SOMMARIO
Anno VI
Numero 2
Ottobre 2016
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ARCHIVIO
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Appennini, avventure di una guida a cavallo.
di Roberto Cauglia
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Le mie avventure a cavallo sugli Appennini iniziano intorno al 2005
quando conobbi l’agriturismo Ca’ Maddalena, sito a
Fermignano nelle Marche. Da qualche anno mi ero trasferito dal mio
paese, Bottida in Sardegna, alla ricerca di un lavoro in fabbrica
e non pensavo mai che un giorno mi sarei ritrovato a lavorare con i
cavalli,una passione nata sin da piccolo e un sogno nel cassetto.
Iniziai a frequentare il maneggio dell’agriturismo e ben presto
diventai amico di Michele (grande appassionato di cavalli,
natura e gestore insieme a Ivan e Marco della struttura Agrituristica e
relativo maneggio) e Alessandro addestratore e istruttore.
Inizialmente si facevano passeggiate da un ora o più
nelle campagne circostanti, massimo una giornata e sempre in
sella alla Grigia (all’epoca la mia preferita). Con loro ho
condiviso anche la primissima esperienza di più giorni
sull’Alpe della Luna, 1450 m s.l.m. , in un tratto di
Appennino compreso tra le Marche la Toscana e la Romagna. Data la
poca esperienza e l’inadeguata preparazione fisica, me la ricordo
decisamente faticosa ma tornato a casa ben presto la stanchezza venne
scalzata via da quel senso di estrema libertà e di avventura che
per la prima volta provai insieme al mio compagno
quadrupede. Quel viaggio mi fece capire che volevo scoprire
sempre di più questo modo di vivere il cavallo e tempo
qualche settimana ero già in possesso del mio primo
cavallo, Kima, una puro sangue Araba di 4 anni con la quale per
un anno ho avuto il piacere di girovagare per il parco della Gola del
Furlo, sul Monte Nerone e Monte Catria.
La gola del Furlo dista solo tre ore circa di cavallo da
Ca’ Maddalena e sin troppo spesso è stata la meta dei
nostri piccoli giretti d’estate per cercare, con sacco a
pelo e tenda, di sfuggire dall’afa delle serate
di luglio e agosto per dormire sotto le stelle. Spesso la mattina
eravamo risvegliati dal verso dell’aquila reale che ormai
da più di trent’anni nidifica nelle meravigliose pareti
della gola, da branchi di cinghiali intenti a brucare sui
vasti pascoli del parco e dalle veloci corse di caprioli o del
branco di cavalli che vive anch’esso da diversi
decenni nella riserva. Non sono sicuramente tanti ma una mattina
abbiamo avuto la fortuna di vedere, a non più di cinquanta metri
da noi, anche due splendidi lupi che però non tardarono
tanto a dileguarsi.
Sul Monte Nerone alto 1520 m. ho compiuto oramai una quindicina di
viaggi scoprendo prima il versante est ricco di sentieri attraversati
da ruscelli, boschi , prati con centinaia di cavalli e mucche al
pascolo e due piccoli borghi dove poter trovare ristoro . Dai
suoi crinali si ammira un paesaggio veramente bello ed in
giornate limpide è possibile vedere fino ai Monti
Sibillini.
Sul Monte Catria alto 1700m ci arrivammo per la prima volta nel 2007.
Facendo base in un rifugio lo abbiamo girato in lungo e in largo
senza evitare sentieri i cui dirupi inizialmente mi crearono
qualche piccolo problema di vertigini, ma ben presto passò, era
molto più forte l’emozione di stare in quella natura!!
. Il gruppo era formato da 7 cavalieri ed ognuno aveva il
proprio cavallo. Nonostante durante l’anno si uscisse spesso,
aspettavamo sempre Settembre perché in quel periodo Michele
organizzava sempre qualcosa di diverso, sempre più lontano da
casa.
Nel 2008 la piccola Kima mi lasciò e trovai un nuovo
compagno di avventura, Beytown o meglio il Nero (come lo chiamo io)un
purosangue Arabo morello di 8 anni col quale mi sono avventurato per la
prima volta sui Monti Sibillini. Era tutta una tipologia diversa di
viaggio, questa volta dovevamo caricare tutto il necessario per
affrontare una settimana intera (tende, coperte per i cavalli e cibarie
varie), solo al 6 giorno a Castelluccio di Norcia avremmo dormito
e mangiato in una vera struttura. Il gruppo questa volta era cresciuto
a 10 . La vera bellezza di quell’itinerario è la
varietà dei paesaggi che nell’arco di una sola giornata
cambiano senza che uno se ne accorga. Fiumi, torrenti, creste e
crinali, le meravigliose faggete del Monte Cucco (1560 m),
le praterie dei Monti Sibillini dove per ore e ore si calpesta soltanto
l’erba e i tanti paesini con la loro gente che fanno di questi
itinerari dei viaggi unici.
