1 – Cosa sono? Perché
vengono? In quale parte del corpo? E come
riconosciamo che ci sono state?
Le
fiaccature sono definite come abrasioni o piaghe
provocate dallo sfregamento ripetuto dei finimenti
(sella, sottopancia, pettorale...) sull'epidermide
ed eventualmente sui tessuti molli sottostanti,
sino ad arrivare ai tessuti profondi ed all'osso.
Figura
1 – Fiaccature. a) grado lieve - superficiale;
b) grado moderato/grave - profonde
I
segni clinici possono variare a seconda della
profondità/estensione delle lesioni e delle
complicazioni che posso insorgere dovute
soprattutto ad infezioni batteriche opportuniste.
Le fiaccature che coinvolgono solo la cute sono
caratterizzate da reazioni di natura infiammatoria
che possono avere l'aspetto di papule, eritemi,
vescicole, pustole e necrosi tissutale.
Generalmente la lesione iniziale è rappresentata
da uno stadio infiammatorio acuto del follicolo
pilifero, che col tempo progredisce verso una
follicolite purulenta. Le aree affette appaiono
glabre (o con il pelo spezzato), gonfie, calde e
dolenti. L'essudato o trasudato tende a seccare e
a formare croste più o meno estese. Nei rari casi
in cui sia la cute che i tessuti sottostanti siano
coinvolti si possono sviluppare degli ascessi; una
severa lesione della cute e dei tessuti molli
sottostanti può esitare in necrosi secca o umida
degli stessi.
I
casi cronici sono caratterizzati da follicoliti o
foruncolosi profonde, con conseguenti fibrosi o
dermatiti localizzate proliferative e callose.
Le
fiaccature sono generalmente dovute all'utilizzo
di finimenti non adatti al cavallo per diversi
motivi, tra cui la misura, il posizionamento, la
scarsa pulizia o la scorretta manutenzione. Ne
consegue che l'identificazione ed eliminazione
della causa scatenante la lesione
risulta essere l'alternativa migliore ad
ogni possibile trattamento.
Sicuramente
vi è una predisposizione/sensibilità cutanea
soggettiva di ogni cavallo, che determina la
risposta qualitativa e quantitativa differente in
ogni animale al trauma da sfregamento. E’ la
conoscenza che abbiamo del nostro cavallo che ci
permetterà di mettere in atto misure
precauzionali più o meno importanti nei suoi
confronti e nei confronti della sua cute.
I
finimenti che generano più lesioni sono la sella
e il sottopancia, quindi le regioni del corpo dove
sono più soventemente riscontrate fiaccature sono
il garrese (1), la giunzione toraco-lombare della
schiena (2) e la regione xifoidea (3).
Figura 2 –
Regioni anatomiche più soggette alla formazione
di fiaccature
2 – Come evitarle?
Vi sono alcune semplici
regole da seguire per evitare, in linea di massima
che il nostro cavallo presenti delle fiaccature e
queste sono:
-
Pulire bene la schiena del cavallo
prima di sellarlo
-
Usare un sottosella asciutto e
pulito
-
Usare una sella adatta alla
conformazione fisica del nostro cavallo
-
Posizionare la sella nel modo
corretto
-
Stringere il sottopancia in maniera
adeguata
-
Eseguire una adeguata pulizia e
manutenzione dei finimenti
La
pulizia è alla base di tutto e non può venire
meno, anche se si è di fretta. E' un concetto
elementare e non necessita di ulteriori
approfondimenti. E' inoltre buona abitudine, per
chi fa trekking a cavallo e quindi obbliga il suo
cavallo a tempi lunghi con la sella, ad ogni pausa
dissellare il cavallo in modo che si possa
alleviare, seppur momentaneamente, il carico sulla
sua schiena e lo si possa pulire dall'eventuale
sporcizia accumulatasi.
La
manutenzione corretta e regolare dei finimenti è
altrettanto importante, in quanto questi con il
tempo ed il sudore (acido) tendono ad indurirsi e
ad avere una superficie sempre più ruvida, il cui
effetto sulla cute è facilmente immaginabile.
