SOMMARIO

Anno XV
Numero 24
Aprile 2023

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Autobiografia di Francesco
di Francesco Cristofoli Prat
Ho cominciato ad entrare nel mondo dei cavalli a cinque anni, ho iniziato facendo volteggio, che sarebbe una specie di ginnastica artistica a cavallo. All’inizio non si facevano gare ma si preparavano delle esibizioni che venivano fatte nelle feste all’interno del maneggio. La prima esibizione che abbiamo fatto fuori dalla scuderia siamo andati a  fare da intramezzo in uno spettacolo equestre fatto da un gruppo nel quale sarei entrato circa venti anni dopo, quella giornata finì con una tromba d’aria che sollevò uno dei tendoni da sagra.

Più avanti abbiamo cominciato a fare degli stage in altre scuderie che facevano agonismo, la prima gara che abbiamo fatto mi ricordo che eravamo talmente piccoli che i numeri da tenere sul braccio ci erano troppo larghi e abbiamo dovuto metterli alle caviglie, quella giornata finì completamente avvolto dalle ortiche giocando con una mia compagna di squadra a rotolarsi giù da una collinetta. Fatte le prime tre gare siamo tornati a fare solo esibizioni in varie manifestazioni per diversi anni ed è stato per me il periodo più bello.

In contemporanea avevo cominciato a fare anche un po’ di salto e pony games, che sarebbero dei giochi di abilità da fare solitamente a squadre, per i miei otto anni mi venne regalato il primo pony, si chiamava Rotolo, prima di scoprire che era arrivato in maneggio per me pensavo fosse della scuola e non me lo facevano mai montare fino a quando venni a sapere che ad una lezione toccava a me, quel giorno mentre ero a scuola ha cominciato a venirmi su la febbre, non so a quanto perché ho fatto finta di niente sia in classe che con i miei genitori per poter alla sera andare finalmente a montare quel pony. In realtà non era completamente mio perché per mantenerlo dovevo tenerlo in fida con la scuola ma per me era già tanto così. Poco dopo a causa di varie problematiche scoppiate all’interno del maneggio siamo venuti via seguendo una delle due istruttrici, in quel periodo ho cominciato a fare le gimkane, dei percorsi misti tra il salto ed i pony games, nel frattempo il mio pony era diventato una iena, il 90% delle lezioni erano più simili ad un rodeo e di conseguenza ho cominciato ad avere paura di montare.

La prima gimkana fatta con Rotolo è stata breve e movimentata, dopo mezz’ora di rodeo in campo prova entro in campo gara, campanella, mezzo giro di campo, fugone con varie sgroppate e caduta di testa sul muro del campo coperto, nel secondo tentativo faccio il primo salto poi di nuovo rodeo fino a cadere dentro le siepi dell’entrata del campo poi essere eliminato e portato nell’ambulanza per un controllo, per fortuna non mi ero fatto niente. Dopo due anni circa in seguito a vari litigi sono tornato al maneggio d’origine dove sono stato aiutato a riprendere coraggio nel montare, cambiando anche tipo di lavoro ed abbandonando i pony games.

Arrivato a 16 anni cominciavo ad essere troppo grande per saltare con Rotolo, quando in maneggio è arrivata una cavalla in vendita non potendo mantenerne due  ho ceduto il pony al maneggio perché continuasse a fare scuola e grazie ai miei genitori ho preso questa cavalla di nome Balleryna, sempre con un contratto di un terzo di fida con altre persone per poterla mantenere.

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Balleryna

Nel frattempo avevamo ricominciato a fare delle gare di volteggio ed un anno con la mia squadra avevamo vinto i campionati veneti ed italiani della nostra categoria. In quel periodo un’istruttrice e giudice che ci faceva gli stage ha proposto ad un mio compagno di squadra ed a me di provare ad allenarci con la sua squadra, che era tre categorie più alta della nostra per partecipare a delle gare grosse in Austria o Germania. Siamo andati a Modena due giorni per fare un corso accelerato al termine del quale avrebbero deciso chi prendere dei due. Alla fine dei due giorni non avevamo neanche più la forza di fare le scale. L’istruttrice aveva deciso di tenere me però tra che mi sembrava una cosa troppo grande da gestire e una serie di ricatti morali da parte della mia istruttrice ho lasciato perdere ed ho continuato con la mia squadra.