Nel 2010 Michele studiò nei dettagli un nuovo itinerario.
Questa volta puntò a farci scoprire il Parco nazionale del Gran
sasso e Monti della Laga. Il gruppo era composto da 10 cavalieri e io
questa volta affrontai il viaggio con la mia anglo araba sarda Isotta
di 13 anni. Raggiunta Amatrice in camion, ci siamo mossi in
direzione del lago di Campotosto, superato l’ultimo crinale
prima del paesino si gode di una veduta davvero mozzafiato con il lago
e la catena del gran sasso dalla quale spunta il Corno Grande (2910
m). Questa volta alla fine di ogni tappa si arrivava in qualche
locale. Il secondo giorno l’arrivo era previsto a Campo
Imperatore a 1800 m. e precisamente al rifugio di lago Racollo,
questa è una infinita piana un po’ più selvaggia
rispetto a quella di Castelluccio e le montagne che la circondano danno
l’idea di essere in un piccolo Tibet . Gli altri giorni di
viaggio ci vedono attraversare oltre alla natura anche una
incredibile serie di paesi e borghi come Castel del Monte, Santo
Stefano di Sessanio, Rocca Calascio (situata a 1460 metri e costruita
intorno all’anno mille come punto d’osservazione militare
per contrastare il nemico), Castelvecchio Calvisio, fino ad arrivare
l’ultimo giorno a Capodacqua dove un camion ci attendeva
per fare ritorno a casa.
Nuovo anno, nuova avventura, nel 2011 Michele decise di partire
alla scoperta delle foreste Casentinesi tra Toscana e Romagna. Questa
volta i partecipanti erano addirittura 17. I primi due giorni
attraversammo l’Alpe della luna e Bocca Trabaria per arrivare al
Santuario della Verna, da li per un paio di giorni i sentieri erano
immersi in faggete secolari dalla bellezza straordinaria, fino ad
arrivare al Santuario di Camaldoli, la cui visita mi diede proprio la
sensazione del tempo che si è fermato diversi secoli prima. Come
l’anno precedente anche a san Benedetto in Alpe (arrivo
della comitiva) c’era un camion della Tast Horses che con il loro
ottimo servizio di trasporto cavalli ci avrebbe riportata a casa.
La voglia di vivere a contatto con il cavallo e la natura mi davano
sempre più soddisfazioni. Ai primi di ottobre decisi di partire
per un viaggio di cinque giorni per provare un itinerario
studiato da Michele ma senza di lui. L’itinerario prevedeva
il Monte Nerone, la Sella del Burano, il Monte Cucco, il Catria e
la Riserva della gola del Furlo. Come compagno di viaggio avevo
Massimiliano un ragazzo che aveva partecipato al viaggio nel Casentino,
ma stavolta i comfort dei locali erano solo un miraggio.
A novembre andai a Verona per la fiera dei cavalli e mentre
girovagavo tra un capannone e l’altro trovai lo stand
dell’Alpitrek che ancora non conoscevo ma che mi incuriosì
subito perché organizzavano viaggi sulle Alpi. Lì ho
avuto il piacere e l‘onore di conoscere Paola
Giacomini e Arianna Corradi due fantastiche guide con tanta esperienza
alle spalle che iniziarono a raccontarmi le loro grandi imprese a
cavallo, talvolta in solitaria, in Spagna, Portogallo, Francia ed
Inghilterra. Rimasi affascinato dalla loro fibra, niente
sembrava spaventarle, anche viaggiare da sole
o dormire sotto un tendalino in mezzo alla neve, ma ben presto
capii quanta passione e amore per questa vita e per questo fantastico
animale. Acquistai il libro di Arianna “Quel sogno di partire a
cavallo”, e rimasi colpito dal coraggio con cui affrontò
le varie situazioni che il viaggio fino all’Inghilterra le
presentò. Iniziai ad informarmi sull’Alpitrek e suoi loro
viaggi, sul modo di vivere di pensare, su quali potevano essere le
differenze all’interno dello stesso mondo. Era nato un
nuovo sogno volevo scoprire le Alpi insieme a loro. Ma per una serie di
cose questo sogno è ancora dentro un cassetto in attesa del
momento giusto, nel frattempo sogno ad occhi aperti leggendo Campo
di Stelle della Grande Paola Giacomini che con la sua Isotta è
arrivata fino Santiago.