Per
i soggetti con la cute particolarmente sottile e/o
sensibile, si consiglia l'utilizzo di due
sottosella, se ogni altra possibile causa è stata
eliminata.
La
sella deve essere della giusta misura e
posizionata in modo corretto, è importante
accertarsi che non siano presenti cuciture nella
parte inferiore che andrà a contatto con la
schiena del cavallo, che le parti dei cosciali
siano siano morbide e simmetriche.
E'
importante che la sella che usiamo sia adatta alla
conformazione del cavallo e sia pertanto scelta sì
in base alla nostra comodità ed al nostro gusto,
ma anche in base alle esigenze del nostro cavallo.
Si
deve osservare attentamente il cavallo: ha una
schiena a “U” piuttosto che a “V”? Ha il
torace lungo o corto? In base a queste
osservazioni si dovrà scegliere la sella adatta.
La
sella dovrà essere della giusta misura, per cui
il raggio di curvatura della sella dovrà essere
simile il più possibile al raggio di curvatura
della schiena del nostro cavallo, la lunghezza
della sella dovrà essere tale da non portarsi
caudalmente all'ultima vertebra toracica.
Se
la sella è “larga” (quindi se il raggio di
curvatura della sella è maggiore di quello della
schiena del cavallo) si dice che è una sella a
ponte, ossia sarà a contatto con la schiena del
cavallo solo nelle porzioni più anteriore e
posteriore ma non in mezzo, generando nei punti in
cui è maggiore il contatto una maggior pressione.
Se invece è “stretta” si ha un continuo
spostamento della sella perché non riesce ad
avere dei veri punti di contatto con la schiena;
ne consegue anche un'instabilità del fantino.
Spesso selle strette causano atrofia dei muscoli
della schiena del cavallo, soprattutto del
garrese. Se la sella è troppo lunga e si porta
quindi sulle vertebre lombari sarà causa di
dolore alla schiena per eccessivo scarico di peso
in quest'area.
La
sella non deve essere a diretto contatto con le
eminenze ossee dei processi spinosi vertebrali,
soprattutto a livello del garrese, ma deve essere
ben distanziata da essi in modo da non
comprimerli.
Figura 3 – Sella
adatta alla conformazione della schiena del
cavallo.
La
sella va posizionata nel modo corretto: la
porzione più anteriore della sella dovrebbe
trovarsi all'estremità caudale della scapola, il
centro della seduta a livello della dodicesima
vertebra toracica e, come si è detto precedenza,
la lunghezza massima della sella deve essere tale
da non superare mai l'ultima vertebra toracica.
L'eccessiva lunghezza della sella (che si protrae
quindi sino alla zona lombare della schiena) per
il cavallo rispetto alle necessità di seduta del
cavaliere può rappresentare un problema
soprattutto per quei cavalli a torace corto come i
pony o gli Arabi. Per questo motivo in questi
cavalli è più ostico l'utilizzo di selle Western
o Spagnole, perché più lunghe rispetto a quelle
Inglesi.
Altra
cosa importante da notare nel momento in cui si
acquista una sella è che la seduta si trovi al
centro della sella e non spostata caudalmente.
Il
sottopancia deve essere allacciato alle apposite
cinghe e stretto in maniera tale da permettere al
cavallo di respirare e alla sella di non scivolare
giù, ma di restare ben salda alla schiena del
cavallo nella posizione in cui la avete sistemata
inizialmente. Purtroppo non ci sono indicazioni
rilevanti riguardo a questo punto, ma è una
misura che si acquisisce con la manualità e
l’esperienza.
Figura 4 – Sella
posizionata nel modo corretto
3 – Parentesi sulle
selle: come sono fatte? Selle più comunemente
usate, pulizia e manutenzione
Parlando
di selle...
