I CAMPI DI MURFREESBOROUGH

1862
Murfreesborough, un quadrato, 600 metri per lato riempito di linde casette, solcato da strade parallele tra loro che s’intersecano ad angolo retto formando altri piccoli quadrati.
A ovest di questo immacolato agglomerato scorre un torrente, lo Stone’s River, grosso più o meno come la Dora a Torino.
Strada e ferrovia quasi parallele portano a Nashville, direzione nord-ovest, e a Chatanooga, in direzione sud e, toccando l’angolo sud occidentale della cittadina, formano la stazione ferroviaria.. Anche lei ingenua come quelle che si vedono nei plastici dei trenini elettrici dei vecchi ferrovieri.
La campagna intorno è deliziosa (come tutta la campagna del Tennessee): terreno lievemente ondulato, con alberi boschi boschetti, tratti di boscaglia, campi coltivati e ben tenuti.
Due km a nord-ovest del paese c’è una collina dalla quale lo sguardo, attento, spazia a 360°. Su questa collina era piazzata l’artiglieria dell’Armata del Tennessee Confederata.
In questi campi, fra gli alberi ai piedi delle colline, su un fronte di cinque km, più di 60.000 uomini aspettavano l’evento. 
Aspettava anche la nera signora avvolta nel mantello e con la scura falce, aspettava appoggiata al grigio tronco.
L’Armata del Cumberland Unionista aveva iniziato l’invasione del Tennessee al comando del Gen. Rosencrans, i Confederati, al comando del Gen. Bragg, sbarravano loro il passo. La sorte aveva scelto questo paese sconosciuto per confrontarsi.
Era il 30 dicembre 1862, la notte era buia e fredda, il secondo anno di guerra stava finendo, i soldati si scaldavano come potevano intorno ai fuochi di bivacco, fucili lucidi e ben oliati in piedi appoggiati tra loro, la polvere (nera) appesa ai rami al riparo dall’umidità. Migliaia di fuochi di bivacco brillavano nella notte come occhi fiammeggianti appena divisi da una linea scura, vicino alle fiamme  migliaia di uomini con le loro virtù e miserie cercavano conforto e calore, lontani dalle famiglie, dalle case; nostalgia acuita dalla consapevolezza che la guerra sarebbe durata ancora, a lungo, e determinati a combatterla fino in fondo perché vi credevano.
Su questi pensieri arrivò appunto, anche in quel luogo, la notte del 30 dicembre 1862; arrivò quieta e fredda sui due eserciti in armi.
Da una parte e dall’altra le bande reggimentali suonavano marce militari per tenere alto il morale della truppa, improvvisamente una, forse quella della Brigata degli Orfani, suonò ”Home Sweet Home”, le poetiche note risalirono la spessa notte. A poco a poco, prima alcune poi tutte le altre, vi si unirono, i soldati smisero di parlare e cominciarono a cantare, gli ufficiali si alzarono e cantarono anche loro, migliaia e migliaia di voci in coro dall’una all’altra parte, accompagnate del suono di tutte le bande reggimentali delle due armate, cantavano insieme in un unico magico canto che risaliva la  notte verso il cielo cupo e stellato.
Il 31 dicembre cominciò la battaglia di Capo d’Anno, cominciò alle 6 del mattino, la divisione grigia Mc Cown si lanciò all’assalto sulla Franklin Road, i soldati blu si aggrappavano al terreno in tenace resistenza. I Confederati avanzavano con slancio morendo a centinaia per occupare le posizioni avversarie.
La divisione Sheridan (unionista) tenne duro e ripiegò ordinatamente attestandosi lungo la ferrovia  Nashville-Chattanooga a nord di Murfreesborough. Sheridan dispose i suoi uomini nella boscaglia e accolse i battaglioni Confederati risoluto e  con la potenza devastante dei fucili a canne rigate.
La notte scese su migliaia di uomini morti feriti sfiniti.
Ma il Gen. Rosencrans non ripiegò su Nashville, restò sulla posizione.
Il 1° gennaio 1863 i soldati attesero sul terribile campo coperto di sangue, ognuno sperava che l’altro si ritirasse ma nessuno lo fece, tutti restarono fermi.
Il Generale Bragg riprese il 2 gennaio l’iniziativa ordinando a due divisioni di ferro Breckinridge e Cleburne, fiore all’occhiello dell’Armata, un nuovo assalto. Alle quattro del pomeriggio del 2 gennaio, diecimila fanti grigi determinati urlanti eroici con abnegazione mosse contro le posizioni unioniste, guidava l’assalto la magnifica brigata Kentuckyana chiamata poi Orphan Brigade. I federali infine ripiegarono. Ma un valido ufficiale d’artiglieria unionista vide che l’esercito stava ripiegando e radunò in un solo posto strategico tutti i cannoni che riuscì a trovare (58 bocche da fuoco) poi di colpo  aprì il fuoco sui grigi attaccanti. Questo ufficiale era il capitano Mendenhall.
Tutto divenne spaventoso, era impossibile avanzare, nessun essere umano poteva reggere una simile tempesta di fuoco, i nordisti erano riusciti a stroncare, grazie all’artiglieria del Cap. Mendenhall, lo slancio impavido dei sudisti.
La Brigata degli Orfani perse in pochi minuti un terzo degli effettivi, un Rgt del Gen. Donelson perse in breve tempo 306 uomini su una forza di 425, il Gen. Breckinridge pianse per l’entità inaudita dei suoi caduti.
18.459 uomini rimasero sul terreno. Circa metà di loro vestiva una divisa grigia, l’altra quella azzurra.
Stone’s River non fu una vittoria per nessuno, l’Armata del Tennessee Confederata non era riuscita a distruggere l’armata del Cumberland Unionista, e quest’ultima era talmente malconcia da non poter  terminare l’occupazione del  Tennessee.
In quel giorno il Generale Breckinridge piangendo dette il nome alla Brigata degli Orfani, nonostante lo slancio, l’altruismo, il coraggio degli uomini di questa brigata non era riuscito a far trionfare gli ideali del Sud; nelle loro “Home Sweet Sweet Home” c’erano solo vedove e bambini che piangevano la perdita dei loro uomini.
Il grigio tronco era solo, la nera signora vecchia come il mondo, non vi era più appoggiata, correva nel campo che aveva appena copiosamente mietuto per portare il definitivo sollievo alle miserie di uomini coraggiosi.

