SOMMARIO

Anno XI
Numero speciale
Aprile 2019

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ARCHIVIO

 

 

 

 

IL COLTELLO DEL CAVALIERE

Come abbiamo visto il coltello integrava l’uomo che viveva a ovest del grande fiume, e quest’uomo per poter vivere doveva avere un cavallo.

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La maggior parte di questi uomini erano rossi, vi era qualche bianco, poi anche messicani e mezzo sangue,

i cavalieri odierni che vivono “l’ovest fantastico” quello dietro casa hanno anche loro una simbiosi con  “il ferrotagliente”, spesso nella giornata averlo torna utile, non solo per tagliare il pane a colazione o la pancetta, questi cavalieri prediligono lame fisse, sono più rapide e comode all’uso rispetto il serramanico, in genere hanno coltelli da caccia, alcuni nelle alpi occidentali portano al cinturone i Green River, coltelli da scuoio sconosciuti sulle nostre montagne e che non hanno mai avuto gran diffusione, era infatti il coltello tipico dei cacciatori nomadi, era il coltello che ogni donna indiana aveva alla cintura e che usava ininterrottamente lungo la giornata. Coltello straconosciuto all’epoca della Frontiera e introdotto in Italia da  certo Mauro Ferraris, un tipo che aveva come modello di vita lo stile degli indiani a cavallo quando vivevano liberi, per usarli doveva averli e per averli doveva farli, visto che erano sconosciuti.

Molti hanno un rapporto incredibile col proprio coltello, difficile da comprendere per persone di vita “normale” in quanto a loro questo non serve se non per mangiare

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Era stata una bella passeggiata tutto sommato, si era presa una gran grandinata la prima sera, ma i teli tenda erano già piantati e la mattina dopo splendeva il sole passando dal freddo al caldo. Si era continuato bevendo alle sorgenti, lavandosi nei torrenti,

Sì, si era oltre frontiera, il pascolo buono, le montagne splendenti, salendo alla Rho il sentiero era stato sconvolto dall’alluvione della grandinata dei giorni precedenti, con le mani e coltelli dieci centimetri di sentiero era tornato sulla frana, cavalli e cavalieri aspettavano in fila , gli scout facevano strada, poi uno per uno si passava sull’esposto diventato innocuo e non più pericoloso alla progressione dei cavalli.

Non ricordo l’altezza del colle ma era sui 2500m, sul versante francese vi erano ancora grandi chiazze di neve dura come ferro, al secondo colle di giornata, sempre sui 2500m il calore era intenso e senz’alito, sul terzo colle un’ora di marcia dopo il secondo il cielo era diventato scuro, mentre si discendeva la valle fulmini grandine e tuoni, ma eravamo bassi e non avevamo più sete, le borracce erano state riempite prima del diluvio.

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nella foto sotto si vede l’inizio dell’immane pietraia di Baldassarre uno dei Re Magi amico dell’Ak, ma anche gli altri due sono amici benevoli, si noti il coltello alla cintola del secondo cavaliere, il ferrotagliente è utile nella vita al di là della frontiera.

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L’Alpitrek tiene molto all’amicizia dei Re Magi, parla poco e sottovoce quando passa loro vicino per rispetto e per non disturbarli

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Il Machete da sella

Il machete è indispensabile allo scout, quando è sul terreno l’ha spesso in mano, i motivi sono molteplici esso serve a garantire la progressione rimuovendo ostacoli che  possono ostruire il sentiero e via dicendo

Gli scout dell’alpitrek usano esclusivamente machete da canna (da zucchero)  hanno imparato l’uso dai vaqueros del Vecchio Messico che lo sistemano disinvoltamente tra la sella e la coperta sottosella, sistemazione ingegnosa in quanto permette di averlo al bisogno pronto alla mano; per poter essere posizionato in questo modo il machete deve avere caratteristiche precise: leggero,sottile, flessibile

Leggero per non pesare sull’amico più del dovuto e per noi stessi quando si usa, quando si deve tenerlo in mano a lungo si nota la differenza

Sottile e flessibile per non fiaccare il cavallo

La lama ha una potenza di taglio strabiliante, se affilata può tagliare netto al colpo 3 o 4 cm di verde

Sembra che le lame, di ottimo acciaio armonico, siano fatte a Solingen in Germania ma commercializzate esclusivamente nell’altro continente

quelli giusti si trovano in centro o Sudamerica in quanto i machete sui nostri mercati sono derivati da quelli militari inglesi e americani, di forma diversa, più spessi, pesanti e rigidi, essi venivano spesso usati come  armi, migliaia di questi machete fabbricati a Sheffield Inghilterra per l’Esercito Reale sono stati lasciati in Italia dall’XIII Armata Inglese alla fine della guerra è poi prodotti in serie dagli abili artigiani di Maniago

Caratteristiche del mio (non sono tutti uguali ma possono cambiare lievemente dimensioni)

Lunghezza totale 60cm di cui 11cm di manico in bachelite, spessore lama 1mm.

Peso 300gr quindi pochissimo

Curiosità: il machete è indispensabile per lo scout, quindi nell’esplorazione, può tornar utile anche alle guide; a quelli che non lasciano mai maneggio non serve a niente

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posizionamento del machete tra feltro e sella