A 17 anni durante un allenamento sono caduto male dal cavallo finto e mi sono lussato una spalla, dopo tre ore di pronto soccorso mi hanno portato in un altro ospedale perché in quello dov’ero non c’è l’ortopedia, alla fine dalle 17 circa che ero caduto mi hanno ricomposto verso mezza notte.

Dopo un paio di mesi ho ripreso gli allenamenti ma con un po’ di più timore, soprattutto nel rifare quella figura con cui mi ero fatto male lo stesso spirito di prima, alla fine tra che era cambiato molto lo spirito tra compagni ed altre cose circa un anno dopo ho smesso di fare volteggio, terminando però con un secondo posto ai campionati veneti.

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Golia

Contemporaneamente con la cavalla che avevo era un disastro, quando era arrivata aveva uno zoccolo quasi completamente mangiato dal tarlo quindi prima di poterla montare erano passati mesi, una volta messa in lavoro ci siamo resi conto che il problema più serio era sui posteriori e da li a poco ho smesso di saltare, ho spostato la cavalla in un maneggio vicino molto più economico dove si facevano passeggiate e si praticava un po’ di doma etologica.

Nel giro di una settimana la cavalla era cambiata completamente, vivendo in paddock era molto più serena, quando stava in box mi ci volevano venti minuti per prenderla perché rampava e calciava, come seconda uscita siamo andati ad un raduno di 80 cavalli in spiaggia ed è stata sorprendentemente molto brava. In quel periodo è venuto a lavorare due cavalli un istruttore toscano che faceva doma etologica, restando affascinato da quel modo di lavorare ho fatto i primi due corsi da allievo per raggiungere il primo livello.

La didattica che ci aveva dato l’ho usata come tesi per l’esame di maturità. Finite le superiori ho iniziato il corso istruttori con questa scuola, la S.I.H. Durante una lezione la mia cavalla continuava a rimanere bloccata con i posteriori tanto che per rimettersi su tutte e quattro le gambe doveva fare un salto, da lì a poco ho deciso di mandarla al pascolo in toscana alla sede della scuola per farle fare una pensione da cavallo semi brado. Intanto avevo preso il brevetto di istruttore di base così ho cominciato a lavorare qualche cavallo e fare le prime lezioni, oltre che alla pulizia di box e paddock avevo iniziato anche a lavorare col volteggio nel primo maneggio. Poco prima di mandare la cavalla al pascolo mi ero ripreso il mio vecchio pony perché per la scuola non andava più bene, con lui sono riuscito a partecipare a qualche dimostrazione sul lavoro da terra e fare qualche lezione per un paio di anni poi purtroppo a 20 anni è morto per una colica causata da un tumore all’intestino.

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Rotolo

L’anno dopo morì anche l’altra cavalla a causa dei problemi ai posteriori che non le permettevano più di alzarsi.

In quel periodo ho conosciuto anche un maniscalco di vecchio stampo ma costantemente aggiornato, mi è stato di grande aiuto soprattutto dal punto di vista umano, anche se per un periodo ho provato a seguirlo non sono riuscito a fare molta pratica ma comunque è stato un grande punto di riferimento.

Non avendo più cavalli ho cominciato a lavorare cavalli di qualunque tipo, anche gratuitamente per fare esperienza, in particolare i due cavalli della proprietaria del maneggio dove facevo qualche lezione, questi cavalli essendo particolarmente difficili a causa di maltrattamenti subiti in precedenza mi hanno insegnato tantissimo.

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Morgana
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Adelante

In pieno inverno lavorando da terra uno di questi cavalli, che era esperto nelle fughe sia da sella che da terra ho fatto l’errore di provare a tenerlo, dopo qualche metro fatto di corsa per non dargliela vinta mi sono trovato a faccia a terra completamente disteso sul campo mezzo allagato, poi sono rimasto qualche attimo seduto nella pozzanghera un po’ per farmi passare il nervoso e un po’ per capire che tanto se un cavallo ha deciso di andare và quindi provare a tenerlo fisicamente è inutile.

Un anno dopo esser diventato istruttore di base sono diventato istruttore di primo livello, ma in sostanza il tipo di lavoro che facevo era sempre lo stesso. Nei cinque anni con la S.I.H. ho partecipato per due anni al salone del cavallo americano a Reggio Emilia, il primo anno è stato bellissimo, dormivamo nei camper a noleggio e praticamente non conoscevo quasi nessuno ma in quelle situazioni si lega subito e per fortuna erano tutte belle persone, ho partecipato con un cavallo dell’istruttore che aveva portato in maneggio dove ero io per un periodo, a turno dovevamo tenere sempre il tondino occupato con dimostrazioni e clinic gratuiti, è stato un bel po’ di lavoro. L’anno dopo partecipavo con i due cavalli difficili della proprietaria del maneggio e mi hanno dato molta soddisfazione.

