|
L'OCCASIONE PERDUTA
di Cesare Pettorelli Lalatta
Editore: Mursia
Nel
1926 fu sequestrato il libro Il sogno di Corzano e ne rimasero rare
copie; ora è riapparso con un nuovo titolo, ma riprodotto tale e quale.
Il generale Cesare Pettorelli Lalatta (nome di guerra Finzi) narra,
quale protagonista, la preparazione e il fallimento di una operazione
di guerra poco conosciuta, ma unica per le caratteristiche, che vanno
dal giallo alla tragedia, e per i risultati che sarebbe stato possibile
conseguire, se fosse stato eseguito il piano formulato dal Finzi.
Riassumiamo la vicenda: un ufficiale austriaco prende contatto nel
luglio 1917 col maggiore Finzi, capo dell’ufficio informazioni delle
armate 1° e 6°. I due ufficiali prendono accordi e preparano un piano
per cui, in una certa notte, truppe italiane potranno penetrare senza
incontrare resistenza nelle linee austriache in fondo alla Valsugana e
marciare su Trento. Il Comando Supremo mette a disposizione del
generale Etna, comandante della 6° armata, numerose truppe e il comando
dell’operazione è affidato al colonnello brigadiere Zincone. Nella
notte dal 17 al 18 settembre 1917 il LXXII battaglione bersaglieri
oltrepassa senza incontrare resistenza la linea nemica e occupa il
paese di Carzano.
L’inizio è brillante; altre colonne dovrebbero ampliare il successo e
procedere oltre, ma per errori del comando si arrestano, benché il
Finzi si prodighi per riparare alle deficienze. Il nemico, che era
rimasto sorpreso, reagisce e il battaglione bersaglieri, comandato dal
valoroso maggiore Giovanni Ramorino, rimasto isolato in Carzano,
resiste tenacemente ai contrattacchi e si sacrifica quasi per intero.
Il valoroso suo comandante, rimasto ultimo a proteggere la ritirata dei
suoi bersaglieri, colpito a morte, scompare nelle acque del torrente
Maso.
L’autore completa l’avvincente narrazione con la pubblicazione dei
documenti austriaci, dai quali appaiono l’impressione suscitata dalla
sorpresa e le apprensioni causate dai pericolo corso. Pensiamo che
sarebbe stato opportuno, invece di ripubblicare tale e quale il libro
di quarant’anni fa, rivederlo, per attenuare l’opinione che i nostri
sarebbero sicuramente giunti a Trento ed avrebbero fatto crollare
l’intero fronte del Trentino, poiché fin dalle prime ore del mattino
del 18 settembre già due battaglioni tedeschi dell’Alpenkorps
sbarravano la Valsugana. Il successo sarebbe stato certamente notevole,
ma probabilmente non tanto decisivo quanto l’autore prevedeva.
|
|
STORIA DELLA DECADENZA E CADUTA DELL'IMPERO ROMANO
di Edward Gibbon
Editore: Einaudi
Nato in Inghilterra da una famiglia di gentiluomini di campagna, Edward
Gibbon rappresenta nella storiografia europea la felice sintesi fra
l’esigenza umanistica di attento studio delle fonti, e le idee
illuministiche, specialmente di Voltaire, che propugnavano la necessità
di interpretare i fatti umani secondo un canone filosofico. La sua
opera fondamentale, questa «Storia della decadenza e caduta dell’impero
romano», apparve tra il 1766 e il 1788; l’idea, come documenta lo
stesso autore nella sua «Autobiografia», gli venne a Roma il 15 ottobre
1764, mentre sedeva pensoso tra i ruderi del Campidoglio.
Ma il titolo non deve trarre in inganno perché Gibbon inizia la sua
trattazione fin dall’epoca degli Antonini e segue via via le fasi della
crisi e della rovina dell’impero d’Occidente nel contesto dei suoi
rapporti con l’Oriente e il mondo barbarico, ma poi prosegue con le
vicende d’Europa fino al crollo, nei 1453, dell’impero d’Oriente. Di
modo che il suo tema si dilata, da quello che doveva essere e restare
il nucleo centrale, in un meditato e organico panorama di storia
universale che, accanto alla genesi e al diffondersi del cristianesimo,
indaga sulle origini delle nazioni europee e comprende anche fenomeni
pertinenti a civiltà diverse dalla nostra, come quella islamica. Nella
sua prefazione alla bella edizione einaudiana (3 voll.) che ci
ripropone questo classico in una elegante traduzione di G. Frizzi,
Arnaldo Momigliano, se da un lato riconosce quanto il Gibbon deve ai
suoi predecessori, dall'altro rileva i meriti che hanno consacrato la
fama di questo libro. «Così il suo Decline and Fall
è insieme un quadro vivace e complesso del Medioevo secondo un dato
punto di vista e un autoritratto eccezionale della mentalità
settecentesca.»
|
|
L'OPPIO DEL POPOLO
di Goffredo Fofi
Editore: elèuthera
“La politica non si era ancora accorta che divertire il popolo era diventato il modo migliore per fotterlo”
|
FILM
Land of Mine - Sotto la sabbia
la demonizzazione della Germania continua,il perchè è
evidente per coloro che sfuggono il "pensiero unico"
ma perchè questa storia?
qualcuno si è reso conto?
improbabile
l'autore dice:
“La mia intenzione era quella di rivelare un episodio
basato su un fatto storico che fa ancora vergognare particolarmente la
Danimarca. Molti storici finora hanno evitato l’argomento, comprensibilmente
forse. Non volevo assegnare colpe o puntare il dito; mi sembrava interessante
fare un film che non guardasse i tedeschi sempre come mostri. È la storia di un
camion militare pieno di giovani ragazzi tedeschi, che sono stati sacrificati
nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Tuttavia [..] è davvero
solo un film sugli esseri umani”. Il cineasta nella nota di regia parla dello
scopo del suo film, un’opera che vuole parlare di un episodio dimenticato e
ancora doloroso, un racconto che mira ad essere una storia universale,
costruisce un percorso che va dall’odio (quello che il Sergente esprime
all’inizio del film quando picchia con una ferocia e una violenza senza freni
un ragazzo danese che lo ha sfidato portando la propria bandiera) e da una pena
da scontare al perdono e alla fratellanza che si concretizza in un’umanità che
si unisce, si aiuta e si stringe.
Di sequenza in sequenza emerge un fatto: quelli che Rasmussen ha di fronte sono
solo dei ragazzi trascinati in un conflitto voluto da altri, terrorizzati – il
regista insiste sui loro primi piani, sui dettagli del corpo sporco, affamato e
impietrito – e spaesati. L’occhio cinematografico indaga le loro debolezze, i
loro sogni (tornare a casa e fare una vita normale, con un lavoro normale,
trovare una ragazza e celebrare la vita, rivedere mamma e papà), la loro
immensa paura.
|