 Mauro Ferraris

Ecco come appaiono oggi le dolci colline del Tennessee, quasi uguali a quelle intorno allo Stone’s River, dove si svolse la famosa battaglia di Capodanno. Questa foto è stata scattata d’estate, infatti il granturco è già alto ma ancora verde, in dicembre l’aspetto è sicuramente più severo. Su un campo simile a questo, 60.000 uomini si sono affrontati con rabbia e coraggio, imprecazioni, urla, gemiti e lamenti, senza avere neanche il tempo di confondersi con le svanite note di un’universale canzone di pace.

 

Soldati sudisti nelle loro logore uniformi controbattono le fanterie avversarie. L’avvento del fucile a canna rigata (nella foto), avvenuto proprio durante la guerra civile, aveva prodotto un immane macello, in quanto le tecniche d’assalto frontale erano (soprattutto all’inizio del conflitto) rimaste quelle dell’epoca Napoleonica. Nonostante che i soldati confederati marciassero a piedi nudi per non consumare le scarpe, i loro fucili erano sempre in perfetta efficienza.

 

 

 

Fanti unionisti in movimento. Queste tre foto sono state scattate nella ricreazione dello scontro avvenuto nella guerra civile riportato all’inizio del film “Balla coi Lupi”. La cura che il regista ha messo nei particolari produce un’immagine veritiera e piuttosto simile alla realtà

 

L’immagine di questo giovane soldato di fanteria sudista è tragica. La morte coraggiosa avvenuta a Milvern Hill ha portato gelo e disperazione, la “casa dolce casa” da cui era partito è rimasta vuota, i campi incolti e la madre seduta sulla sedia, immobile, con la testa che guarda l’angolo più buio della stanza.
 

 

Questa è la foto del Generale di Corpo d’Armata Braxton Bragg, comandante l’Armata del Tennessee Confederata

 

Cartina della Battaglia di Stone’s River, una delle più sanguinose della Guerra Civile. L’impeto irruento dei Confederati era stato formidabile, ma anche gli Unionisti avevano dimostrato  ferrea tenacia. Le cifre parlano chiaro, le perdite raggiunsero la vertiginosa cifra del 25%. delle forze in campo