EDITORIALE

La leggenda narra:

Nei tempi lontani il male prese il sopravvento
scomparvero dal mondo verità solidarietà lealtà giustizia
presero il sopravvento l'inimicizia la menzogna la voglia di possesso e la crudeltà
l'orrore dilagò sul popolo di Dio, prevaricazioni e disordine portarono guerre pestilenze morte
divenne necessario restaurare la giustizia perduta
il popolo allora fu diviso in migliaia
e ogni mille venne scelto un uomo che si distinguesse per fede forza d'animo lealtà  forza e saggezza
a questo straordinario uomo nobile e coraggioso, in grado di condurre, fu dato l'animale più bello
il cavallo
e fu detto cavaliere.

Questa antica leggenda, come tutte le leggende, racconta  la realtà effettiva  tramutandola in mito;
nell'evo antico il cavaliere era consapevole di avvicinarsi a Dio salendo a cavallo;
nell'evo antico la cavalleria era l'esercito di Dio.

Quanti cavalieri oggi conoscono la storia?
Quanti vanno a  cavallo per difendere i deboli e riscattare gli oppressi?
Quanti sono educati e cortesi?

Esistono cavalieri che accumulano risultati mirabolanti, poi tradiscono la donna amata e gli ideali della cavalleria.
Essi sono considerati “grandi cavalieri”
ma
non lo sono

M.F.