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SOMMARIO

Anno XIII
Numero 22
Maggio 2021

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ARCHIVIO

 

 

 

 

EDITORIALE
di Mauro Ferraris

Incidere anche lievemente la crosta di banalità che copre il ricordo dei nomadi a cavallo del Nord America non è molto facile. La storia passata e presente si  presta a manipolazione, e conseguente speculazione  come del resto molte altre storie, il mito del buon selvaggio è ancora presente, non più come negli anni 80 ma si è ben incuneato nel pensiero unico contemporaneo.

Chi erano gli indiani, come vivevano, cosa pensavano e come si comportavano?

Quali erano i rapporti con gli euroamericani?

Gli indiani non sono stupidi e molti di loro hanno raccontato storie che sapevano piacere ai perbenisti, agli amici degli indiani che vivevano all’est, ma i rapporti che avevano e che hanno con l’uomo bianco son tesi all’ovest ancora adesso.

Molte ferite sono aperte ancora oggi, anche se i tempi ultimamente cambiano veloci.

Esiste accurata documentazione: diari e rapporti perlopiù nascosta mentre impera il romanzo, la filmografia, molti europei che si riversano nelle riserve sono delusi nel vedere loro vestiti come noi seduti ad ascoltare musica rock, ma coloro che cercano trovano non facilmente ma trovano ancora qualcosa tra l’erba della prateria o tra gli ubriachi nella piazza di Rapid City

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