EMERGENZE VETERINARIE NELL'EQUITAZIONE DI CAMPAGNA - II PARTE

c.SETOLE

Le setole sono difetti verticali della parete cornea lungo la direzione delle lamelle dermiche dello zoccolo. In base alla sede vengono distinte in setole in punta, ai quarti od ai talloni. Le setole superficiali sono clinicamente insignificanti, iniziano a livello del margine soleare e sono il risultato di un’eccessiva lunghezza del corno a livello della punta. Quando il difetto coinvolge il derma lamellare si parla di setole profonde, le quali possono provocare dolore vivo e sanguinamento da causa del pizzicamento del derma vascolarizzato da parte della parete cornea durante i movimenti della parete. Le setole profonde possono essere associate a infezione del derma esposto. Le setole possono essere marginali (difetti di equilibrio del piede, eccessiva crescita) o propagarsi fino al cercine coronario (setole ascendenti, complete). Le cause sono molteplici: possono essere legate ad un sovraccarico di alcune porzioni del piede in seguito a squilibrio del piede (il più frequente è il doppio appoggio latero-mediale), traumi, eccessiva durezza o fragilità ungueale o essere la conseguenza di traumi del cercine coronario o difetti ungueali.

I sintomi sono assenti nel caso si tratti di setole superficiali,  le quali non provocano zoppia, mentre osserviamo una zoppia intensa in presenza di setole profonde, sanguinanti. Le setole ascendenti, complete, che partono dal margine soleare e terminano al cercine coronario, anche quando guariscono possono determinare una zoppia cronica al cavallo a causa dell’instabilità relativa di una porzione più o meno grande della parete cornea.  I cavalli maggiormente predisposti sono quelli che hanno unghie secche o sottili, piedi troppo grossi o poco resistenti. Si osservano con elevata frequenza nei cavalli con attitudine da tiro e nei cavalli con piedi molto grandi (Tiro Pesante Rapido, Shire, ecc…), i quali hanno una tendenza a sviluppare unghie dotate di un corno friabile spesso in associazione ad una forma del piede molto allargata.
Le setole complete anche quando sono guaite possono provocare zoppia cronica in relazione all’instabilità della parete e devono essere trattate con una ferratura correttiva volta a eliminare le pressioni sulla porzione più instabile della parete cornea.

6. Setola ascendente completa al quarto mediale in un cavallo di razza TPR attualmente guarita. Questa setola provoca zoppia cronica per l’instabilità del quarto e del tallone mediale se non si elimina la pressione a livello del tallone mediale mediante un pianella e un pareggio correttivo.  

La setola discendente monolaterale nel piede ruotato trova la sua origine a livello della corona, dove la naturale espansione della cartilagine complementare durante l'appoggio è ostacolata da una muraglia ipoconica del quarto ipotrofico che non si espande in fuori. In casi estremi, soprattutto in piedi ruotati internamente con tallone mediale ipotrofico, la muraglia in questa regione arriva ad essere conica inversa. L'appoggio iniziale su questo tallone soltanto (lasciato troppo alto), porta ad una deformazione verso l'interno della muraglia. Inoltre, un errore di pareggio che abbia lasciato troppo alto questo tallone causa un accavallamento del glomo corrispondente ed un innalzamento dell'orlo coronario, diminuendo così il margine libero della cartilagine complementare ipsilaterale. A forte andatura su terreno duro o durante sollecitazioni asimmetriche del piede in curva, si può arrivare alla frattura della muraglia prossimale a causa di movimenti opposti della muraglia e della cartilagine. La setola può presentarsi emorragica e dolente a causa del pizzicamento ad ogni appoggio del derma sottostante da parte dei margini della frattura.  

7 Tallone ipotrofico in piede ruotato internamente lasciato troppo alto: 
sopra: deformazione della corona; 
sotto: setola discendente al quarto mediale.

E’ importante sottolineare che la terapia indispensabile ad immobilizzare e ridurre la setola discendente ed evitare recidive consiste in un pareggio che sollevi il quarto colpito da eccessive pressioni e da ferrature che ridistribuiscano le pressioni ad altre strutture del piede. Esempi sono ferri a cuore, a racchetta, ad uovo con solette e silicone interposto tra suola-barra-fettone e soletta, sbiettatura della faccia inferiore del ferro a livello del tallone ecc..La semplice riduzione della setola senza correggere l'equilibrio in senso diagonale porta facilmente a ricadute; la setola discendente a livello dei quarti infatti è stata descritta come un vecchio amico che riappare quando meno te lo aspetti (cortesemente dr Hans Casteljins).

