NELLA TERRA DELL'ORSO

"Alcune persone sentono la loro voce interiore con grande chiarezza e vivono seguendo ciò che ascoltano, queste persone diventano pazze o diventano leggende." Jim Harrison


Da qualche parte, qui intorno , c’è un orso che dorme.

Chiuso dentro la sua tana buia, aspetta primavera.

Noi siamo in sella, come sempre, questa volta al bordo della foresta.

Continua a nevicare da giorni.

Le montagne si nascondono dietro nuvole dense e misteriose.

C’è un silenzio sacro, impalpabile, assoluto. Violato soltanto dai passi dei nostri cavalli che avanzano guardinghi nel bianco esatto di questo pezzo di mondo perfetto.

Siamo sulle montagne del gruppo del Brenta.

Una terra bellissima, selvaggia dove ancora gli orsi, le linci, i cervi e la gente come noi trovano rifugio dalla civiltà.

Seguiamo la nostra guida. Matteo.

Uomo di montagna come si usava una volta. Dritto in sella, sicuro sulle rocce, tiratore esperto. Conosce foresta, pianoro e monte. Sa di cavalli e cani. Sa della sua terra, la terra dell’orso.

Potrebbe essere uno dei fratelli Pontipee. Preciso. 

Qualcosa c’è tra gli alberi di questa grande selva che giace e sopporta l’incantesimo gelido della neve.

Ascolto. Ascoltare il silenzio è un atto sacro, mistico, che cittadini e uomini civili non conoscono.

I pastori, i montanari, i mandriani ed i pazzi ne sanno abbastanza, gli altri, no.

Ascoltare il silenzio, nella sfacciata bellezza orgogliosa della natura selvaggia ti rende zitto ed umile, ti stordisce le preoccupazioni, ti annienta i pensieri. 

Lentamente ti ritrovi a contemplare il mondo e a scendere piano dentro te, diventando un esploratore del cosmo interiore di te stesso.

Ascolti la tua “voce interiore”. Come diceva Colpo di Pugnale, è una operazione piuttosto pericolosa. C’è il rischio di impazzire, o diventare leggenda.

Il prodigio dei fiocchi di neve che scendono soffici ed implacabili come minuti sulla schiena del tempo della tua vita, ti depurano, ti accarezzano, rendono bianche anche le parti nere della tua anima.

Infili la mano nella criniera del tuo cavallo. Una criniera bionda come il frumento maturo, cresciuta sul collo muscoloso di un animale che odora di bosco, di vento, di avventura.

Ti guardi intorno, poi su in cielo. 

Ti sembra finito il mondo. Non c’è piu’ inizio e fine, soltanto piccole foglie di neve che scendono dal nulla totale e candido.

Un incantesimo, una magia, un mistero.

Senti la foresta.

La senti intorno a te. Sembra una cosa strana ma ,lentamente, inizi a far parte del tutto.

Quella pace, quel respiro, ti riconducono al sentiero ed al mistero, con la robusta consapevolezza che le montagne sono il cuore della terra. 

I tuoi compagni di sentiero sono Fabio, Matteo, Franz e, naturalmente Natalia.

Tutti oggi meriterebbero nomi diversi, meno civili. Qualcosa che raccontasse i loro sentimenti che si muovono al ritmo di questa giornata di neve nella terra degli orsi.

Siamo lontani dagli impianti di risalita. 

Siamo via, via , via dalla folla dei cittadini che scendono veloci lungo le ferite aperte sui fianchi dei monti, ferite fatte apposta per permettere loro di correre ancora, come fanno tutti i giorni nelle loro grandi città di cemento.

Le montagne non sono fatte per correre.

Le montagne sono il tempio della meditazione, della saggezza del pensare.

Chiedetelo ai Tibetani. 

Non corrono sugli sci loro, infilati in tute di plastica colorate….

Noi siamo adesso, sui nostri cavalli.

Non siamo venuti qui per sciare.

Siamo venuti qui per vivere.

Vivere la poesia, la libertà, la bellezza.


“Sali sulle Montagne. Ascolta la loro voce.
Il silenzio della terra scorrerà in te come la luce del sole scorre negli alberi.
I venti soffieranno in te la loro fresca voce e le tempeste la loro energia.
Mentre tutti i brutti pensieri scivoleranno via come le foglie, in autunno.” 
John Muir 


Natalia Estrada & Andrea Mischianti 
www.ranch-academy.com