mai dare alcun
segnale di disagio. Mi è piaciuta da subito anche per la sua
attitudine a socializzare con gli altri cavalli.
Quindi, non rimaneva che verificare con gli amici di Matese Ranch,
proprietari dell’animale, la possibilità di utilizzare la
cavalla per tre giorni, oltre alla possibilità di organizzare il
trasporto dei due cavalli e rispettivi cavalieri fino al punto di
partenza del tragitto: Ponte della Zittola nei pressi di Castel di
Sangro (AQ). La reciproca stima e la fiducia nei confronti miei e di
Salvatore, hanno fatto il resto.
Venerdì 19 agosto 2016, alle ore 6.00 del mattino, appuntamento
davanti alle scuderie di Matese Ranch. Il buon Vincenzo De Lellis, con
molta disponibilità e pazienza, ha trasportato cavalli,
cavalieri e attrezzature fino al punto stabilito, facendo in modo che
alle ore 9.00, come da programma, il cammino potesse aver inizio.
Tre giorni di marcia ininterrotta. Il programma prevedeva il rientro
percorrendo il Regio Tratturo Castel di Sangro-Lucera fino a Campobasso
e il Braccio Cortile-Matese, che lo interseca, fino al Lago Matese, con
arrivo presso le scuderie di Matese Ranch.
Salvatore “Il Navigatore” (nomignolo ideato per
l’occasione), come avevo previsto, ha seguito costantemente la
traccia con il GPS, strumento rivelatosi fondamentale soprattutto nella
parte montana del percorso, dove ormai il tratturo non è
più evidente e la vegetazione infestante la fa da padrona.
Forse abbiamo un po’ esagerato. Centodieci chilometri con
quattromila metri di dislivello, attraversando anche zone
prevalentemente montuose e molto aspre, andavano percorsi con qualche
giorno in più. Abbiamo forzato un pochettino ma, alla fine, i
cavalli sono arrivati in buone condizioni e i cavalieri stanchi ma
felici di aver concluso il percorso.
L’attenzione per gli amici cavalli è stata maniacale. Nei
tratti in discesa si è proceduto rigorosamente a piedi,
conservando le energie dei cavalli per le dure salite. Inoltre, con la
consapevolezza di muoversi su un percorso concepito per gli animali,
abbiamo costantemente cercato tutti i fontanili o punti d’acqua
che potessero dar loro refrigerio sotto il sole cocente di Agosto.
Per il resto che dire? Luna, la cavalla, si è rivelata
all’altezza delle aspettative, e il mio cavallo Diablo, come al
solito, duro come le rocce del nostro Matese!
L’esperienza è stata molto positiva e appagante. Resta
l’amara constatazione che ormai i tratturi sono in uno stato di
abbandono e in alcuni tratti non ve n’è più traccia.
Alla fine mi resta solo un dubbio atroce: Caro Salvatore, il trekking
è stato fatto, ma adesso mi devo preoccupare che …
“può capitare qualcosa a uno di noi due” ???.
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Caro Lupo Grigio
Il
motivo per cui le spedizioni dell’ak sono concentrate nei primi
giorni d’agosto ( o erano) è preciso sulle alpi
occidentali le condizioni del tempo in quei giorni sono stabili,
l’anticiclone prende in genere il sopravvento e tiene lontano il
pericolo maggiore “il fulmine”
La
pioggia non è un problema, prima bagna ma poi il vento asciuga,
la neve d’agosto non blocca i passi, il fulmine crea pericolo
soprattutto a quote elevate, quando lasci la foresta ed entri
nella prateria alpina, lo spettacolo diventa ancor più maestoso,
sei in cielo quello vero, e in caso di temporale la distanza tra te e
Lui è minima.
Il
fulmine è magnifico e possiede un pensiero che quando si scarica
sceglie il punto preciso che lo attira, immaginati la scena: venti
cavalli in fila indiana, tutti ovviamente ben ferrati ( se no sarebbero
sulla spiaggia in passeggiata) e quindi non isolati dal terreno,
pieni di ferramenta: chiodi da roccia, morsi, moschettoni e così
via su sentiero scoperto a quote che vanno dai 2 ai 3000m, questa
colonna in marcia ordinata attira lo sguardo dell’esteta, ed il
fulmine è un esteta credimi.
Personalmente
sparire carbonizzato sulla montagna tra fulmini e lampi non mi
dispiacerebbe, Morte veloce e priva di sofferenza ma i soldati di cui
si a la responsabilità? Meglio far decider loro. Quindi anche se
amo il fulmine mi tengo alla larga dai guai che può causare
Come?
Scendere immediatamente se si è in sella ( diminuendo la distanza con la nube)
Perdere quota velocemente e senza assolutamente correre
Evitare alberi isolati e roccioni e qualsiasi cosa o oggetto che possa attirare l’attenzione
Aumentare le distanze di sicurezza cercando di mimetizzarsi nel terreno il più possibile
Se
avrai voglia un giorno racconto di quando l’abbiamo incontrato ,
eravamo sotto il lago delle Monache sotto passo Galambra, tempo fa
Spero non averti annoiato, saluta Natalia e tutti i tuoi
vecchiolupo
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caro Lupo Grigio
Delinquente del Guado sotto il Col des Hayes
gran bello scavalcamento,
gli scouts erano svegli prima della sveglia, veloci abbiamo arrotolato
i sacchi, scaldato e bevuto il caffè, veloci ma senza fretta,
calmi e particolarmente sereni,
i cavalli tranquilli a contatto di mano tutta la notte,
il bivacco magnifico, le guide avevano scovato un posto incredibile,
vicino ad un lago nella foresta sui 1800m, senza mosche, senza zanzare
con erba a volontà, legna, acqua buona, e il sole radente fino
ad un attimo prima della notte.
Prima della salita abbiamo trapassato un villaggio, Le Scalps, riempire
20 borracce richiede qualche minuto, la colonna era ferma davanti ad
una vecchia casa alpina bellissima, erano le 8 e la giornata splendida,
giuro parlavamo sottovoce ma la proprietaria è uscita lo stesso
( in vestaglia) ha raccontato che la casa era del 600 ed era
l’unica risparmiata dal furioso incendio che aveva distrutto il
paese due secoli fa, era sempre stata della famiglia da generazioni; a
fiuto si sentiva quello che diceva. Racconto completo in pochi minuti.
Poi
La strada aveva ceduto alla pista e la pista all’ardito sentiero,
valli ancora abitate da montanari testardi che fienano ancora a quote
superbe, come non bastasse sette Grifoni sono arrivati sopra,
volteggiavano lenti senza battere le ali enormi, mai visti prima, ho
chiesto allo Sciamano il significato, ma non ha saputo spiegare
l’incontro, siamo a contatto col lupo, la volpe, il cervo e
spesso l’aquila reale ma mai prima col grifone tra l’altro
così a Nord
Aspettiamo un tempo ha concluso lo Sciamano, il significato sconosciuto, l’apparizione di sette Grifoni
Vecchio lupo ( scadente)
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