SOMMARIO

Anno V
Numero 1
Aprile 2013

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ARCHIVIO

 

 

 

 

LIBRI 


L'ARTE DELLA GUERRA Sun Zu

Analisi degli elementi per raggiungere la vittoria di un profondo osservatore delle relazioni tra gli uomini.

La leggenda narra che Sun Zu presentò un codice di tredici capitoli a Ho-Lu, re del semibarbaro Wu, nel VI secolo avanti Cristo.
 "La suprema arte della guerra sta nel soggiogare il nemico senza combattere."
Per raggiungere questo risultato bisogna guardare chi è il sovrano e chi è il comandante, cosa si vuole ottenere, quali sono le armi a disposizione, com'è il terreno dello scontro e qual è la stagione.
Vale la pena di combattere se in gioco è il futuro di tutti invece che il potere di uno.
La vittoria diventa condizione di sopravvivenza invece che obiettivo di competizione.
Allora ogni perdita è un disastro e occorre evitarle per salvare entrambe le parti e farle diventare una.

Questo mi sembra di aver capito di questa storia
FILM

EDUCAZIONE SIBERIANA
Gabriele Salvatores

Uscendo dalle sale si sentono i commenti ad alta voce di coloro che che hanno visto lo spettacolo, gionni le ascolta divertito guardando i volti dei parlanti ridendo sotto i baffi,
gionni non commentava mai ma qualche volta pensava le sue considerazioni, ebbene ieri mentre scendeva le scale del cinema eliseo, un cinema della vecchia generazione che sopravvive a stento inserito in una piazza (sabotino) rimasta immutata nel tempo in borgo san paolo, aveva sentito un commento, sussurato. La peculiarità del fatto consisteva nel tono molto basso ed educato del commento che coincideva col pensiero di gionni che girava la testa incuriosito, erano tre ragazzi tipo centri sociali discreti educati, era un bel trio di educazione.
Il film è stato addomesticato dal regista sapientemente, eliminando  crudi episodi che l’avrebbero reso ancor più invedibile ai benpensanti. Salvatores, grande, ha salvato il concetto che le regole non vanno infrante, che gli errori si pagano, a differenza dell’attuale momento di dittatura del nulla, dove tutto è apparentemente permesso, dove la punizione è  sostituita dal dialogo ad ogni costo, dove non esiste più colpa e se esiste è di altri. Bene questa storia e un po’ contocorrente
Consiglio caldamente alle persone che pensano che la violenza sia da condannare anche quando non è gratuita, che pensano con orrore alla punizione come ostacolo alla redenzione educativa di non andarlo a vedere.
Salvatores ha creato una storia assolutamente lontana dal pensiero educativo italiano di questo momento, si è appassionato alla storia della russia  che è storicamente lontana, più semplice meno contaminata dalla decadenza del benessere occidentale.
Queste persone si devono tener lontano anche se per loro il regista ha completamente cambiato il finale della storia.
Quando avevo divorato il libro, alcuni anni fa, pensavano che gli educatori avrebbero dovuto leggerlo ( per loro) ora non più e troppo lontano dal loro metodo
mf

L’UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE John Ford

 (The Man Who Shot Liberty Valance) è un film del 1962 diretto da John Ford, con John Wayne, James Stewart, Vera Miles e Lee Marvin.

 

Film in bianco e nero splendido nell’interpretazione, con un formidabile Lee Marvin ( lo mettono sempre al fondo),  la trama scruta i sentimenti americani nel loro evolversi, la sequenza è ben raccontata: nomadi, poi allevatori, poi contadini e bottegai. Il civile che arriva si scontra inevitabilmente col violento selvaggio, il femminile si schiera con la sicurezza quindi evitando il mondo selvaggio anche quello che cerca una giusta libertà (john wayne).

La storia è ben raccontata accompagnata da una colonna sonora notevole.

La cinepresa alle spalle della scena dell’uccisione di liberty valance permette varie interpretazioni ovviamente volute dal maestro che dimostra come è facile manipolare la verità

U-BOOT 96 Wolfgang Petersen

Film tedesco del 1981 racconta la vita dei sommergibilisti, se lo guardi puoi scivolare nel ventre del colosso sotto il mare, è lungo, ben visto dalla critica, capolavoro per chi ama sentire racconti vicini alla realtà, sconsigliato agli amanti delle commedie

VACANZE DI NATALE Christian De Sica

serie di tragici documentari sotto l’apparenza di film panettone, raccontano l’italia per quella che è o vorrebbe essere, saranno apprezzati in futuro per capire la vita dell’italiano medio-alto, leggero, assolutamente non eroico, con regole etiche non ben definite e una vistosa morale addomesticata, il centro di archeologia sperimentale li tiene in considerazione in quanto ben realizzati per far comprendere una realtà altrimenti difficile da capire, l’assenza dell’epica intrecciata con sentimenti comuni  creano una comicità ineguagliabile anche se forse non sempre voluta. Il difficile sarà far credere ai posteri che le cose stanno veramente così.