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Anno II - numero 2 dicembre 2010

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LIBRI E FILM

l'amico dell'alpitrek mario palumbo ha presentato a fieracavalli "quel sogno di partire a cavallo" scritto da arianna corradi edito da equitare libro di 160 pagine, cronaca del viaggio che arianna ha fatto nel 2007 per arrivare a canterbury e al jamboree scouts partendo da giaveno (torino), è cronaca sincera, a volte ingenua, sempre onesta della strada percorsa tra montagne uomini pianure accompagagnata da un amico buono e fedele: borbera un bel cavallo angloarabosardo, narra d'incontri, situazioni, attimi di vita dove gioia e sconforto si mischiano confondendosi insieme, e da questa confusione nasce dolce la lirica avventura uno dei pregi del racconto è l'umiltà, la virtù dei forti (e arianna è forte), virtù che sembra scaduta se guardiamo il mondo dell'apparenza e della presunzione ma chi vive nel mondo nascosto, lontano dalla finzione dilagante può trovare conforto leggendolo

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Hiroshima mon amour magnifico lavoro del maestro resnais uscito nel 1956, storia controcorrente ambientata nella zona di fine guerra , storia piena di dannata speranza , storia di un sentimento puro, nutrito dalla giovinezza dell'amore che non scade nel ridicolo o peggio nel patetico, bianconero, monosillabi dettati lentamente fanno sentire, comprendi senza dover capire, capire il dramma accaduto, che accadeva tra Nevers e Hiroschima, che accade tra Torino e Herat

poteva essere il 1957, i films che arrivavano a torino si andavano a vedere, la città amava il cinema e poi non c'era altro, gionni poteva avere poco più di 10 anni e suo padre lo aveva portato al Vinzaglio, un cinema di terza categoria poco distante da casa, cinque o sei isolati che si percorrevano a piedi chiacchierando, a quei tempi la città finiva poco più in là ed il Vinzaglio ( che si chiamava così perchè era situato in corso Vinzaglio appunto) era considerato un cinema di periferia. Gionni era ragazzino con una struttura mentale elementare, a lui piacevano i film di guerra soprattutto se vi erano dentro gli indiani, ma aveva seguito volentieri il padre per andare a vedere quel film stravagante non solo per lui ma anche per quel tempo, poi dopo averlo visto era tornato a casa in silenzio, ricordava che suo padre era uscito con un "questo è un film diverso" l'altro ieri Gionni ha rivisto quel film, l'ha rivisto dopo più di cinquant'anni, era un po' sconvolto, gli era piaciuto molto ma non riusciva a capire come avesse potuto piacergli quando aveva poco più di dieci anni

nota 
Hiroshima e Nagasaki erano state scelte perché intatte, infatti queste due città non avevano subito bombardamenti rilevanti dalle fortezze volanti, erano state scelte per provare due bombe atomiche diverse tra loro, la prima all'uranio aveva un nome affettuoso "little boy", la seconda al plutonio invece si chiamava "fat man", gli scienziati volevano vedere e studiarne gli effetti. Era il 6 agosto del 1945 quando il B29 Enola Gay al comando di Paul Tibbets sganciò la prima, il Giappone era vinto e aveva cercato di creare una trattativa di armistizio con gli Stati Uniti tramite l'Unione Sovietica, trattative deliberatamente ignorate; i Russi volevano guadagnare terreno in Mongolia e gli Stati Uniti provare le atomiche, conveniva agli alleati far continuare la guerra ancora un po'

nota
esistevano tra gli scienziati degli Stati Uniti due partiti : i falchi seguivano il Fermi che voleva verificare la sua "invenzione" i secondi facevano riferimento al fisico Robert Oppenheimer che sostanzialmente riteneva criminale e superfluo l'impiego dell'atomica su un Giappone più che vinto, la volontà del Fermi ebbe sopravvento sulla "pietas". Risultato due città rase al suolo e 500.000 morti di cui circa 100.000 sul colpo, con conseguenze finite al di là della ragione, anche queste studiate dagli scienziati con cura.
sembra che nessuno degli uomini che formavano gli equipaggi dei 2 B29 che sganciarono le bombe abbiano avuto rimorsi.
magnifica
la scelta di Majorana unica vera" mente", scomparire
a lui rispetto, affetto, gratitudine, etica ammirazione
agli altri vittoria e successo
alle vittime un forte inesorabile ricordo comprensivo

[C Robert Oppenheimer commentando il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki] In un certo senso basilare che nessuna volgarità, umorismo o esagerazione possono dissolvere, i fisici hanno conosciuto il peccato; e questa è una conoscenza che non si può perdere. (da una conferenza al MIT di Boston del 1947, riportata in Physics in the Contemporary World, Bulletin of the Atomic Scientists, vol. IV, n. 3, marzo 1948, p. 66; citato in Sturloni 2006, p. 223)