SOMMARIO
Anno IX
Numero 1
SPECIALE
I cavalieri cosacchi
in Carnia
1945
Febbraio 2017
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Le origini dei cosacchi
MF
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Nel 1569 l'unione di Dublino sancì la fusione della
Lituania con la Polonia; di conseguenza le terre russe del medio
Dnieper passarono sotto il dominio polacco: queste terre erano abitate
da contadini piccoli russi - ucraini - di fede ortodossa che mal
sopportavano l'arroganza del clero cattolico, naturale alleato
dell'aristocrazia polacca. La Russia meridionale, a quei tempi,
confinava con il mondo della steppa, un mare d'erba deserto, selvaggio
e sconfinato, attraversato saltuariamente dai tartari del Khanato di
Crimea, quando andavano a saccheggiare gli stati cristiani di Mosca e
di Polonia. I contadini russi che vivevano al confine della steppa a
volte si avventuravano in essa per cacciare e raccogliere il miele
selvatico, per pescare nelle ricche acque dei fiumi.
Ma esisteva continuamente il pericolo di incontrare i tartari, con il
rischio di perdere la vita o di venire catturati e venduti, come
schiavi; fu così che si abituarono a portare sempre con
sé le armi. Così si costruì il guerriero della
steppa, cacciatore di belve e di uomini, difensore della fede
ortodossa, restio a tornare nella civiltà che aveva lasciato
dietro le spalle. Questi ex servi della gleba autoriscattatosi
abbandonando il vecchio modo di vivere cominciarono a popolare le rive
dei fiumi delle steppe; dai tartari che combattevano acquisivano il
cavallo, e l'arte di saperlo condurre nonché molti vocaboli, il
modo di vestire e il modo di combattere. Lo stesso nome cosacco deriva
dalla parola tartara qazaq, vagabondo. L'abbandono delle campagne mise
in crisi l'economia rurale del regno di Polonia e creò scontento
nell'aristocrazia terriera che vedeva depauperato parte del suo
patrimonio; per controparte, popolando la steppa veniva garantita la
difesa dei confini meridionali del mondo cristiano dal pericolo turco e
dalle continue incursioni che mussulmani facevano; per questo motivo la
creazione di uno stato cosacco autonomo, non fu ostacolato dal reame
polacco ma in un certo senso riconosciuto. Questo Stato si era
organizzato in maniera apparentemente antitetica: militare e anarchica
proprio per soddisfare le esigenze della comunità e del singolo
che la componeva, il quale amava profondamente la propria
libertà individuale ed era costretto a combattere continuamente
per difenderla, non solo dai tartari ma anche dai polacchi, che cessato
il pericolo turco miravano a inglobare questo incredibile Stato che si
era venuto a formare.
Tutti gli uomini erano in servizio militare attivo permanente, i capi
venivano eletti dall'assemblea - Rada -; un villaggio di stanize
costituiva il reggimento comandato dall'Esaùl equivalente al
grado di capitano, più reggimenti formavano l'armata guidata
dall'Atamano generale dei cosacchi. Dopo le rivolte guidate dai
leggendari Taras Trasilo e Curia, l'Atamano Chmelnìtski nel
1648, convinto di non poter trionfare da solo sulla Polonia, chiese
aiuto ai moscoviti. L'accordo fu firmato nel 1654 tra lo Zèmski
Sobòr e la Rada; da quel momento i moscoviti inglobarono la
Piccola Russia nel loro regno impegnandosi a rispettare l'autonomia
cosacca senza riscuotere imposte; da allora però gli Atamani
furono nominati dallo Zar e non più eletti dai guerrieri; per
controparte i cosacchi si impegnarono a fornire le armate di cavalleria
all'esercito russo.
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