La
parola permette all’uomo
di descrivere con il minimo sforzo concetti anche
complessi sulla base di un accordo che la rende
univoca e precisa. Chi conosce ciò di cui parla,
le utilizza in modo appropriato adatto a chiarire
le idee senza tante chiacchiere.
Per descrivere l’anatomia
e le funzioni delle singole parti del piede del
cavallo occorre questa precisione. Cercando di
definire ogni termine, il Maresciallo Blasio ci
accompagna dentro i tessuti, gli antri e gli
angoli dello zoccolo quasi come se fosse un paese
in cui viaggiare affascinati dagli straordinari
paesaggi che può offrire.
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IL
PIEDE DEL CAVALLO
del M.llo Vincenzo Blasio
Definizione
del piede
Il
piede è la parte più inferiore dell’arto, si
divide nelle seguenti parti:
- una parte sensibile chiamata tuello o vivo del
piede;
- e una parte poco sensibile che viene chiamata
zoccolo (se si pareggia troppo anche l’unghia
diventa sensibile).
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Fig. 1
- Il piede del cavallo, visione laterale |
Fig.
2 - Faccia plantare dello zoccolo
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Le
parti del piede
Il
tuello è rappresentato dalla base scheletrica che
comprende la prima falange o pastorale, la seconda
falange o coronario e la terza falange o
triangolare, tra l’articolazione
corono-triangolare troviamo il piccolo sesamoide o
navicolare (Fig. 4), le cartilagini alari, il
cuscinetto plantare o digitale, nonché i
legamenti e tendini, vasi sanguigni e nervi (Fig.
3). Il tutto è avvolto da una membrana
sacciformea elastica chiamata organo del
cheratogeno (Fig. 5) che è la continuazione degli
strati più profondi del derma: precisamente gli
strati di Malpighi dei villi.
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Fig. 3 - Piede in sezione |
Fig. 4 - Fila falangea |
La
calza cheratogena (Fig. 5) è la matrice dello
zoccolo, si divide in piccolo cercine coronario o
cercine perioplico, grande cercine coronario,
tessuto podofilloso e tessuto podovilloso. Ha
funzione cheratogenetica, cioè generatrice
dell’unghia e funge anche da legamento tra
tuello e zoccolo.
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Fig. 5 - Corpo del cheratogeno |
Fig. 6 - Sezione dello zoccolo |
Lo
zoccolo è una scatola cornea che avvolge protegge
e contiene il vivo del piede, si divide in parete
o muraglia, suola, fettone o forchetta e benda
perioplica.
La parete ha due orli: un’orlo superiore o
coronario e l’altro inferiore detto plantare. È
composta da tubuli cormei, tenuti insieme da una
sostanza cementante chiamata sostanza
intertubolare entrotubolare.
Sia il solco perioplico che il solco coronario
sono ubicati a livello della parte superiore
interna dell’orlo coronario. Osservando il solco
coronario notiamo un’infinità di forellini che
sono le cavità dei tubuli cornei che compongono
la parete. Questi forellini hanno forma conica e
si restringono fino a chiudersi, nella cavità dei
tubuli cornei si inseriscono i villi del
cheratogeno della corona irrorati dal flusso
ematico producono la sostanza ungueale. I tubuli
cornei si chiudono verso le parti basse dello
zoccolo per cui l’unghia diventa dura perché
non irrorata dal flusso ematico.
Il
piccolo cercine coronario che genera la benda
perioplica è strutturato allo stesso modo ma
cambiano le dimensioni.
Scendendo più in basso troviamo il tessuto
podofilloso chiamato dagli antichi podologi carne
scanalata: sono lamelle carnee che si inseriscono
ad una ad una in ognuna delle lamelle cornee che
costituiscono il tessuto podocherafilloso,
ricordano due lische di pesce incastrate una
nell’altra in senso opposto.
La
suola (Fig. 2) ha due facce: una faccia inferiore
che è quella che si vede a zoccolo alzato e una
superiore che ospita una parte del tuello.