Le
selle sono le sedute per il cavaliere, fissate
alla schiena del cavallo attraverso un
sottopancia, una larga cinghia che circonda il
torace del cavallo a circa dieci centimetri dai
suoi anteriori. Alcune selle western da lavoro
hanno anche una seconda cinghia, detta flank cinch,
che fissa la parte posteriore della sella e
circonda il punto più largo del ventre del
cavallo.
Figura 5 – Sella inglese
[1 pomo, 2 paletta, 3 cuscino, 4 cinghie del
sottopancia, 5 staffa, 6 staffile, 7 quartiere, 8
conca, 9 arcione].
In genere le selle sono
suddivise in due categorie principali, le selle
inglesi e le selle western, in base alla
disciplina in cui sono usate. Altri tipi di selle,
tra cui quelle da corsa, quelle australiane, e
da endurance non appartengono a nessuna di
queste due categorie.
Vi
sono alcuni nuovi tipi di selle, chiamate selle
"treeless", che sono prive
del TREE e sono pertanto flessibili sia in
senso antero-posteriore che in senso laterale.
Vengono utilizzate particolarmente per il trekking
e per l'endurance. Sempre per queste due specialità
vi è un tipo di sella dal fusto cavo, "a
serbatoio", ottenuto tramite stampaggio
rotazionale. Questo, oltre a dare una giusta
distribuzione del peso del cavaliere su tutta la
parte della schiena dove la sella appoggia e senza
quindi causare uno scarico del peso unicamente su
alcuni punti, ammortizza e distribuisce (grazie al
tipo di plastica utilizzata e quindi con giusta
elasticità e memoria) il peso durante l'uso, che
per l'Endurance ed il Trekking è di molte ore
continuative. Inoltre, grazie alla particolare
forma, consente sempre un giusto passaggio d'aria
tra la sella e la schiena del cavallo, per
consentire una buona traspirazione.
La
pulizia e manutenzione della sella sono aspetti
importanti in quanto il sudore, acido, se non
asportato con il tempo tende ad indurire e ad
irruvidire la pelle della sella stessa. La normale
manutenzione di una sella si limita al pulirla da
eventuali residui di sporcizia ogni volta che la
si è usata, passarla con un panno morbido (pelle
di daino) bagnato in acqua fredda ed adeguatamente
strizzato, lasciarla asciugare all’ombra e con
una certa frequenza ungerla con grasso, oli
vegetali o glicerina…
4
– Associazione con mal di schiena se sella
inappropriata (confermata da studi a proposito)
Diversi
studi scientifici hanno dimostrato che lo
scorretto posizionamento della sella e,
conseguentemente, del cavaliere, può provocare
forti dolori alla schiena del cavallo, che sono,
in termini prognostici, molto più preoccupanti
rispetto alle fiaccature in sé.
5
– Trattamento: sintomatico, definitivo
Le
fiaccature possono essere trattate
sintomaticamente come altre escoriazioni
cutanee/epidermiche.
In fase acuta è indicato l'utilizzo di
impacchi astringenti, prodotti favorenti la
rigenerazione tissutale locale ed antibiotici se
sia presente follicolite o foruncolosi. Le lesioni
croniche e quelle infette possono essere trattate
con impacchi caldi e antibiotici per via locale o
sistemica. Nel caso siano presenti ematomi o
ascessi devono essere drenati. Tutto il tessuto
necrotico presente deve essere asportato.
L'assoluto riposo della parte lesionata è
fondamentale per la guarigione.
Il
risultato, nei casi cronici, è generalmente una
cute comunque callosa. Nelle lesioni acute curate
con molta attenzione il tessuto cutaneo può
tuttavia tornare normale, a differenza di quanto
accade per il mantello: i peli che ricresceranno
saranno infatti sempre bianchi, a testimonianza
che il cavallo ha avuto questi problemi.
Tuttavia,
se non si cambiano i finimenti o se non si procede
a eliminare il problema che ha scatenato il
verificarsi delle fiaccature, queste tenderanno a
ripresentarsi ed a cronicizzare.
Figura 6 – Il mantello spesso ricresce bianco
dopo la guarigione
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