SOMMARIO

Anno IV
Numero 1
Gennaio 2012

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LA RIMESSA
di Luca Zignin

Nel primo numero di questa rivista il M.llo Blasio ci aveva parlato dell’importanza della ferratura.
Il lavoro del maniscalco è specializzato. Non ci si può improvvisare e bisogna conoscere a fondo l’anatomia, la funzionalità e le eventuali patologie del piede del cavallo (e non solo) per poter pareggiare e ferrare nella maniera più adatta al cavallo e all’attività che deve svolgere.
C’è però una cosa che ogni cavaliere dovrebbe saper fare. La rimessa.
Saper rimettere un ferro ad un cavallo che lo ha perso è molto importante quando ci si trova lontani da punti di appoggio ma anche in  attesa dell’arrivo del maniscalco, soprattutto se questa non è prevista prima di alcuni giorni.
Ai bordi dei campi gara e delle arene ci sono sempre maniscalchi di servizio pronti all’occorrenza a “risuolare” il nostro compagno.
Per chi invece ha l’abitudine di allontanarsi dalla scuderia per scampagnate, passeggiate lunghe e corte o lunghi trekking la semplice operazione della rimessa di un ferro diventa fondamentale.
Quando il terreno si fa accidentato, le pietre si alternano al fango e i sentieri di montagna ci mettono di fronte a scalini di roccia è possibile che il cavallo si sferri. In salita, come in discesa e in piano. Le cause della perdita di un ferro sono svariate.
Una delle cause più frequenti è che il cavallo si raggiunga, cioè che vada a toccare il piede anteriore con il posteriore dello stesso lato. La neve alta e il fango sono nemici dei ferri soprattutto quando si è avanti nella ferratura. Tuttavia non dobbiamo farci scoraggiare. Si può uscire lo stesso prendendo qualche piccolo accorgimento.
C’è qualcuno che sa che oltre un certo limite i ferri nel proprio cavallo non vanno, per quanto l’unghia non sia eccessivamente cresciuta e il ferro sia in buono stato. Se si parte per una passeggiata con un equipaggiamento “leggero” è possibile mettere nelle bisacce quattro ferri della ferratura precedente che potrebbero salvarci la giornata. In caso di necessità basterà rimettere il ferro perso sostituendolo con uno di quelli che ci siamo portati appresso.
Ma come si effettua una rimessa?
Se non si dispone di ferri vecchi innanzitutto si dovrà cercare il ferro perso. Se non si trova non ci si deve neanche porre il problema di come fare a rimetterlo.
Trovato il ferro lo si posiziona sulla suola del piede del cavallo e lo si attacca utilizzando i fori dei chiodi già presenti nell’unghia del cavallo. È necessario prestare molta attenzione durante questa operazione perché si rischia di inchiodare il cavallo causandogli dolore e zoppia.
Messi i chiodi li si spunta e si effettua la ribattitura, cioè li si rigira perché si “ancorino” all’unghia, con tenaglie e martello.
C’è chi per fare una rimessa usa chiodi leggermente più grossi di quelli utilizzati dal maniscalco quando ha ferrato il cavallo. In teoria tengono un po’ di più ma bisogna vedere che non siano troppo grossi per il piede del cavallo perché potrebbero causargli fastidio o delle crepe sulla parete dello zoccolo.
Per quanto sia un’operazione che necessita solo di un po’ di manualità è sempre meglio farsi spiegare da un professionista come fare una rimessa e, se possibile, farsi seguire quando si fanno le prove a casa (possibilmente non su un cavallo vivo).
In commercio oggi ci sono delle scarpette in plastica o gomma (alcuni fortunati hanno ancora quelle in juta dell’esercito) che servono a proteggere il piede in caso di smarrimento del ferro. Lo svantaggio di queste scarpette, oltre a rischiare di ferire il cavallo nel caso in cui vengano mal posizionate, è che occupano molto spazio. Possono andare bene per uscite giornaliere ma quando si affrontano trekking impegnativi in autonomia recuperare spazio è essenziale. Un sacchetto di chiodi da cavallo, una tenaglia e un martello, oltre ad occupare meno spazio, possono tornare utili per mille altre operazioni. Qualche “fineur” oltre a questi semplici attrezzi tiene nella bisaccia anche una piccola lima da ferro per rifinire le ribattiture dei chiodi, ma questa già rientra nel superfluo.
Va da sé che il ferro va cercato per poterlo rimettere.



Quando si affrontano trekking in cui sia previsto un servizio logistico è buona norma caricare con l’equipaggiamento anche la cassetta con l’attrezzatura completa da mascalcia e i ferri della ferratura precedente di ogni cavallo che vi partecipa.
L’Alpitrek è convinta sostenitrice dell’importanza di saper rimettere un ferro in caso di necessità. Per questo motivo tutte le guide sono in grado di farlo.
Per questo motivo da alcuni anni organizza degli stages di un giorno tenuti dal M.llo Blasio con lo scopo di insegnare a chi è interessato a fare una rimessa di emergenza. Questi corsi prevedono una parte teorica sulle patologie del piede e gli appiombi e una parte pratica in cui gli allievi hanno la possibilità di cimentarsi nel fare delle rimesse sotto la supervisione del maresciallo e di Andrea Pomo, suo assistente.

Ricordo che la rimessa non sostituisce la ferratura, ovviamente. Lo scopo è quello di riportare a casa il cavallo senza che l’unghia venga danneggiata e in attesa dell’arrivo del maniscalco.