  

d. INCHIODATURA

L’inchiodatura si riferisce al posizionamento di un chiodo da mascalcia troppo vicino alle strutture sensibili del piede. Spesso la zoppicatura può insorgere diversi giorni dopo la ferratura quando il ferro mostra un cedimento causando una pressione anomala sul vivo del piede. Di solito il cavallo mostra un calore maggiore a livello del cercine coronario e in certi casi compare una sensazione di polso digitale a livello della porzione retropastorale lungo il decorso delle arterie digitali. L’esame con la sonda da piede si rileva particolarmente utile dato che può determinare una spiccata reazione algica in corrispondenza del chiodo. Se sospettiamo un problema del genere è opportuno togliere il chiodo responsabile del problema e appena è possibile medicare il piede con un bendaggio contenente sostanze emollienti (semi di lino) o dotato di potere adsorbente (Animalintex- Robinson).  

 

e. ASCESSO SUBSOLEARE

Gli ascessi subsoleari sono raccolte di materiale purulento all’interno della scatola cornea, che si sviluppano tra il derma soleare e la superficie interna della suola. Essi provocano forte dolore all’animale per l’effetto compressivo che esercitano all’interno di una struttura non dilatabile come lo zoccolo sul derma soleare estremamente innervato e sensibile. L’ascesso all’interno della suola si sviluppa in seguito ad infezioni di una sobbattitura o in seguito a forti contusioni soleari che abbiano provocato un’emorragia. Nella maggior parte dei casi è rilevabile un modesto scollamento della lamine cornee parietali dalla suola a livello di linea bianca: questo scollamento permette l’infiltrazione di germi e l’instaurarsi dell’infezione nei tessuti profondi. Questo tipo di situazione si riscontra frequentemente nei cavalli mantenuti senza ferri, in paddock duri e con piedi trascurati. La formazione di un ascesso subsoleare è una conseguenza piuttosto comune ad una ferita penetrante del piede o come sequela di una laminite, dopo il distacco delle lamine cornee parietali a livello della punta del piede, situazione che lascia libero accesso a germi di irruzione secondaria della lettiera.

8. Varie tipologie di ascessi subsoleari. (a) In alto a sx un ascesso della punta in un cavallo mantenuto sferrato.(b) In alto a dx apertura di un ascesso soleare formatosi a partire da uno scollamento della parete cornea. (c) Ascesso subsoleare trascurato in seguito ad infezione del piede equino.  

La raccolta può esitare in una fistola che si apre a livello dei talloni o della giunzione tra il derma coronario e la muraglia (ghiaia) o molto più raramente lungo la linea bianca. Il cavallo presenta un zoppia acuta e grave, ingravescente, che solitamente peggiora in alcuni giorni, fino a che l’ascesso non viene drenato o trova una via di fistolizzazione. Il cavallo presenta di solito tumefazione e dolore nella regione del cercine coronario,  immediatamente adiacente lo zoccolo, zoppicatura grave, temperatura aumentata del piede, polso digitale, dolore alla percussione ed all’esplorazione con la pinza da piede, colorazione rosso-brunastra localizzata del derma della suola.

Più raramente l’infezione purulenta si estende ad una cartilagine collaterale determinando un chiovardo cartilagineo, con necrosi e fistolizzazione a livello del cercine coronario, in corrispondenza della cartilagine collaterale. In questi casi si osserva una tumefazione calda e dolente nella regione della cartilagine colpita e l’apertura di un tragitto fistoloso cui è associata zoppia intensa. 

 

g. CONTUSIONI SOLEARI (sobbattiture)

Le contusioni soleari sono traumi ottusi della superficie soleare che provocano dolorabilità intensa e zoppia improvvisa. Le contusione della suola possono realizzarsi a livello dei talloni e di ogni altra parte del piede. Secondo la gravità si manifesta con ecchimosi o trasudazione di sangue nella sostanza cornea, a volte con suppurazioni e formazione di ascessi. Sono prodotte da terreni duri, irregolari e sassosi o da ferri non adatti al piede. Si osservano specialmente in presenza di suole sottili. All’ispezione della suola si osserva spesso ecchimosi del derma soleare. Nel corso di una laminite si può avere una compressione e contusione del derma soleare a causa dell’azione della punta della falange verso il basso. Le sobbattiture sono contusioni del derma soleare a livello dell’angolo tra muraglia e barra ad opera di un ferro posizionato troppo internamente rispetto alla muraglia.

  

h. LAMINITE  (Rinfondimento)

La Laminite è una malattia sistemica prima che dello zoccolo con origine multifattoriale che riconosce due momenti distinti, la laminite acuta e cronica.

