SOMMARIO

Anno XIV
Numero 23
Febbraio 2022

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I cavalli passano
di Gianluca Eugeni

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principali tratturi tra l'Abruzzo e la Puglia


Finalmente, per una serie di coincidenze favorevoli, è arrivato il momento di realizzare questa mia idea: seguire le tracce dei pastori che ogni anno andavano e tornavano dall’Abruzzo alla Puglia

Così il giorno 22 maggio 2021 sono partito. Ho sellato i miei due cavalli ed ho caricato sulla mia cavalla saura i due borsoni militari con dentro il mio campo mobile…. e via!

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passaggio dal km 0 del Regio Tratturo Magno
io e i miei due cavalli

Alla sella ho legato un vecchio ombrello da pecoraio malridotto, donatomi dal mio amico Gabriele. Chi sa quante transumanze ha fatto quell’ombrello! Volevo portarlo sul tratturo magno perché, così vecchio e rotto, rappresenta la vita del pecoraio. Nessun pecoraio va in giro senza l'ombrello di legno.
È fatto di legno per non attirare il fulmine, che è uno dei peggior nemici del povero pastore e anche di chi tenta, ogni tanto, di ritrovare un po’ di libertà vivendo all’aria aperta.

Quando i pastori facevano la transumanza a volte sotto quell'ombrello ci dormivano, per ripararsi anche dall'umidità della notte o dal sole del mezzogiorno d’estate. Era il loro telo tenda dalle misure molto ridotte.

Il Regio Tratturo Magno era il più lungo ed il più importante di tutti i tratturi che portavano da L’Aquila a Foggia. Quello descritto nella poesia di Gabriele D’Annunzio “I  Pastori”. Aveva una lunghezza di 244 km ed una larghezza di circa 112 metri, che derivano da vecchie unità di misura: 60 passi napoletani. Dovevano avere gambe belle lunghe all’epoca nel Regno di Napoli!!

La strada non la conoscevo minimamente. Avevo tracciato con i moderni applicativi delle tracce di circa 30 km al giorno da casa mia fino a Foggia. Sapevo però che i giorni di ferie che avevo non mi sarebbero bastati per andare e anche per tornare fino a Foggia.

Alcuni cavalieri avevano espresso il desiderio di percorrere il viaggio con me. Ed io li ho accolti con piacere nonostante le incognite che c’erano perché in effetti non li conoscevo e non avevo idea di come potevano andare le cose.

I primi quattro giorni ho percorso circa 100/120 km e li ho fatti in solitudine con i miei due cavalli. Nilo il grigio ¾ PSA e ¼ PSI e Stella la saura haflinger per quarter che e’ nata tra le mie mani, le aprii io la placenta per farla respirare.

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Nilo e Stella tra le rovine di Peltuinum

Ti racconto di questa sensazione che ho avuto lungo il cammino verso il mare. La terza mattina, quando ho superato l’unico modesto valico (900 m slm)che c’era su questo tratturo,nella località detta Forca di Penne, ho iniziato a vedere il mare in lontananza. Durante il cammino ho avuto più volte modo di pensare a questi pastori lontani da settembre fino a maggio dalle loro famiglie, al loro incedere al passo lento delle pecore, magari con scarpe inadeguate e piedi piagati.Non erano neanche proprietari del gregge che portavano sul tavoliere delle puglie. Erano semplici lavoranti… per un salario da fame. Ebbene nel pensare a questo e nel vedere il mare che compariva lontano, e poi spariva e poi compariva un po’ più vicino magari il giorno successivo mi sono commosso più volte. Guardavo gli occhi dei miei cavalli e vedevo gli occhi delle bestie da soma usate per la transumanza già qualche secolo fa. Dopo 5 giorni di cammino sono arrivato al mare, a Vasto, provincia di Chieti in una delle riserve naturali più belle d’Italia. Punta Aderci.
“E scendono all’adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti” (Poesia I pastori di G. D’Annunzio)

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arrivo sul mare Adriatico

Gli incontri fatti sono stati tanti, mi sono appoggiato a molti maneggi. A Foggia non sono arrivato perché non avevo giorni sufficienti per tornare indietro. Cosi arrivati a San Salvo con i miei compagni di viaggio che si erano aggiunti, ho lasciato il consegna l’ombrello a Marco che lo custodisce, presso in Circolo Ippico Sansalvese, nell’ultimo avamposto che ho potuto raggiungere a confine tra l’Abruzzo ed il Molise.

Arrivati lì siamo tornati indietro percorrendo un’altra strada. Siamo andati decisamente verso l’entroterra seguendo in fiume Trigno, che segna il confine tra Abruzzo e Molise, e seguendo la dorsale appenninica siamo rientrati a L’Aquila. Molte notti passate sotto il telo tenda. Cavalli al Picchetto a pascolare la buona erba dei primi di giugno. Qualche volta avena o quel che si trovava.
I km che ho percorso in totale sono circa 410 tra l’andata ed il ritorno descrivendo un grande anello tra Abruzzo e Molise. Il viaggio è stato bellissimo anche se non privo di difficoltà ed imprevisti tutti superati grazie ai tuoi insegnamenti.

Ringrazio i miei compagni di viaggio che mi hanno accompagnato: Elisa, Simona, Antonio e Cesare. Ringrazio i miei due cavalli Nilo e Stella. Ringrazio Dio per questa avventura in cui tutto è andato liscio senza gravi intoppi.

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in marcia

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Bobbino

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sosta aspettando il fresco

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riposare e sorvegliare

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consegna dell'ombrello a Marco a San Salvo

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finalmente di nuovo tra le montagne

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Simona


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