SOMMARIO

Anno III  numero 1
aprile 2011

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ARCHIVIO

 

 

 

 

NUOVA ZELANDA

Giacomo Ardone

The Australian Aborigines.

(the stolen generation – la generazione rubata)



“….Un giorno mentre stava lavando i piatti affrontai la mamma.

- Che significa da dove venite?

- Significa da quale paese. I ragazzini a scuola vogliono sapere da quale paese veniamo. Secondo loro non siamo Australiani. Mamma, Siamo Australiani?

Mamma rimase in silenzio. Nan grugni in modo risentito, poi si alzò e usci.

- Dai mamma che cosa siamo?

- Che cosa dicono i ragazzi a scuola?

- Tutto. Italiani, Greci, Indiani……

- Digli che siete indiani.”



Sally scopre di essere Aborigena e non indiana come le è stato fatto sempre credere.

(- La mia Australia – di Sally Morgan)



Tanti fatti hanno interessato la storia dell’uomo, molte volte in maniera positiva, talvolta in maniera negativa, spesso in maniera atroce. La storia degli Aborigeni Australiani o Aboriginal People, come oggi preferiscono essere chiamati, sicuramente si colloca nella categoria dei peggiori misfatti commessi dall’uomo a danno di altri uomini. Va detto che almeno in questo caso, i “responsabili formali” hanno avuto il coraggio e l’onestà di chiedere ufficialmente scusa a un popolo per le nefandezze commesse.

Gli Aborigeni Australiani furono uccisi, schiavizzati, rapiti spesso da bambini, per essere “educati” e “assimilati” alla cultura bianca, per questo lasciati allo scuro delle proprie origini e privati della propria famiglia

                   


Il 13 febbraio 2008 il Parlamento Australiano è teatro di una singolare e speciale cerimonia, difficile da dimenticare, che passerà alla storia con il nome di NATIONAL APOLOGY TO THE STOLEN GENERATION (le scuse nazionali ad un generazione rubata). Con atto coraggioso e con una cerimonia a volte toccante l’odierna e civile Australia riapre in quel giorno una pagina infamante del proprio passato e pone le proprie scuse alle “generazioni rubate”, ovvero generazioni intere di aborigeni, sottratti con forza alle comunità di appartenenza, nell’arco di quasi due secoli (dalla metà dell’ 800 alla fine degli anni 70), allo scopo di essere “civilizzati”. Una cerimonia lungamente attesa ma fortemente voluta dall’odierna compagine politica.


            

Kevin Rudd (l’allora Primo ministro) mantiene la sua promessa elettorale e presenta le scuse Ufficiali alle popolazioni aborigene, con un discorso a tratti più vicino ad una preghiera che a un discorso politico. 

“ ….chiediamo scusa per le leggi e le politiche di successivi Parlamenti e Governi che hanno inflitto profondo dolore , sofferenze e perdite a questi nostri fratelli Australiani. Chiediamo scusa in modo particolare per la sottrazione di bambini aborigeni dalle loro comunità e dalle loro terre. Per il dolore le sofferenze e le ferite di queste generazioni rubate, per i loro discendenti e per le famigli lasciate indietro, chiediamo scusa………. Per le sofferenze e le umiliazioni inflitte ad un Popolo orgoglioso, chiediamo scusa. ……. Noi Parlamento d’Australia rispettosamente chiediamo che queste scuse siano ricevute nello spirito in cui sono offerte come contributo alla guarigione della Nazione…….Noi oggi compiamo il primo passo nel riconoscere il passato e nel rivendicare un futuro che abbracci tutti gli Australiani…… Un futuro in cui tutti lgi Australiani , di qualsiasi origine, siano partner veramente alla pari , con pari opportunità e con pari ruolo nel dare forma al prossimo capitolo nella storia di questo grande paese, l’AUSTRALIA…”

                    

E’ l’inizio di una nuova storia di un popolo vessato per oltre due secoli.

La provenienza degli Aborigeni in Australi è tutt’ora oggetto di discussione tra gli archeologi. La teoria più accreditata sostiene che giunsero dall’Indocina circa 50.000 anni fa .. All’Epoca dei primi contatti con i coIonizzatori bianchi, (intorno al XVIII secolo), erano un popolo di cacciatori-raccoglitori con una ricca cultura orale e valori spirituali basati sulla venerazione della terra e sulla fede nel “sogno” , inteso contemporaneamente come l’antica epoca della creazione del mondo (c.d dreamtime) e l’attuale realtà del sognare (c.d. dreaming) 

             


Un popolo semplice e orgoglioso che viveva in equilibrio e armonia con la natura e il territorio……., fino all’arrivo degli Europei.

Nel 1788, epoca della prima colonizzazione inglese segna l’inizio della fine. Una micidiale combinazione di malattie (varicella, vaiolo, morbillo, malattie veneree ecc.), la scarsa resistenza immunitaria, nonché una sistematica e metodica ondata di massacri, ridussero drasticamente il numero dei nativi, si stima di circa il 90% della popolazione. Nell’isola della Tasmania il genocidio raggiunge il suo apice, verso la seconda metà dell'Ottocento gli ultimi Tasmaniani vengono confinati presso l'isola di Flinders, dove vanno incontro all'estinzione totale.

Una pagina infamante della “civilta” europea.

La storia recente non è molto più felice. Molti aborigeni vivono nelle città, spesso in condizioni precarie, un numero consistente vive in insediamenti in remote aree dell’Australia rurale. Tutti i affrontano ancora problemi di salute e difficoltà economiche ..


           


Nel 1976 a Camberra fu approvato l’Aboriginal Land Rights Act (Northern Territory), con il quale tutte le riserve naturali e le terre delle missioni del Northern Territory venivano cedute agli aborigeni e ai gruppi di aborigeni era concesso il diritto di rivendicare i territori del governo, a patto di poter dimostrare di averli occupati in modo continuativo . L’abitudine comunque di trovarsi in situazione svantaggiata e l’abuso di sostanze stupefacenti, stanno provocando enormi problemi sociali all’interno di molte comunità aborigene

Secondo alcune stime, prima dell’arrivo degli Inglesi, in Australia erano presenti dai 500.000 al milione di nativi, che si esprimevano in oltre 250 lingue regionali, oggi secondo le stime più attendibili non sono più di 300.000

E pensare che il Comandante Cook al suo primo arrivo in Australia non intendeva in nessun modo danneggiare o portare disequilibrio a queste popolazioni, anzi li aveva quasi idealizzati. Nel suo diario di bordo annotava: “ sono di gran lunga più felici di noi europei, ritengono di disporre di tutto il necessario per vivere e non possiedono nulla di superfluo …..”

Difficile fare commenti!