SOMMARIO

Anno XII
Numero 21
Febbraio 2020

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ARCHIVIO

 

 

 

 

LIBRI

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L'OCCASIONE PERDUTA
di Cesare Pettorelli Lalatta
Editore: Mursia

Nel 1926 fu sequestrato il libro Il sogno di Corzano e ne rimasero rare copie; ora è riapparso con un nuovo titolo, ma riprodotto tale e quale. Il generale Cesare Pettorelli Lalatta (nome di guerra Finzi) narra, quale protagonista, la preparazione e il fallimento di una operazione di guerra poco conosciuta, ma unica per le caratteristiche, che vanno dal giallo alla tragedia, e per i risultati che sarebbe stato possibile conseguire, se fosse stato eseguito il piano formulato dal Finzi.
Riassumiamo la vicenda: un ufficiale austriaco prende contatto nel luglio 1917 col maggiore Finzi, capo dell’ufficio informazioni delle armate 1° e 6°. I due ufficiali prendono accordi e preparano un piano per cui, in una certa notte, truppe italiane potranno penetrare senza incontrare resistenza nelle linee austriache in fondo alla Valsugana e marciare su Trento. Il Comando Supremo mette a disposizione del generale Etna, comandante della 6° armata, numerose truppe e il comando dell’operazione è affidato al colonnello brigadiere Zincone. Nella notte dal 17 al 18 settembre 1917 il LXXII battaglione bersaglieri oltrepassa senza incontrare resistenza la linea nemica e occupa il paese di Carzano.
L’inizio è brillante; altre colonne dovrebbero ampliare il successo e procedere oltre, ma per errori del comando si arrestano, benché il Finzi si prodighi per riparare alle deficienze. Il nemico, che era rimasto sorpreso, reagisce e il battaglione bersaglieri, comandato dal valoroso maggiore Giovanni Ramorino, rimasto isolato in Carzano, resiste tenacemente ai contrattacchi e si sacrifica quasi per intero. Il valoroso suo comandante, rimasto ultimo a proteggere la ritirata dei suoi bersaglieri, colpito a morte, scompare nelle acque del torrente Maso.
L’autore completa l’avvincente narrazione con la pubblicazione dei documenti austriaci, dai quali appaiono l’impressione suscitata dalla sorpresa e le apprensioni causate dai pericolo corso. Pensiamo che sarebbe stato opportuno, invece di ripubblicare tale e quale il libro di quarant’anni fa, rivederlo, per attenuare l’opinione che i nostri sarebbero sicuramente giunti a Trento ed avrebbero fatto crollare l’intero fronte del Trentino, poiché fin dalle prime ore del mattino del 18 settembre già due battaglioni tedeschi dell’Alpenkorps sbarravano la Valsugana. Il successo sarebbe stato certamente notevole, ma probabilmente non tanto decisivo quanto l’autore prevedeva.
 

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STORIA DELLA DECADENZA E CADUTA DELL'IMPERO ROMANO

di Edward Gibbon
Editore: Einaudi

Nato in Inghilterra da una famiglia di gentiluomini di campagna, Edward Gibbon rappresenta nella storiografia europea la felice sintesi fra l’esigenza umanistica di attento studio delle fonti, e le idee illuministiche, specialmente di Voltaire, che propugnavano la necessità di interpretare i fatti umani secondo un canone filosofico. La sua opera fondamentale, questa «Storia della decadenza e caduta dell’impero romano», apparve tra il 1766 e il 1788; l’idea, come documenta lo stesso autore nella sua «Autobiografia», gli venne a Roma il 15 ottobre 1764, mentre sedeva pensoso tra i ruderi del Campidoglio.
Ma il titolo non deve trarre in inganno perché Gibbon inizia la sua trattazione fin dall’epoca degli Antonini e segue via via le fasi della crisi e della rovina dell’impero d’Occidente nel contesto dei suoi rapporti con l’Oriente e il mondo barbarico, ma poi prosegue con le vicende d’Europa fino al crollo, nei 1453, dell’impero d’Oriente. Di modo che il suo tema si dilata, da quello che doveva essere e restare il nucleo centrale, in un meditato e organico panorama di storia universale che, accanto alla genesi e al diffondersi del cristianesimo, indaga sulle origini delle nazioni europee e comprende anche fenomeni pertinenti a civiltà diverse dalla nostra, come quella islamica. Nella sua prefazione alla bella edizione einaudiana (3 voll.) che ci ripropone questo classico in una elegante traduzione di G. Frizzi, Arnaldo Momigliano, se da un lato riconosce quanto il Gibbon deve ai suoi predecessori, dall'altro rileva i meriti che hanno consacrato la fama di questo libro. «Così il suo Decline and Fall è insieme un quadro vivace e complesso del Medioevo secondo un dato punto di vista e un autoritratto eccezionale della mentalità settecentesca.»


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L'OPPIO DEL POPOLO
di Goffredo Fofi
Editore: elèuthera

“La politica non si era ancora accorta che divertire il popolo era diventato il modo migliore per fotterlo”

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FILM

Land of Mine - Sotto la sabbia

la demonizzazione della Germania continua,il perchè è evidente per coloro che sfuggono il "pensiero unico"
ma perchè questa storia?
qualcuno si è reso conto?
improbabile


l'autore dice:

“La mia intenzione era quella di rivelare un episodio basato su un fatto storico che fa ancora vergognare particolarmente la Danimarca. Molti storici finora hanno evitato l’argomento, comprensibilmente forse. Non volevo assegnare colpe o puntare il dito; mi sembrava interessante fare un film che non guardasse i tedeschi sempre come mostri. È la storia di un camion militare pieno di giovani ragazzi tedeschi, che sono stati sacrificati nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Tuttavia [..] è davvero solo un film sugli esseri umani”. Il cineasta nella nota di regia parla dello scopo del suo film, un’opera che vuole parlare di un episodio dimenticato e ancora doloroso, un racconto che mira ad essere una storia universale, costruisce un percorso che va dall’odio (quello che il Sergente esprime all’inizio del film quando picchia con una ferocia e una violenza senza freni un ragazzo danese che lo ha sfidato portando la propria bandiera) e da una pena da scontare al perdono e alla fratellanza che si concretizza in un’umanità che si unisce, si aiuta e si stringe.
Di sequenza in sequenza emerge un fatto: quelli che Rasmussen ha di fronte sono solo dei ragazzi trascinati in un conflitto voluto da altri, terrorizzati – il regista insiste sui loro primi piani, sui dettagli del corpo sporco, affamato e impietrito – e spaesati. L’occhio cinematografico indaga le loro debolezze, i loro sogni (tornare a casa e fare una vita normale, con un lavoro normale, trovare una ragazza e celebrare la vita, rivedere mamma e papà), la loro immensa paura.