COME SI MONTA UN TIPI'

di Paola Giacomini

COME SI MONTA IL TIPI’

Forma essenziale in grado di resistere a vento neve e sole accecante.
Interno sempre accogliente, fresco se fa caldo, caldo se fa freddo, asciutto se fuori piove.
Struttura conica con una formidabile innovazione rispetto alla tenda di altre popolazioni nomadi come i lapponi o gli tsaagaan: due orecchie di tela ai lati del foro sommitale, vincolate a due pali mobili e orientabili a seconda del vento in modo che il fuoco all’interno abbia sempre un buon tiraggio e non entri acqua dall’alto quando piove.
Facile da trasportare e rapido da montare. Una donna da sola per montare un tipì impiega circa cinque minuti, per smontarlo ancora meno. Per montare il campo di una sola famiglia in cerca di cacciagione verso la fine dell’inverno o un accampamento di mille tende riunite per prendere una decisione importante, occorre lo stesso tempo.

C’è solo bellezza attorno a me,
solo bellezza davanti a me!
Canto Cree

A partire dal 1870 la copertura dei tipì era di cotone. Essendo più leggero delle pelli di bisonte aumentarono le dimensioni e da allora il tipì di una famiglia media era intorno ai quattro metri di diametro.

Per montare un tipì sioux di media dimensione occorrono:
14-17 pali di larice lunghi sei sette metri,
12-14  nastri colorati (rosso, giallo, nero e bianco) da legare in punta ai pali,
qualche metro di corda,
la copertura di cotone cucita dai rotoli di tela scambiati con l’uomo bianco all’ultimo rendez-vous,
9 o più spilloni di legno con un’estremità appuntita lunghi una spanna o poco più,
21 o più picchetti di ferro o di legno all’occorrenza,
un palo biforcuto,
qualche pietra per il focolare,
pelli crude di wapiti o bisonte per i giacigli.

 

Istruzioni 

Il treppiede è costituito dai tre pali più robusti, esso è orientato in modo che l’apertura sia verso Est, gli altri pali vengono appoggiati all’inforcatura del treppiede con ordine stabilito, l’ultimo palo della clessidra è quello dell’Ovest, opposto all’entrata, a cui viene legata la copertura. A questo punto la copertura viene avvolta all’ossatura di pali e fissata sul davanti con gli spilloni di legno, gli ultimi due pali vengono infilati nei bicchieri delle falde per orientarle secondo la direzione del vento.

L’opera è ultimata da un palo forcuto piantato lievemente a sinistra davanti alla porta della tenda. Su questo vengono legate le parti inferiori delle falde della copertura e in genere vi venivano appese le armi del guerriero, lancia e faretra con arco e frecce. Lo scudo invece viene appeso ad ovest e “copre le spalle” della tenda dai nemici e dai fantasmi.

 

Praticamente

-     Si legano i nastri colorati in punta ai pali per indicare la direzione del vento.

-     Si stende per terra la copertura bene aperta.

-     Si scelgono tre pali robusti e si dispongono in modo da far combaciare la loro base con il bordo del telo seguendo il raggio di quest’ultima, come in figura:

I tre pali si legano così:

-     Si innalza il treppiede lasciando una corda che dalla sommità cade a piombo per individuare il centro. Al centro si pianta un picchetto. Si dispongono le basi dei pali in modo che il palo della porta rimanga ad est. Se il tipì è di 4 metri, ogni palo deve distare 2 metri dal centro. Il palo della porta deve essere spostato una decina di cm più avanti, in quanto il tipì non è esattamente ovale.

-     Si appoggiano all’inforcatura del treppiede i pali seguendo scrupolosamente lo schema in figura:

-     nel punto A della copertura ci sono 2 lacci che vanno legati alla sommità del palo L

-     si innalza il palo con la copertura appoggiandolo per ultimo all’inforcatura del treppiede tra i pali 10 e 11

-     si allarga la copertura coprendo la struttura di pali a destra e a sinistra

-     la si lega sopra la porta con i due lacci che sono sotto i flap

-     si chiude la copertura con cavicchi di legno infilati nelle asole (la parte destra sopra quella sinistra)

-     si infilano gli ultimi due pali nei bicchieri dei flap per poterli orientare

-     si fissano i picchetti: prima tirare il telo sul davanti, poi dietro e infine sui lati

-     si sistema la porta

-     si vincolano i cordini dei flap al bastone forcuto piantato a destra o a sinistra della porta a seconda della direzione prevalente del vento

-     si prepara il focolare situandolo tra il centro e la porta sotto l’apertura sommitale formata dai flap

-     si dispongono i giacigli intorno

-     è ora di far legna e procurare acqua per la zuppa

Un campo cheyenne-arapaho presso Fort Reno e la Darlington Indian Agency, Oklahoma Territory, verso il 1890 (Foto di I.A. Shuck, Western History Collections, University of Oklahoma Library)

a cosa serve oggi sapere che alcune tribù di selvaggi più di cento anni fa abitavano in tende che servivano da case e come facevano a costruirsele?
non ne sono sicura, ma l’essenzialità e i riti che condizionano la vita nel tipì, mi sembrano irripetibili in ogni altro tipo di abitazione.
mi sembra che lì dentro ogni gesto assuma un peso differente come se ogni cosa si ricordasse di essere quello che effettivamente è.
e vivere per un momento in un luogo così speciale dà un altro senso ai gesti quotidiani a casa in auto a lavoro. non so, forse sono solo impressioni che riguardano i miei sentimenti,
ma se vi capita, provate.

Paola Giacomini, autrice di questo articolo, insieme al crow, nipote di capo Molti Punti, che gli ha insegnato l'arte del tipì