A giugno del 2013 mentre facevamo dimostrazioni ad una fiera a Padova mi è stato proposto di fare una stagione come istruttore S.I.H. in un resort a 5 stelle con maneggio in Sardegna, da come mi era stata presentata la cosa sembrava il paradiso così circa una settimana dopo ho preso l’ aereo e sono partito. Sono arrivato su questo resort verso le 17.00 e alle 21.00 avevo già capito che la situazione non era proprio come mi avevano detto, il giorno dopo dovevano darmi un cavallo per la stagione da usare per portare i clienti in passeggiata, fare lezione ecc. il primo che ho provato era un argentino che si chiamava Sancho ed è quello che ho tenuto

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Sancho durante il carosello domenicale

Il secondo era molto più bello ma molto più diffidente, durante la prova seguivo un gruppo e finiti i sentierini in pineta siamo arrivati in spiaggia dove volevano galoppare, il mio cavallo era già parecchio nervoso al passo quindi ho deciso di non galoppare e lasciare che gli altri andassero avanti, appena gli altri sono partiti il mio cavallo si è agitato ancora di più, ha preso paura di un sacchetto e scartando è caduto, ovviamente si è rialzato prima di me ed è scappato, per vedere da che parte andasse ho provato a salire su quella che mi sembrava una collinetta di sabbia con delle piantine sopra ma in realtà era solo un cespuglio quindi ci sono finito dentro tagliandomi tutto, una volta uscito ho cercato di tornare indietro ma non conoscendo il posto, non avendo nessun numero di telefono, non avendo il telefono col GPS sono andato ad occhio ovviamente perdendomi in mezzo ad una pineta di 40 ettari, dopo un ora e mezza di panico mi hanno trovato e sono tornato al maneggio, il cavallo era già li da un pezzo. L’unica consolazione è stata che anche il mio capo diretto il giorno dopo provando a fare il figo è caduto da quel cavallo.

Col mio compagno di alloggio dormivamo in un vecchio spogliatoio dove prima abitava un cane randagio che abbiamo dovuto sfrattare, inizialmente eravamo preoccupati perché  la porta non aveva le chiavi poi ci siamo accorti che tanto essendo di metallo col sole si dilatava e non si apriva più, infatti entravamo dalla finestra. La sera fino le 23.00 cadevano sulle brandine degli insetti simili a delle coccinelle nere, dopo arrivavano le zanzare, molte notti dormivo con un fazzoletto bagnato sull’orecchio, rischiando inconsapevolmente un otite per evitare le zanzare e non avere troppo caldo. Il vitto non era da meno, l’acqua dei rubinetti non era potabile quindi bisognava comprarsela e il cibo non sempre era tutto sano, qualche volta aprendo un pezzo di pane ho trovato anche delle allegre formichine.

Le condizioni dei cavalli non erano migliori, tra piaghe di vario tipo, uova di mosche sotto le palpebre, nutrizione non adeguata tanto da arrivare a mangiarsi le palle marine, non era proprio come me l’avevano descritta inizialmente. Dopo qualche settimana di lavoro a Sancho vennero fuori due buchi, continuamente tenuti aperti dagli insetti, uno sul petto ed uno dove passa il sottopancia, ad un certo punto non avendo neanche del sapone per medicarlo, ho finito la stagione montandolo con solo un sottosella americano ed in capezza per rispettare i canoni della S.I.H.

I clienti erano la maggior parte russi e polacchi, io non sapendo neanche l’inglese per provare a spiegare come fermarsi e girare in qualche modo parlavo in italiano facendo gesti credo  neanche troppo comprensibili, fortunatamente non mi sono mai successi incidenti tranne una bambina che è caduta a 5 metri dall’arrivo.

Durante una passeggiata avevano chiuso una parte del percorso che conoscevo per fare lavori quindi ho girato un po’ a caso perdendomi nuovamente, questa volta però avendo il cavallo ho lasciato fare a lui che sicuramente conosceva il posto meglio di me, ci ha riportati a casa per la strada più breve facendoci però passare dietro i bersagli del campo di tiro con l’ arco e in mezzo a cespugli dove il sentiero lo vedeva solo lui però in 10 minuti eravamo arrivati.

