SOMMARIO
Anno V
Numero 1
Aprile 2013
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RAZIONAMENTO DEL CAVALLO AL LAVORO
di Domenico Bergero |
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Fabbisogni:
Un cavallo è ben alimentato quando gli vengono forniti con il
cibo tutti i principi nutritivi di cui abbisogna per il mantenimento,
per tutte le altre eventuali produzioni (lavoro, latte, feto ed invogli
fetali) e per l'eventuale accrescimento.
In particolare bisognerà fornire adeguate quantità di
energia, proteine (ed aminoacidi essenziali), minerali e vitamine.
Tutte le razioni deficitarie o sovrabbondanti rispetto ai diversi
fabbi¬sogni possono comportare scadimento delle prestazioni,
disturbi digestivi od altre patologie indotte.
Il fabbisogno di mantenimento è da coprire in ogni caso,
poiché serve al normale funzionamento dell'organismo. Per un
cavallo in lavoro, oltre a questo è necessario coprire un
fabbisogno specifico indotto dall’attività fisica. Se il
cavallo ha meno di cinque anni di età, si sovrappone un
ulteriore fabbiso¬gno di accrescimento. Alla gravidanza ed alla
lattazione corrispondono altri specifici fabbisogni.
Ciascuna di queste quote (fabbisogni di mantenimento, lavoro,
accrescimento, etc. ) comprende adeguati apporti in tutti i principi
precedentemente accennati: energia, proteine, minerali e vitamine.
Fabbisogno energetico di lavoro: il lavoro induce una richiesta di
energia che è proporzionale all'intensità
(velocità ed andatura) ed alla durata del lavoro, ma che
è condizionata anche dalla mole dell'animale, da quella della
bardatura e da quella del cavaliere, dal suo temperamento, dalle
condizioni di pendenza e dalle asperità del terreno ed infine
dalla temperatura ambientale Questa richiesta di energia
può essere soddisfatta, come avviene in genere, attraverso la
somministrazione di cereali (orzo, avena, mais) e di fieno, ma in molte
condizioni ci si può giovare di un apporto di energia assicurato
da una certa quantità di grassi, il cui rendimento energetico
è circa 2,25 volte superiore a quello degli zuccheri contenuti,
ad esempio, nell'orzo. Nel cavallo una quota del fabbisogno energetico
pari al 10% può essere coperta attraverso questa via.
Fabbisogno proteico: il fabbisogno proteico di mantenimento è
dovuto al normale rinnovamento dei tessuti logorati dell'organismo. Il
cavallo è pure legato alla assunzione con il cibo di una quota
di aminoacidi (i "mattoni" costituenti le proteine) detti essenziali,
che l'organismo non può costruire da sè, partendo da
altri composti. Nel lavoro il fabbisogno proteico è di poco
accresciuto rispetto al mantenimento: la quota prevista in aggiunta
è dovuta alla produzione del sudore ed al più rapido
"turn over" delle proteine muscolari. Dato che il fabbisogno energetico
si accresce in maniera più marca¬ta con il lavoro, si corre
in pratica il rischio di avere, nelle categorie che lavorano di
più, un eccesso proteico "indotto" dalla adeguata copertura del
fabbisogno energetico. Anche in questo caso il ricorso a razioni
grassate permette di aumentare la quota di energia senza apportare una
ulteriore quan¬tità di proteine, ciò che invece
avverrebbe utilizzando i cereali. Questi ultimi, infatti, sono
provvisti di una quota proteica, seppure modesta.
Fabbisogno minerale: il lavoro comporta, rispetto al mantenimento, la
somministrazione di quantitativi aggiuntivi di cloruro di sodio,
soprattutto per far fronte alle perdite di sudorazione, che possono
essere abbondantissi¬me. Il lavoro induce pure un aumentato
metabolismo del fosforo, per cui il relativo fabbisogno sarà
accresciuto; non pare modificato il fabbisogno in calcio. Anche
il fabbisogno di magnesio risulta accresciuto.
Tra gli oligoelementi (minerali presenti in piccolissime
quantità che svolgono importanti funzioni metaboliche) nel
lavoro muscolare è sicuramente importante il selenio, tossico
tuttavia a dosaggi troppo elevati. In generale i fabbiso¬gni di
questi elementi non sono ancora ben conosciuti.
Fabbisogno vitaminico: il lavoro comporta una aumentata domanda di
tutte le vitamine che hanno un ruolo nella utilizzazione della energia,
in partico¬lare vi è una richiesta speciale di vitamine B2 e
B6, e di tutto il complesso B. E' presente anche un accresciuto
fabbisogno in vitamina A. La vitamina E, sinergica col selenio, ha pure
un ruolo nel mantenimento del trofismo muscola¬re. Non sembra
essere presente una domanda particolare di vitamine K e D. Un ruolo
importante nella prevenzione della mioglobinuria pare poi avere la
vitamina C.
Elementi di razionamento:
La capacità di ingestione del cavallo al lavoro è
accresciuta rispetto allo stesso soggetto a riposo. Un cavallo di 5
quintali, ad esempio, potrà ingerire 8 – 10 Kg di sostanza
secca nel primo caso, 7 – 8 nel secondo. Questo dato varia in
funzione del tipo di alimento somministrato, dello stato di nutrizione
del soggetto, della quantità di lavoro svolto.
La ragione del cavallo è normalmente composta da una quota di
concentra¬ti e da una di foraggi. Un buon funzionamento
dell'intestino sembra assicurato da un minimo di 0,5 Kg di fieno per
quintale di peso vivo. Secondo altri Autori, la quantità
mìnima di fieno da somministrare sarebbe di 4 – 7 kg a
seconda del peso e della categoria dell'animale.
Nel cavallo sportivo, la quota di foraggio può essere limitata a
favore di un utilizzo massiccio del concentrato, senza problemi per i
soggetti ade¬guatamente adattati alla nuova dieta (evitando,
cioè, bruschi cambi alimenta¬ri). Anche
l'appetibilità dei diversi alimenti influisce
sull’ingeribilità. Nel cavallo non sembra esistere un
adeguato adattamento dell'ingestione di alimento rispetto al fabbisogno
energetico, ciò che si verifica invece in altre specie animali.
Tutti i trattamenti tecnologici (pellettatura, fioccatura, estrusione
eccete¬ra), infine, modificano l’appetibilità,
l'utilizzazione digestiva e l’ingeribilità degli alimenti.
L'uso di mangimi composti completi è consigliabile anche per il
cavallo sportivo, abbinando una quota di paglia mangiativa: questa
serve a raggiungere un adeguato tenore in fibra nella razione ed a
fornire al cavallo un’occupa¬zione durante le ore passate in
box.
Nel razionamento pratico del cavallo da sport, si deve pure tenere in
considerazione come la matassa intestinale risulti tanto più
ingombrante tanto più l’alimentazione è ricca di
foraggi poveri o scadenti: ciò può
condizionare le prestazioni di un soggetto. Solo nel caso delle gare di
fondo un cieco ben sviluppato permette di avere una riserva di
elettroliti da utilizzare per evitare la disidratazione, assumendo un
ruolo positivo.
Durante i giorni di attività, non bisogna alimentare il cavallo
con troppo concentrato prima del lavoro, ma al contrario prevedere al
mattino un pasto più leggero, composto di poco foraggio e di una
giusta quantità di concentrato. La sera, dopo aver fatto
riposare e rilassare il cavallo, si potrà distribuire un pasto
più sostanzioso e ricco. La distribuzione di sali reidratanti
è altamente consigliabile.
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