| COME SI MONTA IL TIPI’ Forma essenziale in
                                grado di resistere a vento neve e sole accecante.Interno sempre accogliente, fresco se fa caldo,
                                caldo se fa freddo, asciutto se fuori piove.
 Struttura conica con una formidabile innovazione
                                rispetto alla tenda di altre popolazioni nomadi
                                come i lapponi o gli tsaagaan: due orecchie di
                                tela ai lati del foro sommitale, vincolate a due
                                pali mobili e orientabili a seconda del vento in
                                modo che il fuoco all’interno abbia sempre un
                                buon tiraggio e non entri acqua dall’alto
                                quando piove.
 Facile da trasportare e rapido da montare. Una
                                donna da sola per montare un tipì impiega circa
                                cinque minuti, per smontarlo ancora meno. Per
                                montare il campo di una sola famiglia in cerca
                                di cacciagione verso la fine dell’inverno o un
                                accampamento di mille tende riunite per prendere
                                una decisione importante, occorre lo stesso
                                tempo.
 C’è
                                solo bellezza attorno a me,solo bellezza davanti a me!
 Canto Cree
 A partire dal 1870 la
                                copertura dei tipì era di cotone. Essendo più
                                leggero delle pelli di bisonte aumentarono le
                                dimensioni e da allora il tipì di una famiglia
                                media era intorno ai quattro metri di diametro. Per montare un tipì sioux
                                di media dimensione occorrono:14-17 pali di larice lunghi sei sette metri,
 12-14  nastri
                                colorati (rosso, giallo, nero e bianco) da
                                legare in punta ai pali,
 qualche metro di corda,
 la copertura di cotone cucita dai rotoli di tela
                                scambiati con l’uomo bianco all’ultimo
                                rendez-vous,
 9 o più spilloni di legno con un’estremità
                                appuntita lunghi una spanna o poco più,
 21 o più picchetti di ferro o di legno
                                all’occorrenza,
 un palo biforcuto,
 qualche pietra per il focolare,
 pelli crude di wapiti o bisonte per i giacigli.
   Istruzioni 
                                
                                 Il treppiede è costituito
                                dai tre pali più robusti, esso è orientato in
                                modo che l’apertura sia verso Est, gli altri
                                pali vengono appoggiati all’inforcatura del
                                treppiede con ordine stabilito, l’ultimo palo
                                della clessidra è quello dell’Ovest, opposto
                                all’entrata, a cui viene legata la copertura.
                                A questo punto la copertura viene avvolta
                                all’ossatura di pali e fissata sul davanti con
                                gli spilloni di legno, gli ultimi due pali
                                vengono infilati nei bicchieri delle falde per
                                orientarle secondo la direzione del vento. L’opera è ultimata da un
                                palo forcuto piantato lievemente a sinistra
                                davanti alla porta della tenda. Su questo
                                vengono legate le parti inferiori delle falde
                                della copertura e in genere vi venivano appese
                                le armi del guerriero, lancia e faretra con arco
                                e frecce. Lo scudo invece viene appeso ad ovest
                                e “copre le spalle” della tenda dai nemici e
                                dai fantasmi.  
                                
                                 Praticamente -     Si legano
                                i nastri colorati in punta ai pali per indicare
                                la direzione del vento. -     Si stende
                                per terra la copertura bene aperta. -     Si
                                scelgono tre pali robusti e si dispongono in
                                modo da far combaciare la loro base con il bordo
                                del telo seguendo il raggio di quest’ultima,
                                come in figura: I tre pali si legano così: -     Si
                                innalza il treppiede lasciando una corda che
                                dalla sommità cade a piombo per individuare il
                                centro. Al centro si pianta un picchetto.
                                Si dispongono le basi dei pali in modo
                                che il palo della porta rimanga ad est. Se il
                                tipì è di 4 metri, ogni palo deve distare 2
                                metri dal centro. Il palo della porta deve
                                essere spostato una decina di cm più avanti, in
                                quanto il tipì non è esattamente ovale. -     Si
                                appoggiano all’inforcatura del treppiede i
                                pali seguendo scrupolosamente lo schema in
                                figura: -     nel punto
                                A della copertura ci sono 2 lacci che vanno
                                legati alla sommità del palo L -     si
                                innalza il palo con la copertura appoggiandolo
                                per ultimo all’inforcatura del treppiede tra i
                                pali 10 e 11 -     si
                                allarga la copertura coprendo la struttura di
                                pali a destra e a sinistra -     la si
                                lega sopra la porta con i due lacci che sono
                                sotto i flap
                                
                                 -     si chiude
                                la copertura con cavicchi di legno infilati
                                nelle asole (la parte destra sopra quella
                                sinistra) -     si
                                infilano gli ultimi due pali nei bicchieri dei
                                flap per poterli orientare -     si
                                fissano i picchetti: prima tirare il telo sul
                                davanti, poi dietro e infine sui lati -     si
                                sistema la porta -     si vincolano i cordini dei flap al bastone
                                forcuto piantato a destra o a sinistra della
                                porta a seconda della direzione prevalente del
                                vento -     si
                                prepara il focolare situandolo tra il centro e
                                la porta sotto l’apertura sommitale formata
                                dai flap -     si
                                dispongono i giacigli intorno -     è ora di
                                far legna e procurare acqua per la zuppa Un campo cheyenne-arapaho
                                presso Fort Reno e la Darlington Indian Agency,
                                Oklahoma Territory, verso il 1890 (Foto di I.A.
                                Shuck, Western History Collections, University
                                of Oklahoma Library) a cosa serve oggi sapere
                                che alcune tribù di selvaggi più di cento anni
                                fa abitavano in tende che servivano da case e
                                come facevano a costruirsele? non ne sono sicura, ma l’essenzialità e i
                                riti che condizionano la vita nel tipì, mi
                                sembrano irripetibili in ogni altro tipo di
                                abitazione.
 mi sembra che lì dentro ogni gesto assuma un
                                peso differente come se ogni cosa si ricordasse
                                di essere quello che effettivamente è.
 e vivere per un momento in un luogo così
                                speciale dà un altro senso ai gesti quotidiani
                                a casa in auto a lavoro. non so, forse sono solo
                                impressioni che riguardano i miei sentimenti,
 ma se vi capita, provate.
 
                                  
                                    |  |  
                                    | Paola Giacomini, autrice di
                                      questo articolo, insieme al crow, nipote
                                      di capo Molti Punti, che gli ha insegnato
                                      l'arte del tipì |  |