Laminite acuta: La fase acuta è un disturbo principalmente vascolare periferico che provoca a livello podale ischemia delle lamine dermiche del piede, necrosi delle papille dermiche del cercine coronario e delle lamine dermiche parietali con conseguente cedimento della giunzione dermo-epidermica che sospende la terza falange all’interno della scatola cornea.

Un'indigestione dovuta ad una massiva ingestione di granaglie o altri alimenti facilmente fermentescibili, una ritenzione di placenta dopo il parto sono tutti eventi che possono portare al rapido sviluppo di germi gram negativi, che lisandosi (dissolvendosi) danno luogo alle endotossine, rapidamente assorbite nel torrente circolatorio. A livello della rete vascolare del piede queste tossine causano delle alterazioni gravi stimolando la chiusura delle arteriole che nutrono le lamine dermatiche, le quali vedendosi private di sangue (ischemia) vanno in contro a necrosi. Anche alcuni squilibri ormonali sono stati implicati come cause nella laminite come p.e. l’ipotiroidismo che porta ad obesità e l’eccesso di glicocorticoidi (anche iatrogeni, cioè per somministrazione esogena). I cavalli obesi, facilmente riconoscibili all'accumulo di grasso nella parte superiore del collo, sono particolarmente a rischio e infatti spesso presentano delle cerchiature sui loro zoccoli, cerchiature che indicano piccoli episodi passati d'infiammazione.

Il processo patologico può anche avvenire in modo inverso, cioè dove è il sovraccarico meccanico a causare una sollecitazione eccessiva sull'unione laminare e dove l'infiammazione e il dolore sono la conseguenza e non la causa della rottura di quest'unione. Tipicamente questo succede in un piede quando viene sovraccaricato perché il controlaterale è affetto da una frattura o da un'altra affezione grave che fa si che il cavallo non appoggi. Oppure in caso di perdita d'unione laminare per un'onicomicosi (tarlo) estesa e trascurata in punta. In questa fase compare polso digitale, zoppia bilaterale degli anteriori (raramente di tutte e quattro gli arti), sensibilità alla pinza da piede e dolorabilità estrema. Il cavallo tende a rimanere immobile con i posteriori sotto di sé, il baricentro spostato verso la parte posteriore, predilige il decubito laterale o solleva alternativamente gli anteriori.

Un attacco di laminite acuto è un'emergenza medico veterinaria visto che il tempo che trascorre tra i primi sintomi (p.e. dolore intenso, calore, polso aumentato ad ambedue gli anteriori o a tutti i quattro piedi) e la necrosi laminare con la perdita d'unione tra zoccolo ed osso del piede che ne consegue può essere di poche ore. La terapia in caso di laminite acuta mira al controllo dell'endotossiemia (antibiotici, digiuno), dell'ipertensione (salasso, acepromazina), del dolore (antinfiammatori non steroidei e analgesici a2-agonisti), e delle alterazioni circolatorie nel piede (nitroglicerina, arginina) nonché ad una prevenzione dello spostamento della terza falange rispetto alla scatola cornea (appoggio sotto il fettone con un blocchetto di legno fissato con gesso o con una benda arrotolata fissata tramite bendaggio, stabulazione su sabbia profonda) e naturalmente ad un controllo della dieta.

La laminite acuta richiede misure urgenti di tipo meccanico che mirano a diminuire le tensioni sulle lamine infiammate da parte del tendine flessore profondo delle falangi, diminuire o eliminare pressioni sulla suola anteriore sottostante al margine distale della terza falange e minimizzare le tensioni asimmetriche sulla scatola cornea che si producono quando il cavallo si gira.

Queste misure iniziali, da applicare al più presto al paziente colpito, includono:

·         incollaggio tramite bende adesive di blocchetti di polistirolo ritagliati a forma di zoccolo, 

·         bendaggi di cotone garzato che includono un rotolo sotto al fettone, 

·         scarpette allacciabile con cuneo rialzato e materiale di riempimento che trasferisce l'appoggio alle zone palmari o plantari dello zoccolo, 

·         fissazione tramite bende di supporti realizzati con silicone d'impronta dentaria  

·         bendaggi di bende gessate adeguatamente modellate per gli scopi menzionati.

