SOMMARIO

Anno IV
Numero 2
Maggio 2012

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LIBRI E FILM

Sull 'argomento sono stati scritti libri folkloristici, politici, etnografici e anche molti romanzi, gli indiani sono stati chiamati in vari modi, (sempre sui libri) selvaggi, primitivi, primi americani, veri americani in contrapposizione agli euroamericani, adesso gli hanno appioppato il nomigliolo di nativi, ovviamente tutti appellativi escogitati dall'uomo bianco, sempre l'uomo bianco ha scritto sulla terra, pochi sono i resoconti seri pochissimi quelli veri
esempio ecclatante
alce nero
alce nero è Puro Spirito, non so se lo è sempre stato ma sicuramente lo è diventato
su lui tre bianchi hanno scritto tre libri

il primo: “alce nero parla “di Neihardt John G. pubblicato da varie case editrici
il secondo: "la sacra pipa” curato da Epes Brown J.
il terzo: "alce nero missionario dei lakota" di Michael F. Steltenkamp

tutti e tre gli scrittori oltre ad essere uomini bianchi parlano dell'uomo rosso, gli editori gli ficcano dentro anche il nome stregone. La gente ne legge uno, in genere non tutti e tre, ma tra le righe di tutte e tre le opere viene fuori l'uomo rosso e la sua energia, nel primo e nel terzo soprattutto.
Personalmete non me la sento di dare giudizi sugli autori, interpretare è umano, quello che ho capito è che alce nero è indiano e che per lui gli indiani sono uomini e basta
se può interessare qualcuno ho un grosso legame con lui, senza disprezzare nessuno dei suoi tre curatori, alce nero è riferimento
nel 1993 ero andato a manderson per vedere la sua vecchia casa una bellisima baracca nella prateria, avevo seguito le indicazioni di neidhardt, forse l'avevo trovata due miglia a ovest dell'emporio, che forse era gestito da una sua parente. La giornata era calda, silla ed io avevamo comprato due litri di latte al cioccolato gelati a manetta e l'avevamo sgolato seduti per terra all'ombra di un pioppo, ecco la casa che potrebbe essere stata sua
capanna Alce Nero

capanna stufa
circa due miglia ad ovest di manderson abbiamo visto questa vecchia capanna, fuori buttata lì una vacchia stufa, la pace regnava sulla terra in una giornata magnifica
  
George E. Hyde è un profondo conoscitore degli indiani nato nel 1898 in Nebraska aveva conosciuto molti indiani che avevano vissuto l'ultima epopea. Li descrive in maniera esemplare, obiettiva e onesta.
“La mia gente cheyennes" curato da  G.E. Hyde, magnifico resoconto sulla vita nelle pianure scritto dopo una corrispondenza epistolare di più di 300 lettere con George Bent durata dal 1904 al 1918

“Nuvola Rossa” edito da Rusconi sempre di G. E. Hyde

“Il popolo di Coda Chiazzata” sempre di Hyde

altro resoconto di sommo rispetto per gli appassionati della verità e scritto da G. A. Custer ( il babau) in “la mia vita nelle grandi pianure”

“Oregon Trail” Francis  Parkman scritto nel 1847, ottimo resoconto

l'elenco non finirebbe più, di opere importanti ne sono state scritte molte soprattutto in lingua inglese, francese e spagnolo, molte tradotte anche in italiano soprattutto durante la grande moda degli anni 80, chi volesse approfondire non dovrebbe avere grandi difficoltà basta scegliere con attenzione.