SOMMARIO

Anno II - numero 2 dicembre 2010

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FIACCATURE

A. Bertuglia

1 – Cosa sono? Perché vengono? In quale parte del corpo? E come riconosciamo che ci sono state?

Le fiaccature sono definite come abrasioni o piaghe provocate dallo sfregamento ripetuto dei finimenti (sella, sottopancia, pettorale...) sull'epidermide ed eventualmente sui tessuti molli sottostanti, sino ad arrivare ai tessuti profondi ed all'osso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 1 – Fiaccature. a) grado lieve - superficiale; b) grado moderato/grave - profonde

 

I segni clinici possono variare a seconda della profondità/estensione delle lesioni e delle complicazioni che posso insorgere dovute soprattutto ad infezioni batteriche opportuniste. Le fiaccature che coinvolgono solo la cute sono caratterizzate da reazioni di natura infiammatoria che possono avere l'aspetto di papule, eritemi, vescicole, pustole e necrosi tissutale. Generalmente la lesione iniziale è rappresentata da uno stadio infiammatorio acuto del follicolo pilifero, che col tempo progredisce verso una follicolite purulenta. Le aree affette appaiono glabre (o con il pelo spezzato), gonfie, calde e dolenti. L'essudato o trasudato tende a seccare e a formare croste più o meno estese. Nei rari casi in cui sia la cute che i tessuti sottostanti siano coinvolti si possono sviluppare degli ascessi; una severa lesione della cute e dei tessuti molli sottostanti può esitare in necrosi secca o umida degli stessi.

I casi cronici sono caratterizzati da follicoliti o foruncolosi profonde, con conseguenti fibrosi o dermatiti localizzate proliferative e callose. 

Le fiaccature sono generalmente dovute all'utilizzo di finimenti non adatti al cavallo per diversi motivi, tra cui la misura, il posizionamento, la scarsa pulizia o la scorretta manutenzione. Ne consegue che l'identificazione ed eliminazione della causa scatenante la lesione  risulta essere l'alternativa migliore ad ogni possibile trattamento.

Sicuramente vi è una predisposizione/sensibilità cutanea soggettiva di ogni cavallo, che determina la risposta qualitativa e quantitativa differente in ogni animale al trauma da sfregamento. E’ la conoscenza che abbiamo del nostro cavallo che ci permetterà di mettere in atto misure precauzionali più o meno importanti nei suoi confronti e nei confronti della sua cute.

I finimenti che generano più lesioni sono la sella e il sottopancia, quindi le regioni del corpo dove sono più soventemente riscontrate fiaccature sono il garrese (1), la giunzione toraco-lombare della schiena (2) e la regione xifoidea (3).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Figura 2 – Regioni anatomiche più soggette alla formazione di fiaccature

  

2 – Come evitarle?

Vi sono alcune semplici regole da seguire per evitare, in linea di massima che il nostro cavallo presenti delle fiaccature e queste sono:

-        Pulire bene la schiena del cavallo prima di sellarlo

-        Usare un sottosella asciutto e pulito

-        Usare una sella adatta alla conformazione fisica del nostro cavallo

-        Posizionare la sella nel modo corretto

-        Stringere il sottopancia in maniera adeguata

-        Eseguire una adeguata pulizia e manutenzione dei finimenti

La pulizia è alla base di tutto e non può venire meno, anche se si è di fretta. E' un concetto elementare e non necessita di ulteriori approfondimenti. E' inoltre buona abitudine, per chi fa trekking a cavallo e quindi obbliga il suo cavallo a tempi lunghi con la sella, ad ogni pausa dissellare il cavallo in modo che si possa alleviare, seppur momentaneamente, il carico sulla sua schiena e lo si possa pulire dall'eventuale sporcizia accumulatasi.

La manutenzione corretta e regolare dei finimenti è altrettanto importante, in quanto questi con il tempo ed il sudore (acido) tendono ad indurirsi e ad avere una superficie sempre più ruvida, il cui effetto sulla cute è facilmente immaginabile.

Per i soggetti con la cute particolarmente sottile e/o sensibile, si consiglia l'utilizzo di due sottosella, se ogni altra possibile causa è stata eliminata.

La sella deve essere della giusta misura e posizionata in modo corretto, è importante accertarsi che non siano presenti cuciture nella parte inferiore che andrà a contatto con la schiena del cavallo, che le parti dei cosciali siano siano morbide e simmetriche.

E' importante che la sella che usiamo sia adatta alla conformazione del cavallo e sia pertanto scelta sì in base alla nostra comodità ed al nostro gusto, ma anche in base alle esigenze del nostro cavallo.

Si deve osservare attentamente il cavallo: ha una schiena a “U” piuttosto che a “V”? Ha il torace lungo o corto? In base a queste osservazioni si dovrà scegliere la sella adatta.

La sella dovrà essere della giusta misura, per cui il raggio di curvatura della sella dovrà essere simile il più possibile al raggio di curvatura della schiena del nostro cavallo, la lunghezza della sella dovrà essere tale da non portarsi caudalmente all'ultima vertebra toracica.

Se la sella è “larga” (quindi se il raggio di curvatura della sella è maggiore di quello della schiena del cavallo) si dice che è una sella a ponte, ossia sarà a contatto con la schiena del cavallo solo nelle porzioni più anteriore e posteriore ma non in mezzo, generando nei punti in cui è maggiore il contatto una maggior pressione. Se invece è “stretta” si ha un continuo spostamento della sella perché non riesce ad avere dei veri punti di contatto con la schiena; ne consegue anche un'instabilità del fantino. Spesso selle strette causano atrofia dei muscoli della schiena del cavallo, soprattutto del garrese. Se la sella è troppo lunga e si porta quindi sulle vertebre lombari sarà causa di dolore alla schiena per eccessivo scarico di peso in quest'area.