Quell’anno nel resort hanno organizzato anche una tappa dei mondiali di endurance dove ha partecipato anche il principe degli emirati arabi, i cavalli della sua squadra facevano aerosol quasi tutti i giorni e partivano alle 5 del mattino per farsi minimo 30 km di allenamento, avevano anche l’ uomo della sicurezza ( guai chiamarlo guardia) che controllava per tutta la notte che nessuno si avvicinasse ai cavalli, era arabo ma parlava benissimo l’ italiano e altre 5 lingue quindi avevamo fatto tutti amicizia con lui, una sera tardi  io e il mio compagno di stanza dovevamo attraversare il maneggio per andare a dormire, ad un certo punto abbiamo visto da lontano i fari del quad accendersi ed in tre secondi ce lo siamo trovati a mezzo metro dai piedi, non ci aveva riconosciuto, da quella volta abbiamo usato un segnale con la torcia per farci riconoscere.

Qualche settimana prima che cominciassero le gare sono rientrato perché dovevo partecipare a delle dimostrazioni della S.I.H. vicino casa mia, ho rischiato di non farcela perché in aeroporto avevo perso il biglietto del volo. Nonostante sia stata un’esperienza tra le più difficili mi è stata molto utile e mi ha sorpreso il fatto che hanno continuato a chiamarmi per due anni per sapere se potevo tornare.

Uno o due anni dopo il mio istruttore doveva cambiare la sede della scuola che si trovava a Pratovecchio in provincia di Arezzo e mi ha proposto di prendere in gestione l’ attività con alcuni cavalli portandoli in un agriturismo attaccato a quello dove stava lui, per un mese circa facevo una settimana lavorando a casa ed una lì per fare lavori e conoscere il posto, ad un certo punto lui è partito per Travagliato cavalli, io dovevo andare alla sede e dovevo trovare lì la sua compagna ma quando ero per strada mi ha chiamato dicendomi che era andata via e che aveva lasciato in agriturismo anche i cani. I cavalli erano stati spostati da un pascolo di sei ettari ad uno di un ettaro, non c’era molta erba ed il ballone di fieno è finito presto, la sera ero andato a fare le spese, quando sono tornato a controllare i cavalli non ne ho trovato nemmeno uno, avevano sfondato la recinzione in due punti ed erano andati a pascolare in un campo di ciliegi confinante dove c’era molta erba, avevo solo un cordino ed un secchio di mangime, continuavano a scappare appena cercavo di farne entrare un altro, non so quanto ci ho messo a riportarli tutti e dodici dentro anche perché ormai era buio e pioveva. Il giorno dopo un allevatore della zona ha portato un ballone di fieno nuovo e grazie a dio non sono più scappati tutti, solo uno continuava ad uscire nonostante i tre giri di fettuccia. Alla fine anche grazie all’allevatore che mi ha spiegato come stavano le cose tra i due agriturismi ed il mio istruttore ho deciso di lasciar perdere.

Come ultima esperienza prima di andarmene dalla scuola ho partecipato ad un corso di tiro con l’arco a cavallo, si usava un arco mongolo che non ha niente per appoggiare la freccia che è quindi a contatto con la mano, alla fine del primo giorno avevo già il solco, inoltre dovevo tenere tre frecce incastrate tra le dita della mano che tiene l’arco, anche quelle facevano parecchio male. È stato molto bello ed impegnativo  anche perché ero l’unico partecipante, le prove finali erano di tirare tre frecce in 12 secondi e da cavallo al passo prendere tre bersagli, fortunatamente ci sono riuscito.

Nel frattempo stavo lavorando parecchi cavalli in un maneggio tra cui una cavalla di 4 anni del proprietario del maneggio, nel 2015 alla solita fiera dove facevo le dimostrazioni ero andato con quattro cavalli, i due con cui ero andato a Reggio Emilia, uno famoso per aver staccato un pezzo d’ orecchio ad una persona con un morso e questa cavallina di 4 anni, quell’anno l’istruttore non è venuto quindi ho fatto le dimostrazioni praticamente da solo dovendo lavorare i cavalli e contemporaneamente spiegare al microfono, una sera è arrivato un ragazzo chiedendomi fare un breve numero di volteggio per lo spettacolo della sera dopo, l’ho fatto con la cavalla di 4 anni, non l’ avevo mai preparata per quel tipo di lavoro, ho provato per tutta la mattina cadendo un paio di volte, durante lo spettacolo ero in capezza e fascione da volteggio, la cavalla correva come un missile e nel scendere e risalire al galoppo le sono arrivato troppo dietro, lei sgroppando mi ha fatto cadere e sbattere sulla recinzione, nonostante ciò devo dire che è stata bravissima anche perché la lavoravo da meno di tre mesi.

