Il
lardo
Passeggiavo per un paesino
sperduto nella Romania del 1973 quando un
contadino mi fece entrare nella sua cucina per
offrirmi, alle 10 del mattino, due uova
all'occhio di bue fritte nel lardo. Ricordo il gusto.
Nella vecchia cucina il
lardo, cioè il grasso del maiale, era il
principale condimento, erano tempi in cui i
grassi non erano disprezzati . Il lardo come
molti alimenti era conservato sotto sale, quindi
di facile trasporto; la storia lo pone alla base
dell'alimentazione dei marinai, dei viaggiatori
e dei soldati.
Con il lardo si faceva tutto, si friggevano i
fagioli, si condivano le zuppe di cereali, si
mangiava crudo.
Nei trekking, quelli veri, dove marci molto
senza appoggi esterni, eccolo riemergere dal
passato per condire ad esempio la padella dei
legumi. Pesa, ingombra, costa poco ed è
delizioso al palato, in più si conserva.
Se lo si vuole buono possiamo farlo noi stessi,
è semplice: si compra il lardo fresco
all'inizio dell'inverno, si taglia nelle
dimensioni volute, lo si sprimaccia con le mani
col sale grosso per poi coprirlo sempre col sale
dentro una cassetta della frutta; due volte la
settimana si prende in mano per sprimacciarlo
ancora, dopo 20 giorni un mese, lo si mette nel
barile di legno sotto sale o in cantina e
possiamo cominciare a consumarlo.
Insieme al sale possiamo aggiungere pepe e altre
innumerevoli spezie, ma a noi piace farlo nella
maniera più semplice, quella descritta, i gusti
son gusti e non si discutono, col tempo diventa
sempre più morbido e gustoso.
Quando sei in montagna con la schiena appoggiata
alla roccia e il cavallo che pascola la poca
erba, tagli col coltello affilato le fette di
lardo accompagnate dal pane raffermo, nella
borraccia c’è solo acqua ma è fresca e pura,
sa di libertà.
PS. il pane che portiamo
nelle bisacce è sempre duro perché se fosse
fresco non durerebbe un giorno
M.F.
bisaccia con dentro un bel pezzo di lardo
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