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SOMMARIO

Anno V
Numero 1
Aprile 2013

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ARCHIVIO

 

 

 

 

MISTERO

di Mauro Ferraris

La vita di Gionni scorreva tranquilla e monotona come l’acqua del fiume che ogni giorno guardava per ore.

Gionni era figlio di “Charlie due gilet”. Nella riserva Charlie era considerato un uomo ricco proprio perché aveva due gilet, e nei giorni di festa l’infilava tutti e due uno sull’altro e orgoglioso attraversava a cavallo l’intero campo.

Nell’agenzia vivevano uomini bianchi: commercianti, insegnanti e missionari, qualche artigiano. Poi più in là c’era una compagnia di soldati che dovevano proteggere gli impiegati e non erano nella maggior parte particolarmente cattivi. Alcuni, quando passavano, strizzavano l’occhio alle giovani sqwas, altri lanciavano pezzi di cioccolato ai bambini che d’estate, col caldo, si scioglieva e impiastricciava la faccia, ma era buono.

I soldati non erano un problema per lui ma gli insegnanti si. Questi spiegavano per ore e per giorni il perché e il percome delle cose:

perché il sole tramontava e la luna nasceva

perché la pioggia cade dal cielo

perché la luna sparisce a volte per qualche minuto

perché non si doveva giocare

perché si doveva mangiare così

perché la loro religione era buona e la nostra no.

E così per mesi

Loro parlavano e Gionni era costretto ad ascoltare. Passavano i mesi e gli anni e gli uomini bianchi risolvevano scientificamente i quesiti che loro stessi ponevano a Gionni.

Gionni non ascoltava, non voleva svelare misteri, era bello non sapere (per lui) il perché il sole sorgeva ogni giorno e il tuono attraversa il cielo dopo il lampo.

Il tuono era la voce possente (per lui) che incuteva timore e paura ,e ad aver “timor del cielo” gli era stato insegnato prima dell’arrivo dei bianchi.

Un giorno davanti all’emporio vide un gruppo di persone, si avvicinò, il commesso del negozio disse agli altri: ”E’ Gionni, il figlio di Charlie due gilet”.

Gionni era basso di statura per essere figlio di un ex cacciatore di bisonti. Aveva i capelli neri e lunghi, cosa che non piaceva all’agente (e teneva nascoste tra i capelli quattro perle di vetro: una bianca, una rossa, una nera e una gialla).

Gionni chiese: “Voi che sapete tutto ditemi

perché alcuni uomini sono buoni e altri cattivi

perché sono nato rosso e voi bianchi

perché quel cavallo sta morendo

perché Wambli vola in alto vicino al sole”.

Il soldato sorrise e accese un sigaro.

Il commesso tornò al suo lavoro.

L’insegnante a spiegare.

Il missionario nel suo ufficio.

Gionni pensava.

Il soldato si accorse del pensiero e chiese: “A cosa pensi?”.

Gionni si voltò con uno stupito sorriso e rispose: “All’orsa maggiore; alla fantasia che doveva avere quell’uomo per chiamarla così”.

Gionni se ne andò.

Il soldato rimase a guardarlo mentre si allontanava e nel fumo del suo sigaro vide accampamenti incendiati, urla di terrore e spari.

 Vide svanire il popolo selvaggio. Vide svanire se stesso.13 mistero