Grazie al ragazzo che mi aveva coinvolto in quello spettacolo ho conosciuto il capo della Cavallo & Company, il gruppo di spettacoli che avevo visto da piccolo nella mia prima esibizione, ho iniziato a prendere lezioni da lui e nel frattempo ho mollato la S.I.H. per i primi mesi è stata molto dura in quanto dal punto di vista tecnico di lavoro in piano non sapevo quasi niente, fatalità lavorava in quel periodo un frisone intero di 4 anni in un maneggio dalle mie parti, un giorno mi propose di andare a montarlo un paio di volte a settimana e la terza di lavorarci assieme, ne fui onorato e con quel cavallo ho fatto la mia primissima esperienza durante un numero che hanno fatto per beneficenza all’interno del maneggio.

Dopo un anno di lezioni sono entrato a far parte del gruppo, il primo vero spettacolo a cui ho partecipato con loro è stato all’ ippodromo di Padova, dovevamo fare un carosello argentino quindi avevamo la sella originale il recado, è la più scomoda che abbia mai provato, la testiera, il capezzone e le redini in cuoio crudo quindi durissime, durante il numero c’è stata un po’ di confusione a partire dal fatto che ci si vedeva poco a causa dell’occhio di bue che abbagliava, li campo era un pezzo della pista da trotto quindi bello stretto per otto cavalli che magari galoppano appaiati, poi all’inizio del carosello si sono impigliate le bolas che doveva tirare il capo così per recuperare è cambiato l’ ordine dei cavalli, durante una figura non capivo più niente e ho fatto un mezzo frontale con un altro cavallo, non si è fatto male nessuno e siamo andati avanti.

Nel 2017 assieme a C&C dovevo partecipare al Galà d’oro di Verona con il cavallo che montavo nelle lezioni, abbiamo provato per mesi un carosello intitolato Ali, come costume avevamo una grande nuvola credo di tulle che avvolgeva le nostre gambe e tutto il corpo del cavallo e sulla schiena due ali lunghe minimo un metro che soprattutto al galoppo sbilanciavano un sacco.

Le prove generali si facevano di sera finendo anche alle 3-4 di notte, durante queste prove il mio cavallo ha preso paura della neve finta che ad un certo punto doveva cadere e per non compromettere l’ intero numero alla fine non mi hanno fatto partecipare allo spettacolo. È stata comunque una bella esperienza anche aiutare nel lavoro dietro le quinte e veder lavorare grandi artisti come Lorenzo e molti altri.

A marzo dell’anno prima avevo comprato la cavalla che ho tutt’ora, si chiama Luna, quando l’ho presa era parecchio magra, non sapeva fare niente se non galoppare a missile sul dritto.

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2016
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Il vecchio proprietario quando usciva faceva i primi due chilometri al galoppo e poi cominciava la passeggiata, ovviamente c’è voluto un sacco di lavoro per sistemarla, nel giro di un mese è migliorata tantissimo ed ho cominciato a partecipare a degli stage organizzati dalla C&C con un ragazzo molto bravo che fa alta scuola, io ero ad un livello molto basso rispetto gli altri però seguire anche le lezioni che faceva a quelli più avanti di me è stato molto utile.

Più avanti con lei ho partecipato ad uno spettacolo medievale delle parti di Milano, dopo un ora ti trailer e quattro di camion siamo arrivati, l’ho messa in box ed ha cominciato ad agitarsi parecchio, nel frattempo dovevo aiutare a preparare il campo e sistemarmi i finimenti, sul più bello che ero riuscito a fare tutto e stavo iniziando a montarla per fargli vedere il campo hanno dato l’ annuncio di liberare lo spazio per altre attività. Quando è arrivata l’ora dello spettacolo appena entrati la mia ha cominciato ad impennarsi, avevo la sella vaquera, ho anche perso una staffa che continuava a battergli sul fianco e dopo poco mi si è sciolto anche il nodo dell’elmo, alla fine ho passato quasi tutto il tempo in un angolo cercando di calmarla e di sopravvivere, l’ unica cosa venuta bene sono stati i saluti finali. Finito tutto siamo ripartiti col camion e dopo col trailer, siamo ritornati a casa alle 5.00 della mattina.

