SOMMARIO

Anno IX
Numero 2
Giugno 2017

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ARCHIVIO

 

 

 

 

Mascalcia di emergenza
di Andrea Pomo

Andrea è il maniscalco di molti dei cavalli che gravitano intorno all'Alpitrek. E' stato allievo del Maresciallo Blasio e lo ha seguito per molti anni lavorando con lui e apprendendo i segreti del piede del cavallo e dell'arte del ferrare.
L'undici marzo si è tenuto all'Alpitrek il corso di mascalcia di emergenza e quanto segue è quello che ha raccontato mostrandolo e facendolo provare a chi ha partecipato alla sessione pratica.
Per approfondire e rendersi meglio conto del significato di molti termini, si consiglia di andare a rispolverare questo articolo di uno dei primi numeri di questa rivista in cui il Maresciallo Blasio descrive le parti del piede del cavallo-
Può capitare a tutti i cavalieri, specialmente a quelli che escono in passeggiata, di perdere un ferro e di rischiare di vedersi il viaggio compromesso. Per ovviare a questo problema, può essere utile avere qualche nozione, qualche attrezzo e un po' di tecnica per essere in grado di rimettersi il ferro perso.
Materiali e operazioni per raggiungere questo risultato sono riportati qui di seguito. Occorre tener presente che è solo uno schema e che prima di essere in grado di rimettere un ferro occorrono osservazione e pratica in condizioni di sicurezza.

Per prima cosa per rimettere un ferro bisogna avere ben chiaro come è fatto il piede del cavallo e quali sono le sue diverse parti: parete, suola, fettone e la linea bianca che è dove andranno infissi i chiodi. Bisona focalizzarsi su questa per pensare alla rimessa: si tratta della sostanza che congiunge la parete alla suola ed è una parte elastica dove mettendo il chiodo non si fanno danni. Se si mette il chiodo nello spessore della parete: dalla linea bianca all'esterno, la si va a scheggiare, a romperla. Se si va all'interno della linea bianca, si fanno dei danni: si inchioda il cavallo. Il limite del suo spessore ci segna la differenza tra la parte ungueale e il vivo. Lo spessore varia, in punta è più spesso, andando sui quarti e sui talloni diventa più sottile

Le parti del ferro sono le stesse del piede: la punta, le mammelle, i quarti e i talloni. Occorre fare una distinzione tra il ferro di tipo italiano e quello anglosassone. Nella forgiatura del ferro italiano le posizioni delle stampe per i chiodi vengono fatte a grasso (verso l'interno del piede) nella parte esterna dello zoccolo e più a magro nella parte interna perchè nel piede normale la parete è più spessa nella parte esterna e più sottile nella parte interna. Per questo stesso motivo, essendoci più spessore, vengono messi più chiodi nella parte esterna e meno nella parte interna. Il ferro di tipo anglosassone conta invece lo stesso numero di chiodi all'interno e all'esterno ed è stampato leggermente più a magro, perchè prevede meno orlatura.

Il ferro viene messo con i chiodi. Il chiodo si divide in testa che è quella su cui noi picchiamo, colletto che sta nello spessore nel ferro, asta o lamina e punta. La punta è dotata, su uno dei due lati, di un bisello che serve per aiutare la buona fuoriuscita del chiodo. La parte con lo smusso va rivolta verso l'interno del piede.

chiodo

Occorre avere con sè martello, tenaglie e chiodi ed eventualmente anche un ferro del proprio cavallo: se lo si perde e non lo si trova più, è un problema. I ferri di plastica come le flappe del trotto possono essere un'idea però bisogna bucarle.
Esistono kit di mascalcia di emergenza che comprendono martello, pinze e incassino in un unico oggetto. A mio parere il peso è notevole e occorre fare molta attenzione al momento del carico. La maneggevolezza di martello e tenaglie singoli fa la differenza.
La scarpetta può essere un'alternativa. Ha un ingombro notevole e non può andare bene sia sul posteriore che sull'anteriore perchè hanno forma diversa. Con la scarpetta la velocità della marcia rallenta perchè non è così stabile e facendo lunghi tragitti può fiaccare il pastorale.

Se si deve rimettere un anteriore, ci si avvicina da davanti, si appoggia la mano che sta vicina al cavallo sulla sua spalla, con l'altra mano lo si avvisa di essere intenzionati a prendergli quel piede, lo si accarezza e contemporaneamente si inizia a spingere con la mano appoggiata sulla spalla. Arrivati al nodello lo si solleva. Per lavorare da soli si tiene l'anteriore in mezzo alle gambe sopra alle ginocchia e si stringe. In questa posizione - da soli- è più difficile vedere rispetto a quando c'è un altra persona che ci aiuta a tenere il piede.
I posteriori si prendono partendo sempre dalla spalla. La mano del lato del cavallo sta attaccata al cavallo per sentirlo. Con l'altra lo si accarezza e lo si avvisa di essere intenzionati ad alzargli quel posteriore e intanto si sposta anche la mano della spalla fino all'anca, l'altra scende andando ad avvisare. Certi cavalli a quel punto già alzano o fanno il gesto di alzare. Avvicinandosi al piede gradualmente, c'è il tempo di aspettare o di evitare un calcio. Con il piede che è sotto il cavallo, lo si spinge in avanti e l'altro piede sta indietro. 

Per rimettere un ferro si cerca di andare a riprendere i buchi vecchi. Può succedere che il piede sia rotto e in quei casi bisogna cercare di mettere i chiodi nel tessuto sano. Nel caso della ferratura italiana si comincia sempre ad attaccare dalla parte interna del ferro.
Si prende il chiodo tra il pollice e l'indice e si punta, il chiodo va sempre messo perpendicolare al ferro. Non dev'essere inclinato, a meno di non dover andare a cercare un buco nuovo nel caso in cui il buco vecchio fosse compromesso.
I primi colpi di martello vengono dati leggeri per farsi un'idea di dove stia andando il chiodo. Bisogna guardarlo e farsi una proiezione dell'asta per vedere dove potrà uscire. Individuata la zona dove potrà uscire il chiodo, si può picchiare più forte. La mano libera rimane attaccata al ferro per tenerlo fermo, stare lontana dagli altri chiodi e sentire cosa stia facendo il cavallo. Appena il chiodo esce, deve essere piegato contro la parete perchè se il cavallo dovesse muoversi mentre c'è la punta del chiodo aperta ci si può fare male o può ferirsi lui. Da questo momento il ferro è puntato e si continua a mettere chiodi alternativamente all'interno e all'esterno, fino alla fine.

ribattitura Una volta rimesso il ferro, si passa alla ribattitura dei chiodi. Si comincia tagliando le punte dei chiodi. Sul campo, quando non si ha a disposizione tutta l'attrezzatura da maniscalco, si intacca leggermente sotto il chiodo con la raspa in modo da indebolirlo e fare un po' di nicchia nel piede. Se il chiodo è in un buco vecchio, non è necessario incassarlo. Si appoggia la tenaglia sotto il chiodo appena tagliato e con il martello si picchia sulla testa per piegarlo finchè non arriva perpendicolare alla parete. Si accorcia nuovamente il chiodo e si ripete la stessa operazione finchè il chiodo non si addossa alla parete. Poi si mette la tenaglia sopra la testa del chiodo e con il martello si addossa quello che rimane. Questo procedimento va fatto per ogni chiodo.

Il ferro è rimesso, si può ripartire. E' ora di chiamare un maniscalco.