Stavo accendendo la stufa, avevo messo
come esca un cartone del supermercato poi rami sottili, tanti per
scaldare in fretta la capanna, innescando la fiamma con un bel
pezzo di diavolina.
Per caso passava di lì un borghesotto di quelli da salotto,
inorridito dall’uso ( mio) della diavolina mi ha redarguito
insegnandomi come si dovevano accendere i fuochi, ovviamente ascoltavo
senza batter ciglio mentre la fiamma avvolgeva velocemente la stufa
rendendola calda, sorridevo di nascosto, per educazione,
l’energumeno era a casa mia.
Ricordavo un racconto di mio nonno che era vissuto nelle pianure
da uomo libero. Il nonno sapeva accendere il fuoco per sfregamento
operazione noiosa e faticosa, quando arrivarono i commercianti franco
canadesi comprò immediatamente l’acciarino per accendere
il fuoco, che meraviglia. Scoprì anche i fiammiferi, ne prese
una scatola intera e ogni tanto ne accendeva uno tra la meraviglia di
noi bambini, sognavamo di averne una scatola tutta per noi, eravamo
ancora nomadi felici (quasi) il fuoco era sacro e non si spegneva mai,
negli spostamenti una donna lo conservava in una zolla di terra, quando
si arrivava al luogo del campo tutte le donne correvano da lei per
accendere il loro mentre la custode soffiava per ravvivare le braci.
Il nonno
non amava i bianchi ma diceva che alcune loro cose funzionavano come le
nostre, forse più, erano quattro: le pentole di ferro, le armi
da fuoco ( quando erano buone), i ferri taglienti e il caffè,
gli acciarini erano compresi nelle armi da fuoco in quanto funzionavano
con la polvere nera sullo stesso principio.
Una volta arrivarono all’accampamento tre uomini bianchi un
missionario presbiteriano un antropologo e un soldato, mio nonno era
stato sgridato anche lui dall’antropologo per come accendeva il
fuoco, era stato sgridato anche dal missionario perché credeva
in Wanka Tanka, solo il soldato andava a caccia con lui e mangiava
quello che mangiava lui con gusto, gli altri due chiedevano cosa era il
cibo come lo cucinavano ma poi non lo mangiavano volentieri. Poi se ne
andarono solo il soldato restò, sposò una donna dei Facce
Cattive
e ci diede una mano per resistere quando tornarono i missionari per convertici ( per forza) al loro Dio
Un pomeriggio il nonno ci prese da parte e cominciò a fregare la
lama del coltello sulla pietra focaia, un fiume di scintille
precipitò sul muschio secco e sulla corteccia di betulla,
ridendo disse: " imparate ragazzi miei vi potrà servire quando i
bianchi spariranno"
mauroferraris
ps
per noi che accendiamo il fuoco tutti i giorni per scaldare il
tipì, il cibo e noi stessi la diavolina è meravigliosa
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