Dopo quasi due anni sono uscito dalla C&C  ed ho continuato ad organizzare dei piccoli spettacoli con un piccolo gruppo che avevo creato, Armonia Equestre. Nel 2019 mentre stavamo preparando un numero cercavo qualcuno che mi aiutasse nei combattimenti con le spade, così ho conosciuto un gruppo, I Cigni del Mos Maiorum, che fa combattimenti storici, sono andato per un periodo ad allenarmi con loro soprattutto sulla tecnica del bastone, con loro ho partecipato anche alle riprese di un film documentario, Le Pasque Veronesi, dove ho rischiato di essere pestato da un cavallo mentre facevo il morto durante una carica.

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subito dopo ho sentito l'anteriore sfiorarmi la schiena

Ad agosto anche la mia ragazza si è comprata una cavalla, si chiama Marlena, una siciliana indigena incrociata con l’ arabo, è stata cresciuta dai pastori quindi bravissima in passeggiata, in campo ci ha fatto penare parecchio anche se adesso sta dando belle soddisfazioni.

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Marlena

Nel frattempo ho sempre continuato a lavorare cavalli, ad un certo punto lavoravo quasi solo puledri la maggior parte per il salto ostacoli, ho avuto l’occasione di lavorare anche per cavalieri importanti della zona.

Con l’inizio del Covid si è bloccato tutto soprattutto gli spettacoli quindi nell’attesa io e la mia ragazza abbiamo puntato sulle passeggiate, avevamo in progetto durante le ferie estive di partire con le cavalle dal maneggio ed arrivare alla casa che ho in montagna a Valmorel (BL), il viaggio era di un centinaio di chilometri e pensavamo di farlo in 3-4 giorni, abbiamo passato mesi cercando un percorso fattibile e trovando le tappe per la notte, purtroppo un mese prima della partenza la cavalla di mia morosa si è bucata con chiodo durante la ferratura lesionando i due tendini e la guaina, è saltato tutto e la cavalla è rimasta ferma per 5 mesi facendosi anche due viaggi in clinica. Per fortuna poi è guarita completamente ed abbiamo ripreso a girare, in una delle ultime passeggiate siamo andati a fare un anello a Milies (BL) un posto bellissimo dove degli zii di mio papà quando era piccolo avevano un rifugio, la prima metà è stata abbastanza semplice anche se la cavalla di mia morosa è caduta scivolando su una scolina dell’acqua in metallo, senza però che nessuno si facesse male, poi siamo arrivati in cresta e dopo la pausa pranzo abbiamo cominciato a scendere per finire l’anello, dopo poco abbiamo cominciato a trovare del ghiaccio l’ abbiamo evitato facendo una deviazione e passando per una stradina non più larga di 50 cm con una frana sulla destra, già fare quel passaggio è stato impegnativo, più avanti abbiamo trovato molto più ghiaccio senza aver la possibilità di fare deviazioni, ad un certo punto la mia cavalla è caduta, è riuscita ad alzarsi mettendo uno zoccolo sull’unico punto non ghiacciato della strada, poco dopo sono caduto io. Più avanti sempre con la strada ghiacciata c’era un tornante ed eravamo in discesa, mia morosa cade, mi giro e vedo la sua cavalla in piedi che con le gambe immobili slitta verso la curva, avrà fatto 5 metri  ma sembravano eterni. Alla fine siamo riusciti a ritornare a casa ammaccati ma vivi tutti e quattro.

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Qui la situazione non era ancora troppo drammatica

Mi ero già iscritto allo stage dell’Alpitrek ma quell’esperienza ha confermato la necessità di incontrare persone esperte in quell’ambito, durante il corso ho conosciuto persone che hanno fatto viaggi di migliaia di chilometri a cavallo in ogni situazione, per me sentire le loro esperienze e provare a capire il loro modo di affrontare le difficoltà e gli imprevisti è stato molto interessante, la cosa che più mi ha fatto pensare e che avevo già notato nei momenti difficili in passeggiata e di quanti problemi inutili ci creiamo per il cavallo che in realtà ha bisogno di molto meno e se la sa cavare spesso molto meglio di noi.
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