Con l’esperienza maturata nel corso degli anni, Michele
decise di dar vita ad un comparto specifico di lunghi viaggi
all’interno del proprio piccolo maneggio, è così
che si arriva nel 2012 all’ Horseback.it. Non si trattava
più di viaggi tra amici relegati solo a settembre, bensì
di organizzarne per chiunque volesse scoprire questo fantastico
modo di viaggiare in giro per la natura e soprattutto con i tempi
che essa stessa stabilisce e che ben poco hanno a che vedere con quelli
della quotidianità di tanti. Essendo un tesserato Fitetrec-Ante
con il secondo livello, ho fatto dei corsi e un esame per
diventare accompagnatore equestre e li il sogno diventò ben
presto realtà. Entrai a far parte del team di Horseback composto
da Michele ideatore e guida , Alessandro accompagnatore, esperto del
metodo Parelli e dei vari sentieri degli Appennini, Dayana da sempre
appassionata di cavalli libertà e natura. Inizialmente gestivo i
campi base, avendo cura che tutto fosse a posto quando cavalli e
cavalieri arrivavano a fine tappa. Si montava un tendone per la
convivialità e piccole igloo per dormire , un recinto
perchè gli animali potessero muoversi liberamente durante
la notte e infine si preparava la cena. Fatta la colazione
e ripartita la banda a cavallo si smontava tutto e si ripartiva per
montare di nuovo il campo nella tappa seguente. I 12 cavalli del
maneggio sono in buona parte cavalli autoctoni, cavalli del
“ Catria” , animali molto docili e abituati a
camminare in Appennino e per questo molto adatti alla tipologia
di viaggio che svolgiamo. Vennero strutturati 5 viaggi diversi con
varie difficoltà e durata ,da una giornata alla Gola del Furlo,
due giorni sul monte Montiego, 4 giorni al monte Nerone, 5 giorni sul
Monte Catria e Acuto e infine una settimana fino a Castelluccio di
Norcia. Ben presto mi ritrovai a viaggiare non più come cliente
ma a dover guidare insieme ad Alessandro o da solo gruppi di 4/5
cavalieri, a volte esperti a volte un po’ meno, ma fortunatamente
sempre persone responsabili e pronte a tutte le situazioni
che si possono creare in viaggio.
Nel 2012 ebbi modo di collaborare con un maneggio sito in Carpegna (la
zona più a nord del Montefeltro) e gestito da Martina, raggiante
ragazza innamorata dei cavalli e dei bambini, faceva parte
dell’associazione Cavalgiocare . Con lei sono partito dal parco
Sasso Simone e Simoncello per creare un ippovia che collegasse i tre
parchi della provincia di Pesaro Urbino: Il parco del Sasso Simone
(Carpegna) , il parco della Gola del Furlo (Acqualagna) ed infine il
parco di San Bartolo (Pesaro), bellissima zona quasi montana che si
affaccia sul mare Adriatico.
Nel 2014 sono finalmente partito per la prima volta come guida. Con me
c’era Alessandro e dovevamo condurre nel trekking
nove ragazzi coi quali abbiamo per 5 giorni ,abbiamo attraversato
il monte Nerone ,la sella del Burano il monte Cucco e le colline di
Acqualagna e Frontone.
Ogni viaggio ci offriva la possibilità di conoscere persone
nuove, olandesi , tedeschi , inglesi, tante persone con
storie e vite completamente differenti ma tutte accomunate dalla
voglia di libertà e da un'unica grande passione, il
cavallo, il protagonista era sempre lui. Nel settembre dello
stesso anno, insieme ad una ragazza conosciuta in uno dei viaggi,
decisi di approfondire la conoscenza del massiccio del Nerone e per
quanto uno pensi di sapere le cose, le sorprese, come quella del
magnifico arco di Fondarca a Pieja, non mancarono di certo.