Il fettone o corpo piramidale ha due facce: una
inferiore o esterna e una superiore. Si divide
come segue: punta, corpo e rami del fettone. Al
centro troviamo una depressione detta lacuna
mediana. Insieme alla suola completa la faccia
plantare del piede. Esso denominato anche organo
dilatatore per eccellenza, ha la stessa struttura
della parete e della suola ma in questa parte i
tubuli cornei sono tortuosi anziché paralleli tra
loro e al loro interno si trovano condotti di
secrezione di glandule perciò è di consistenza
più morbida.
Tra
parete e suola abbiamo la linea bianca che è un
tessuto di congiunzione visibile sull’orlo
plantare appena pareggiato e che rimane bianca nei
cavalli non ferrati e grigiastra in quelli ferrati
perché assorbe il cloruro di ferro dei chiodi in
quanto questa parte dell’orlo plantare per i
maniscalchi è un punto di riferimento per la
stampatura del ferro al fine di ottenere una
corretta infissione dei chiodi e di conseguenza
una ferratura più solida. Detta linea bianca è
di tessuto corneo ma elastico e a volte può
subire delle alterazioni causate dal microrganismo
chiamato Achorion kerathophagus (tarlo) che
provoca una malattia detta onicomicosi. Unisce la
parete alla suola ed è generata da lamelle
secondarie del tessuto podofilloso.
La
parete non deve presentare scheggiature né
lesioni. Quando le lesioni sono perpendicolari
vengono denominate setole. Si evidenziano al
quarto esterno, interno o in punta, a seconda del
difetto di appiombo. Nel traverso in fuori si
trovano sul quarto interno, nel traverso in dentro
sul quarto esterno, mentre nel piede rampino e nel
diritto giuntato le troviamo in punta. Le lesioni
nel senso orizzontale sono denominate fenditure e
la causa va ricercata nella ferratura corta o in
un trauma della corona, che con l’accrescimento
dell’unghia si riproduce lacerato. Per guarire
queste ferite vengono messe a punto delle
ferrature correttive. Le setole vengono ridotte
tramite l’infissione di un chiodo trapassante
che ha lo scopo di unire il più possibile i lembi
separati dello zoccolo. Se è in punta oltre al
chiodo occorre mettere anche le barrette laterali
per contenere il più possibile il movimento tra i
due lembi. Mentre per le setole sul quarto la
ferratura prevede un ferro a tavola con relativa
bietta, per il traverso in fuori la bietta viene
praticata sul quarto mediale all’opposto per il
traverso in dentro.
All’altezza
dei talloni la parete si piega verso il centro del
piede per formare le barre che sono incuneate tra
la suola e il fettone. Nel punto dove la parete si
piega si forma un angolo che si chiama angolo di
inflessione. Le barre, responsabili della
dilatazione, coadiuvano il fettone come
antagoniste degli angoli di inflessione
responsabili della contrazione e insieme al
cuscinetto plantare e alle cartilagini alari sono
gli organi predisposti all’elaterio del piede.
Il
piede ferrato
Il
cavallo nasce senza ferro e il fettone a diretto
contatto con il terreno funziona come suddetto da
organo dilatatore; con il ferro lo zoccolo rimane
leggermente sollevato e la funzione del fettone
viene notevolmente ridotta. Ferro e chiodi sono i
primi elementi che ostacolano l’elaterio, per
questo in passato si è cercato di studiare
ferrature fisiologiche atte a questo
inconveniente. Una delle più semplici è il ferro
a tavola o pianella, oggi largamente usata, la cui
traversa trova aderenza sul fettone e in pratica
sostituisce il terreno ed è come se il cavallo
camminasse senza ferri.
Il
cavallo ha una vita lunga e il maniscalco ha il
compito di proteggere il suo piede e far sì che
nell’arco nella sua vita rimanga il più
naturale possibile nonostante il lavoro per
affrontare le successive ferrature nel migliore
dei modi evitando silenziose sofferenze.
Maresciallo Blasio
In collaborazione con Paola Giacomini
Disegni tratti da:
“Eduardo Chiari, Il piede del cavallo
Unione Tipografico Editrice, 1901 Torino
”
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