SOMMARIO

Anno IX
Numero 2
Giugno 2017

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ARCHIVIO

 

 

 

 

Buffalo Bill e i butteri romani
di Mauro Ferraris

Il lettore romano Franco Cocco desidera avere dei particolari sulla venuta del famoso circo di Buffalo Bill a Roma e sull'incontro con i butteri della campagna romana
francobolloA Roma, Buffalo Bill venne una prima volta nel 1890, con il suo «Wild West Show» (Spettacolo del Selvaggio Ovest) che esibitosi dapprima negli Stati Uniti - era stato creato nel 1883 - quattro anni più tardi si trasferì in Europa, dove mietè larghi successi. La gara con i butteri della campagna romana avvenne però in occasione di un'altra visita, nel 1906. Il suo impresario, Nathan Salsbury, scoperse per primo la eccezionale abilità equestre dei mandriani della campagna romana, e dopo averne accennato al colonnello Cody (tale era il nome autentico di Buffalo Bill) organizzò il loro incontro facendo apparire uno dei capi dei butteri, Antonio Cantalamiccia, direttamente sull'arena del circo, subito dopo la chiusa del famoso quadro in cui veniva rievocato il massacro di Custer e del VII Cavalleria sul Little Big Horn.
Cantalamiccia presentò a Buffalo Bill una specie di cartello di sfida, in cui i butteri da lui capeggiati gli proponevano di partecipare nell'Agro Pontino a una gara di corsa a cavallo, doma di tori e acrobazie varie da compiersi in sella. È da tener presente che in quell'epoca seguivano il Circo di Buffalo Bill non soltanto dei cavalleggeri americani e dei gruppi di Pellirosse, bensì anche dei rappresentanti delle razze più famose per atavica prodezza equestre, come Arabi e Cosacchi. Questi vari gruppi furono consultati a proposito della sfida, e tutti si mostrarono propensi ad accettarla. Il più scettico era Buffalo Bill, il quale, venuto il giorno dell'incontro, sentì crescere la propria sfiducia osservando l'aspetto denutrito e famelico dei butteri, tutti più o meno contagiati dalla malaria che regnava nella regione.
La sfida, che originariamente avrebbe dovuto compiersi «senza premi e senza pubblico», era stata reclamizzata e una folla di spettatori eterogenei si accalcava sul luogo. La prima prova consistette nel prendere al laccio cavalli e tori. Il più giovane dei figli di Cantalamiccia, di nome Remolo, si misurò contro il campione del Circo, il gaudio Diego Lorentez, che sapeva fare prodigi con il lazo, e lo battè: sette animali catturati contro cinque. Seguì la corsa, a squadre; e qui l'onore del «Wild West Show» fu sostenuto dagli arabi di Abd-el-Gophir, che da anni seguivano il colonnello Cody. Gli arabi ristabilirono la parità, poiché i butteri non riuscirono a superarli, pur continuando a incalzarli fino alla meta, che alcuni degl'Italiani sfiorarono addirittura.
La terza gara, quella delle acrobazie, vide misurarsi dapprima il capo indiano Camicia Rossa, nettamente «surclassato» da un giovane buttero; poi il cosacco Feodor Lowrowskij, che affrontò un torello selvaggio mentre il suo competitore romano si parava contro a un altro. Il buttero domò per primo il suo animale; poi, senza apparente stanchezza, si fece incontro a quello di Lowrowskij, che resisteva ancora, e l'obbligò alla resa. Il cosacco considerò questo gesto come una provocazione; e i due uomini stavano per venire alle mani, quando una minaccia d'incendio nel vicino villaggio dei butteri sopravvenne a stornare in altra direzione le energie dei contendenti.

buffalo bill

I cavallerizzi del «Wild West Show» e i mandriani dell'Agro lottarono insieme per domare le fiamme; poi il Circo (che doveva lasciare l'Italia subito dopo la sfida) decise di fermarsi il tempo necessario per un'altra rappresentazione, il cui incasso fu devoluto interamente in favore dei sinistrati dal fuoco.
Da allora, un gruppo di butteri entrò a far parte del «Grande Spettacolo» di Buffalo Bill e ne seguì le fortune fino al 1913, l'anno in cui il colonnello, ormai molto anziano, decise di liquidarlo. Egli morì, com'è noto, il 10 gennaio 1917, all'età di 71 anni. L'immensa popolarità di cui godono, ancor oggi, gli spettacoli del genere «western» si deve in gran parte alla sua attività di pioniere. Senza Buffalo Bill e le sue tournées,  l'Europa avrebbe seguitato a ignorare la magia del «Selvaggio Ovest».