L’anno seguente, ad agosto, son partito in compagnia di un
personaggio molto particolare e grandissimo conoscitore dell’arco
Appenninico, Gandalf (Paolo), 58enne con lo spirito del
ventenne, barba lunga bianca capelli legati in una coda, capello
da elfo e più di 20 anni in sella alla conquista di mete a me
sconosciute come ad esempio le Cinque Terre e il sogno di arrivare in
Francia. Insieme a lui e ad Alessandro, un suo
amico, attraversando tutta l’Alpe della Luna, in un
solo giorno percorremmo 68 km quasi sempre in cresta. Avendo il doppio
dei miei anni non pensavo potesse reggere certi ritmi, ma chiaramente
mi sbagliavo e fui io a dovermi adattare ai suoi di ritmi, che presto
mi portarono nuovamente nel Casentino, al Santuario della Verna, a
Badia Prataglia e poi verso su a Bagno di Romagna, Verghereto fino al
monte Fumaiolo. Anche se la destinazione iniziale (Poggio
di petto), dovette essere abbandonata, le emozioni di un viaggio dove
sono stato messo alla prova fisicamente più di tante altre
occasioni ( 260 km. contro i classici 160/180), sono impresse
indelebili dentro di me. Dopo nemmeno un mese da questo intensissimo
viaggio, preparai di nuovo l’attrezzatura, il mio
“Nero”, e son ripartito come accompagnatore insieme a
Michele ed altri 12 ragazzi, di cui molti amici conosciuti in altri
viaggi, alla scoperta degli itinerari alternativi alla volta di
Castelluccio. Sebbene il maltempo si sia fatto sentire più
di altre volte, questo non ha mai scalfito la tenacia
dell’affiatato gruppo.
Ogni 17 gennaio a Pianello di Cagli, un paesino sito nei piedi
del monte Nerone ,si festeggia Sant’Antonio Abate patrono del
paese e protettore degli animali. Partimmo la mattina al sorgere
del sole e dopo circa tre ore di salita sul Monte Nerone la temperatura
era ancora ferma ai meno 7gradi,ma questo non ci scoraggiò.
Arrivammo per l’appuntamento annuale della benedizione
degli animali e dopo la messa del vescovo in piazza,festeggiammo per
tutta la giornata.La piazza del paese era gremita da muli con il basto
che dominavano la scena, all’incirca una trentina,una ventina di
cavalieri arrivati da tutto il circondario e cani gatti conigli perfino
qualche capra o gallina per onorare il Santo protettore. Alle 17 mentre
tutti continuavano a festeggiare noi riprendemmo la via del monte per
ritornare a casa dove ci attendeva una bella gelata serale.
Il 21 maggio l’Alpitrek in collaborazione con Ranch
Accademy organizzò uno stage per la formazione delle guide
a cavallo e così con lo zaino in spalla decisi di prendere il
treno per raggiungere Giaveno.Li ho avuto l’onore finalmente di
ritrovarmi accanto i grandi maestri dei viaggi a cavallo,Il grande capo
Mauro Ferraris ,Arianna Corradi,Paola Giacomini (che a giugno
partirà dalla Repubblica Ceca con la sua compagna Isotta per
ripercorrere la via del lupo),Luca Zignin e tanti altri ragazzi che
come me amano la libertà in sella al proprio cavallo. Nei tre
giorni passati insieme non solo ho acquisito tante nuove nozioni per
viaggiare in autonomia a cavallo ma ho avuto il piacere di ascoltare i
tanti racconti dei vari viaggi fatti in solitaria in giro per
l’Europa (e non solo).Guardare i loro visi mentre raccontavano mi
faceva capire quanto fossero innamorati di questo modo di vivere la
vita con il proprio compagno di avventura.
Ripresi a viaggiare a metà maggio,decisi di partire 6 giorni per
andare giù a Castelluccio di Norcia per riguardare tutta la
strada e modificare qualche sentiero .Le difficoltà non
mancarono nei primi giorni dovemmo ripristinare qualche sentiero e
tagliare un paio di piante che ostruivano il passaggio e il terzo
giorno dovetti fermarmi a Colfiorito a causa dei temporali in
corso che non permettevano certo di avventurarsi
sull’Appennino.Il giorno dopo siamo ripartiti ma una volta saliti
a quota 1600 la grandine ci tenne in balia della sua forza per una
mezzoretta,i cavalli non avevano alcuna intenzione di proseguire e
quindi finchè non arrivò la pioggia la sosta
all’aperto fu obbligatoria. Dopo qualche ora arrivammo a Visso
dove ci rifocillammo con pane prosciutto e del buon vino rosso. Da li a
poco sarebbe arrivato il camion che ci riportava a casa,purtroppo
avendo perso un giorno di strada dovetti rinunciare all’arrivo a
Castelluccio.Tornai il venerdi sera a casa e la mattina dopo sellai un
altro cavallo e partii di nuovo per due giorni ,questa volta il gruppo
era formato da 8 ragazzi .Il primo giorno attraversate le colline
di Fermignano abbiamo guadato il fiume per arrivare ai piedi del Nerone
nel paesino della Badia di Naro dove,una volta consumato il pranzo si
prende un sentiero che si inerpica sul monte attraversando spesso un
ruscello dove nelle giornate calde ci si ferma per rinfrescarsi. Dopo
qualche ora di sella si arriva nel borghetto di Baciardi dove
Lollo e la Betty ci aspettano nella loro Slowcanda per fare uno
spuntino a base di prodotti locali. Finita la pausa siamo ripartiti per
addentrarci nel sentiero del Fosso dell’Eremo dove di nuovo si
attraversa costantemente un ruscello. La sera arrivati a destinazione
ai piedi della Balza della Penna cerano i ragazzi dello staff
Horseback dove hanno montato il tendone per la cena e le varie tendine
per passare la notte in un ansa del fiume .La mattina seguente
consumata la colazione siamo ripartirti per scoprire il Monte Montiego
il suo piccolo paesino(abitato principalmente in estate)fino ad
arrivare nuovamente alla Badia di Naro dove alla Fattoria di Celestino
ci aspettavano per il pranzo,da li Ca Maddalena non è molto
distante e nel tardo pomeriggio abbiamo fatto ritorno.