La sella non deve essere a diretto contatto con le eminenze ossee dei processi spinosi vertebrali, soprattutto a livello del garrese, ma deve essere ben distanziata da essi in modo da non comprimerli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 3 – Sella adatta alla conformazione della schiena del cavallo.

 

La sella va posizionata nel modo corretto: la porzione più anteriore della sella dovrebbe trovarsi all'estremità caudale della scapola, il centro della seduta a livello della dodicesima vertebra toracica e, come si è detto precedenza, la lunghezza massima della sella deve essere tale da non superare mai l'ultima vertebra toracica. L'eccessiva lunghezza della sella (che si protrae quindi sino alla zona lombare della schiena) per il cavallo rispetto alle necessità di seduta del cavaliere può rappresentare un problema soprattutto per quei cavalli a torace corto come i pony o gli Arabi. Per questo motivo in questi cavalli è più ostico l'utilizzo di selle Western o Spagnole, perché più lunghe rispetto a quelle Inglesi.

Altra cosa importante da notare nel momento in cui si acquista una sella è che la seduta si trovi al centro della sella e non spostata caudalmente.

Il sottopancia deve essere allacciato alle apposite cinghe e stretto in maniera tale da permettere al cavallo di respirare e alla sella di non scivolare giù, ma di restare ben salda alla schiena del cavallo nella posizione in cui la avete sistemata inizialmente. Purtroppo non ci sono indicazioni rilevanti riguardo a questo punto, ma è una misura che si acquisisce con la manualità e l’esperienza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 Figura 4 – Sella posizionata nel modo corretto

  

3 – Parentesi sulle selle: come sono fatte? Selle più comunemente usate, pulizia e manutenzione

Parlando di selle...

Le selle sono le sedute per il cavaliere, fissate alla schiena del cavallo attraverso un sottopancia, una larga cinghia che circonda il torace del cavallo a circa dieci centimetri dai suoi anteriori. Alcune selle western da lavoro hanno anche una seconda cinghia, detta flank cinch, che fissa la parte posteriore della sella e circonda il punto più largo del ventre del cavallo.

 


 

Figura 5 – Sella inglese [1 pomo, 2 paletta, 3 cuscino, 4 cinghie del sottopancia, 5 staffa, 6 staffile, 7 quartiere, 8 conca, 9 arcione].

 

In genere le selle sono suddivise in due categorie principali, le selle inglesi e le selle western, in base alla disciplina in cui sono usate. Altri tipi di selle, tra cui quelle da corsa, quelle australiane, e  da endurance non appartengono a nessuna di queste due categorie.

Vi sono alcuni nuovi tipi di selle, chiamate selle "treeless", che sono prive  del TREE e sono pertanto flessibili sia in senso antero-posteriore che in senso laterale. Vengono utilizzate particolarmente per il trekking e per l'endurance. Sempre per queste due specialità vi è un tipo di sella dal fusto cavo, "a serbatoio", ottenuto tramite stampaggio rotazionale. Questo, oltre a dare una giusta distribuzione del peso del cavaliere su tutta la parte della schiena dove la sella appoggia e senza quindi causare uno scarico del peso unicamente su alcuni punti, ammortizza e distribuisce (grazie al tipo di plastica utilizzata e quindi con giusta elasticità e memoria) il peso durante l'uso, che per l'Endurance ed il Trekking è di molte ore continuative. Inoltre, grazie alla particolare forma, consente sempre un giusto passaggio d'aria tra la sella e la schiena del cavallo, per consentire una buona traspirazione.

La pulizia e manutenzione della sella sono aspetti importanti in quanto il sudore, acido, se non asportato con il tempo tende ad indurire e ad irruvidire la pelle della sella stessa. La normale manutenzione di una sella si limita al pulirla da eventuali residui di sporcizia ogni volta che la si è usata, passarla con un panno morbido (pelle di daino) bagnato in acqua fredda ed adeguatamente strizzato, lasciarla asciugare all’ombra e con una certa frequenza ungerla con grasso, oli vegetali o glicerina…

  

4 – Associazione con mal di schiena se sella inappropriata (confermata da studi a proposito)

Diversi studi scientifici hanno dimostrato che lo scorretto posizionamento della sella e, conseguentemente, del cavaliere, può provocare forti dolori alla schiena del cavallo, che sono, in termini prognostici, molto più preoccupanti rispetto alle fiaccature in sé.

  

5 – Trattamento: sintomatico, definitivo

Le fiaccature possono essere trattate sintomaticamente come altre escoriazioni cutanee/epidermiche.  In fase acuta è indicato l'utilizzo di impacchi astringenti, prodotti favorenti la rigenerazione tissutale locale ed antibiotici se sia presente follicolite o foruncolosi. Le lesioni croniche e quelle infette possono essere trattate con impacchi caldi e antibiotici per via locale o sistemica. Nel caso siano presenti ematomi o ascessi devono essere drenati. Tutto il tessuto necrotico presente deve essere asportato. L'assoluto riposo della parte lesionata è fondamentale per la guarigione.

Il risultato, nei casi cronici, è generalmente una cute comunque callosa. Nelle lesioni acute curate con molta attenzione il tessuto cutaneo può tuttavia tornare normale, a differenza di quanto accade per il mantello: i peli che ricresceranno saranno infatti sempre bianchi, a testimonianza che il cavallo ha avuto questi problemi.

Tuttavia, se non si cambiano i finimenti o se non si procede a eliminare il problema che ha scatenato il verificarsi delle fiaccature, queste tenderanno a ripresentarsi ed a cronicizzare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

Figura 6 – Il mantello spesso ricresce bianco dopo la guarigione