I vantaggi pratici di quest'ultimo metodo si possono riassumere in: rapidità e facilità d'applicazione e di gestioni, basso costo, igiene, e plasticità che facilita una protesi su misura. Con un secchio d'acqua (caldo se si vuole accelerare l'indurimento) e 3-4 bende gessate (altezza 10 cm per zoccoli piccoli / medi, 15 cm per zoccoli grandi) si procede a srotolare in mano il primo rotolo ben bagnato, facendone una palla che s'applica sopra il fettone, barre e suola caudale del piede sferrato e moderatamente pareggiato (importante è accorciare la punta se questa e molto lunga). Questa palla di benda gessata, che dovrà sporgere al di sotto del margine distale della parete, viene poi tenuta in situ tramite due - tre bende che fasciano la parete fino sotto la corona, incrociando i vari giri di benda dal glomo laterale - alla punta/mammella mediale e dal glomo mediale alla punta/mammella laterale. Importante è creare uno spessore che sporge ± 1-2 cm sotto la parete in modo da distanziare la suola anteriore dal terreno e di “addolcire” il margine prossimale del gesso dove passa sopra i glomi e sotto la corona. Usando bende gessate fresche e acqua calda, i tempi d'indurimento rapidi generalmente permettono l'applicazione di gessi senza anestesia regionale sul piede controlaterale, se questo può trovare un appoggio su una superficie morbida e se assistito da un "alzatore" capace. Con un minimo di pratica i gessi si applicano con facilità nella fase acuta della laminite, permettendo una diminuzione della tensione laminare dorsale grazie al rialzo che formano sotto i talloni (diminuzione della trazione esercitata dal tendine flessore profondo delle falangi) e una stabilizzazione dei movimenti della scatola cornea rispetto all'ingranaggio laminare. Essi sono soltanto una terapia meccanica d'emergenza fino alla stabilizzazione del quadro clinico acuto, dopo di che bisogna trovare una soluzione di ferratura più durevole. (cortesemente Hans Casteljins 1° Congresso Multisala SIVE Pisa, palazzo dei Congressi dell'Università 28-30 Gennaio 2005 Atti. pag.149-150)

9.Aspetto macroscopico di un piede in seguito ad un grave attacco di laminite acuta. Le lamine dermiche presentano una completa separazione dalle lamine epidermiche in seguito all’evento ischemico. Il preparato istologico in piccolo evidenzia lo stiramento della giunzione dermo-epidermica caratteristico di questa fase della malattia  

Laminite cronica: La necrosi (morte dei tessuti) delle lamine ha come conseguenza secondaria lo spostamento della IIIª falange (P III) rispetto allo zoccolo. Questo spostamento può essere una rotazione palmare (indietro) dovuto alla trazione che il tendine flessore profondo esercita su P III o può consistere in un abbassamento generale di P III o ancora in una combinazione dei due movimenti. Questo spostamento può essere più o meno veloce (in base alla gravità dell'attacco laminitico iniziale; giorni, settimane) e dall'esterno si manifesta con:

·         una suola, piatta o addirittura convessa invece di concava

·         una depressione a livello della corona nella parte anteriore del piede

·         alterazione e distensione della linea alba che unisce muraglia alla suola soprattutto in punta

·         la comparsa eventuale d'ulcere da compressione nella parte anteriore della suola, compressa da P III

·         e guardando lo zoccolo di profilo con mancato parallelismo delle linee di crescita, più divaricate a livello dei talloni e più condensate a livello della punta.

Il cedimento del legame interlaminare innesca una separazione meccanica della terza falange dalla parete cornea in conseguenza dell’azione della forza peso e della trazione del tendine flessore profondo delle falangi esercitata a livello della porzione soleare della terza falange. In questo modo, la falange si allontana dalla parete cornea nella regione della punta. Nel posteriore, l’azione della forza peso è superiore e si assiste più spesso all’affondamento dell’intera falange nella  scatola cornea. La zoppicatura in questa fase permane grave anche al passo, in relazione alla gravità del danno strutturale dello zoccolo. Tardivamente è possibile osservare la comparsa di cerchiature  (differenza di crescita tra punta e talloni), convessità della suola, ulcerazione soleare, prolasso del derma, e osservare un’infezione ascendente del piede attraverso lo scollamento laminare.

10. Aspetto macroscopico di una laminite cronica. La falange libera di muoversi compie una rotazione caudale in seguito all’azione della forza peso ed alla trazione del tendine flessore profondo delle falangi.  

Il cavallo in questa fase risponde positivamente alla pinza da piede, presenta calore alla palpazione del cercine coronario e polso digitale, andatura estremamente raccorciata in entrambi gli anteriori, rotazione o abbassamento della terza falange all’esame radiografico, segni di rimodellamento della punta e della superficie dorsale della terza falange fino ad esungulazione (segno clinico infausto).   

 Andrea Bertuglia