Per il 20 giugno si formò un nuovo gruppo di 7 persone(di cui
Zoe di 12 anni) con destinazione Castelluccio di Norcia,questa volta
però 4 cavalieri avevano il proprio cavallo. La mattina del
lunedi il temporale ci diede il buongiorno quindi dovetti posticipare
il viaggio al pomeriggio. Verso le 14 il tempo migliorò e quindi
partimmo subito in modo da arrivare a Frontone verso le 20,durante il
percorso però la pioggia si ripresentò scortandoci
fino all’accampamento,una volta sistemati i cavalli smise di
piovere..Il giorno seguente partimmo in direzione del Monte Cucco
ci si fermò nell’Eremo di Fonte Avellana,li dopo aver
visitatola chiesa e l’orto botanico ci siamo diretti
all’interno dell’Eremo dove i frati servono il pranzo ai
tanti fedeli e viandanti. Dopo il caffè di nuovo in marcia ci
attendevano 4 ore di salita da quota 520 a 1100 dove impegna
fisicamente cavalli e cavalieri. Il terzo giorno visto che le tappe
precedenti erano più dure ,abbiamo percorso una quindicina di
km,in modo che una volta arrivati a Val Sorda per il pranzo ci si
riposava fino al mattino seguente. Ripartiti da Val Sorda la prossima
tappa fu Monte Alago dove ci attendeva il nostro amico Eris che ogni
volta ci accoglie a braccia aperte .Il 5 giorno la sveglia suonò
presto perche la giornata prevedeva 43 km di marcia nei vari monti
prima di arrivare a Fematre.Il 6 giorno la tappa era nuovamente
impegnativa 41 km ma alla fine arrivare a Castelluccio e ritrovarsi di
fronte lo spettacolo della piana e tutti i monti circostanti ha
ripagato gli sforzi dei vari giorni. Tornato a casa dopo nemmeno una
settimana sono ripartito sul monte Nerone con tre ragazzi per una nuova
avventura di due giorni. Questa volta la meta era Pianello e i sentieri
per arrivarci sono molte volte impegnativi. Arrivati sul crinale con i
suoi precipizi di centinaia di metri qualche crollo psicologico ha
preso il sopravvento per un attimo,ma fortunatamente il gruppo era ben
affiatato e quindi passato lo sconforto si arrivò in serata a
destinazione. Il giorno seguente partimmo con uno spirito più
forte tutti quanti dopo aver scampato l’abbandono del viaggio di
uno dei partecipanti. A luglio ho eseguito altri 3 viaggi sul Monte
Nerone da 2 e 4 giorni e due viaggi ad Agosto .Per metà
settembre avevamo in programma un viaggio in Abruzzo di una
settimana per collegare la tratta del viaggio di Castelluccio di Norcia
fino a Campo Imperatore ma purtroppo a causa della tragedia del
terremoto abbiamo deciso di partire in Toscana nella foresta
Casentinese .Il gruppo è composto da dieci cavalieri il viaggio
durerà sei giorni,la prima tappa è Borgo pace
attraversando il passo della Spugna ,il secondo giorni si arriva a
Chiusi della Verna dove andremo a visitare il Santuario della Verna,il
terzo si attraversa il passo dei Mandrioli,il 4 giorno si arriva e ci
si ferma sul Monte Fumaiolo dove nasce il fiume Tevere ed il 5 e
il 6 giorno attraverseremo i monti della Carpegna per poi fare
ritorno a casa.
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